DB Multiverse
Hanasia, la Regina dei Saiyan
Scritto da Salagir
Traduzione e adattamento di Crix, Prosavio e ItsAMeLuigi
Questa storia si svolge sul pianeta dei Saiyan, ben prima che questi diventassero il popolo di sterminatori che portò terrore in tutta la Galassia all'epoca di Re Vegeta. Se ti sei mai chiesto in che modo queste persone così potenti vivessero in comunità, se vuoi conoscere le sorti dei Guerrieri Millenari che hanno preceduto Broly, se le avventure di una frenetica ed emotiva guerriera in un mondo crudele ti tentano…allora entra nel mondo della Saga di Hanasia!
Parte 1 :123
Parte 2 :4567891011121314151617
Parte 3 :18192021222324252627282930313233343536373839404142434445
Parte 4 :464748495051
Storie d'Amore - In Precedenza
Rita Baga era una cantastorie nata e cresciuta nella capitale. Era grossa e potente, ma come tutti i cantastorie aveva un corpo elegante per volare in fretta, e con molta resistenza. Capì presto che il suo amico Corrne aveva un contatto particolare con la Regina e che lui conosceva il villaggio d'origine di lei.
La sua ambizione era grandiosa e decise di prendere il posto di lui. Rita aveva bisogno di sapere dove era il villaggio, e avrebbe portato loro notizie, mentre raccoglieva informazioni dalle persone del posto per avere i migliori pettegolezzi regali da riferire. Per quello, aveva un piano.
Alcune settimane fa, era andata alla capitale. Corrne era lì, con il suo bracciale magico che gli dava il nuovo, superiore grado di Consigliere. Sapeva che non era immune alle sue grazie, e lo agganciò.
Era pomeriggio e si appartarono in un'area isolata senza spioni. Dopo qualche bacio appassionato, lei domandò di nuovo dove fosse il villaggio natale della Regina.
Corrne le disse gentilmente che poteva cercarselo da sola.
Rita gli piantò un pugno in faccia.
Corrne rispose con una ginocchiata nello stomaco, e poi una gomitata che lei parò con una mano sola. Con l'altra, lo afferrò per il collo e gli schiantò la testa a terra. Prima che Corrne potesse finire di rialzarsi, gli diede un potente calcio che lo schizzò in un albero. Lui incassò il colpo e sputò sangue vedendo Rita che scattava verso di lui. Le fece una linguaccia e volò in verticale. Rita non rallentò in tempo e si schiantò in un albero prima di decollare a propria volta. Si inseguirono in cielo a gran velocità e, oltre una certa altezza, Corrne iniziò a volare all'indietro come Hanasia aveva fatto qualche mese addietro. Aveva un sorriso sornione e prese in giro la sua vecchia amica:
— Stiamo rimanendo indietro, eh Baga?
Lo raggiunse facilmente dato che lui non poteva volare ad altrettanta velocità in quella posizione. Provò ad afferrargli le gambe o la coda, ma lui schivò in fretta, e lei finì per stamparsi la faccia contro il suo piede. Lei volò all'indietro, sotto shock per il colpo, e soffiò sangue dal naso. Corrne non aveva intenzione di farsi sfuggire una tale occasione. Cambiò la traiettoria del suo volo e, con entrambe le mani in avanti, la spinse verso il terreno cinquanta metri più in basso. Sfondarono il terreno ad alta velocità, scagliando terra in tutte le direzioni. Rita subì la maggior parte dell'impatto sulla schiena. Corrne si ferì gli avambracci, perché aveva smesso di spingere troppo tardi.
— Bene bene, non abbiamo più voglia di combattere? — prese in giro Rita che, troppo dolorante per alzarsi, mugugnava per il dolore.
Ciononostante, lo avvolse fra le braccia, lui abbassò la testa e si abbracciarono di nuovo. Poi, troppo stanchi per combattere, fecero l'amore.
Molto dopo, vicino a un fiume dove la coppia improvvisata si era lavata da sudore e sangue, Rita si piazzò davanti a Corrne:
— Allora, il villaggio?
— Segreto da cantastorie.
Gli piantò un pugno in faccia. Poi abbassò le braccia perché la schiena le faceva ancora male.
Corrne riprese l'equilibrio, preparò un pugno, e lo mandò a schiantarsi nella guancia di Rita. Si mosse meno di lui. Lui alzò la testa, pronto. Rita sferrò un pugno rotante e lui cadde a terra a più di un metro sul lato. Lei aspettò.
Stordito, ma cosciente, il cantastorie si alzò in piedi, caracollò verso di lei, le mise una mano sulla spalla e sospirò. Lei era impassibile. Lui si raddrizzò, e inalò. Il suo pugno volò, e atterrò con tutta la sua forza nella cantastorie, che fece un passo di lato, con un dente rotto, così come una delle dita di Corrne. Lei riprese la sua posizione.
Già, Corrne non aveva possibilità in questo duello. Ma non le avrebbe dato la soddisfazione di farla troppo facile. Rita si battè il pugno nell'altra mano, aperta. Sapeva che sarebbe stato l'ultimo colpo.
— Non mi crepare qui, voglio le mie informazioni.
Il suo braccio si tese all'indietro, poi volò in avanti alla velocità del suono, e ruppe la mandibola del suo avversario. La vista di Corrne si oscurò e svenne.
Lo scroscio dell'acqua lo svegliò. Lei lo aveva lanciato in modo che fosse in parte nel fiume, cosicché la corrente fresca lo aiutasse con la guancia gonfia.
Aprì gli occhi ma non mosse un muscolo.
— Quindi? — chiese Rita notando il suo risveglio.
— Verso nord, nord-ovest, oltre il deserto del Kakkara, a sinistra dopo il Monte Neve, poi ovest, praterie, fiume, praterie, poi una serie di crateri. Subito a destra.
— Ok.
Decollò e scomparve nel cielo, lasciandolo lì.
Corrne si addormentò ma venne svegliato in fretta dalla voce che veniva dal suo bracciale, che non era lontano, di fianco ai suoi vestiti.
— Corrne, Consigliere della Regina! Che è successo?!
— ?… Be', avete visto bene, no?
— Hai responsabilità importanti! — Disse la voce Tsufuru con un forte accento. — Non puoi andare in giro a combattere così improvvidamente, e mettendo a rischio la tua vita per qualcosa di così banale?
— Embè? Che ve ne importa?
— Accidenti, e se ti avesse rubato il bracciale?
— Perché mai l'avrebbe fatto, Rita?
— Giura che non si ripeterà mai più!
— Ahah! Manco per idea.
— Perché hai voluto così tanto tenere segreta la posizione del villaggio? Altri cantastorie la conoscono! E tu non sei nemmeno più un cantastorie! Perché farla così difficile?
— Ahhh… — Disse lui alzandosi dolorosamente. — Non capireste. Non mi è mai fregato di svelare dov'è il villaggio.
— Ma… ma… Allora perché?
— Per lo spasso che abbiamo passato insieme, umpf! E Rita sarebbe rimasta delusa se avesse avuto le informazioni troppo facilmente.
— Cazzotti in faccia, uno spasso?!?
— E sì!
Corrne, finalmente vestito, partì di corsa verso la capitale, a qualche chilometro di distanza, perché non aveva la forza di volare.
Nella nazione Tsufuru, il centralinista spense il microfono, e urlò contro il soffitto.
— Ahhh! Sono dei deficienti, degli accidenti di deficienti! Saiyan idiota! Scimmione arrogante! Masochista imbecille e pure contento!
— Tutto a posto? — Chiese Chiin-Lee mentre entrava nella stanza.
— Chiin-Lee Rosidis! Ha visto in che stato si è ridotto il Consigliere?
Lei diede uno sguardo agli schermi che mostravano i segni vitali di Corrne, e anche una foto. Volto tumefatto, tagli sanguinanti… Capì che era stato in un combattimento violento, probabilmente per motivi ridicoli.
— I Saiyan non sono come noi.
— Puoi dirlo forte. Se non ci fossimo noi, si sarebbero sterminati da un sacco di tempo!
— Vuoi una piccola pausa, Blubber?
— coff, sì — , disse lui allontanandosi dal computer.
— Comprendimi, in realtà mi piacciono abbastanza i Saiyan.
— Davvero? — disse Tchin incredula.
— Sì, sono troppo coccolosi, con quei peli ovunque e la coda che ondeggia! Soprattutto i bambini! E sono così eleganti quando volano in cielo!
— Mmh, proprio peluche viventi!
— Ma a volte sono stupidi, così stupidi! Si fanno delle cose terribili a vicenda senza alcun motivo.
I due Tsufuru volarono nelle loro sedie verso un terrazzo esterno con vista sulla città, e soprattutto merende pronte.
— È tutto un fatto di educazione — ,continuò Blubber. — Sapevi che se un bambino Saiyan venisse cresciuto fra di noi, sarebbe intelligente come uno Tsufuru? E potrebbe leggere, scrivere e risolvere equazioni di quarto grado facilmente come chiunque di noi?
— Mmh — ,disse Tchin ricordandosi brevemente dell'orribile Saiyan che avevano allevato come arma vivente fra le loro mura. — Credo che i loro cervelli siano piuttosto diversi dai nostri —.
— Questo è specismo, signorina Chiin-Lee. Tutti gli esseri hanno le stesse possibilità alla nascita, è comprovato da tutti gli extraplantiani che compongono la federazione universale! Vedrà, un giorno nel futuro, i Saiyan e gli Tsufuru cammineranno mano nella mano nelle stesse strade, in perfetta armonia, e con altre specie aliene.
— Bella immagine.
— Prima dobbiamo uscire da questa terribile situazione con l'Impero alieno, ma poi, le nostre due genti riusciranno ad avvicinarsi per una lunga amicizia.
— Un'amicizia millenaria…
— Decamillenaria, perfino!
— Era una battuta sulla nascita del prossimo Saiyan Millenario.
— Oh, ma di egli o ella si avrà notizia alla sua nascita, riceverà un'operazione e potrà vivere una vita normale.
— Ahah! Molto ottimista da parte tua, Blubber!
— È nel naturale corso delle cose di migliorare — ,rispose con un sorriso, poi si ricordò delle reazioni assurde del consigliere della Regina. — Anche se ci vorrà un po'.
— Blubber Ericales Vaccinium, verresti a cena con me qualche volta?
— A cena col mio capo? Mi sembra una buona idea. Posso invitare il mio ex?
— Assolutamente no.
— Ti ama alla follia e parla un perfetto Saiyan.
— Domani sera alle diciannove e quarantacinque, al Buonanime-Reichi, digli di portare da bere.
I tre Tsufuru si incontrarono spesso e, nonostante nessun amore fosse sbocciato, istituirono molti profetti per la riconciliazione Tsufuru-Saiyan negli anni a venire.
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