DB Multiverse

Hanasia, la Regina dei Saiyan

Scritto da Salagir

Traduzione e adattamento di Crix, Prosavio e ItsAMeLuigi

Questa storia si svolge sul pianeta dei Saiyan, ben prima che questi diventassero il popolo di sterminatori che portò terrore in tutta la Galassia all'epoca di Re Vegeta. Se ti sei mai chiesto in che modo queste persone così potenti vivessero in comunità, se vuoi conoscere le sorti dei Guerrieri Millenari che hanno preceduto Broly, se le avventure di una frenetica ed emotiva guerriera in un mondo crudele ti tentano…allora entra nel mondo della Saga di Hanasia!


Parte 1 :123
Parte 2 :4567891011121314151617
Parte 3 :18192021222324252627282930313233343536373839404142434445
Parte 4 :464748495051
[Chapter Cover]
Parte 1, Capitolo 3.

2000 anni fa

Traduzione e Adattamento di Prosavio

I Saiyan stanno guardando il calare del Sole. Sorridono perché in quella notte ci sarà una festa.

 

I bambini escono dalle abitazioni, delle specie di tende fatte in legno e pelli, visto che i Saiyan odiano costruire. E quando costruiscono qualcosa (il più delle volte, è impossibile capire per quale miracolo non cada tutto a pezzi) fanno del loro meglio per non distruggerla per sbaglio. Ora, lasciano il villaggio e si dirigono verso un prato lontano.

 

Tutto è tranquillo, e molti animali si sono nascosti nelle profondità delle loro tane. Sanno quello che sta per accadere. E gli Tsufuru più di loro. Essi vivono sottoterra nel retro di abitazioni molto lontane dai territori Saiyan.

 

In mezzo al gruppo, un giovane ragazzo sta guardando orgogliosamente verso il cielo. Come per gli altri suoi coetanei, è la prima volta che vedrà la Luna piena. Il suo particolare ciclo le permette di essere piena solo una volta ogni otto anni. Un adulto lo spinge, e il giovane risponde con uno schiaffo, allontanandolo di un centinaio di metri di distanza. In effetti, questo ragazzino è già il membro più forte del villaggio, e di molto. Il suo nome è Brasca.

 

Il cielo si schiarisce e la Luna appare. Tutti i Saiyan la guardano attentamente, cominciando a crescere e a cambiare di aspetto. Nel giro di pochi secondi, tutti quanti si sono trasformati in enormi scimmioni. I Saiyan, ora, osservano il mondo da cinquanta metri più in alto. Tutto sembra così piccolo, e ridono per la loro potenza. Si mettono a correre e ad oltrepassare le colline con entusiasmo.

Un bambino si mette a saltare ovunque: è più piccolo rispetto agli altri, ma supera già gli alberi più alti della foresta. Malgrado le sue dimensioni, non si sente pesante, e si diverte a correre tra le gambe degli adulti. Uno di loro lo calcia via come un pallone. Da tempo immemorabile, i Saiyan educano i propri figli facendogli capire, a calci, quanto siano fastidiosi.

 

In un angolo, un Saiyan che ha mantenuto il suo aspetto originario piange. Gli altri non devono vederlo piangere, sarebbe una vergogna! Ha perso la sua coda in un incidente qualche anno fa e sperava che gli sarebbe ricresciuta in tempo, ma così non è stato.

Intere foreste vengono distrutte, migliaia di animali schiacciati, e il paesaggio devastato. Del resto, quando i Saiyan fanno qualche festa, la fanno bene.

All’improvviso, si sente un urlo, e tutti si girano. Vedono Brasca in preda a uno strano fenomeno. I suoi muscoli si stanno gonfiando e grida come se stesse soffrendo.

Il vento sta cominciando a soffiargli intorno, come quando i più potenti Saiyan di quel tempo si concentravano per raccogliere le energie e distruggere tutto ciò che era in movimento.

La scimmia comincia a fluttuare in aria, un potere che nessuno aveva mai visto prima. Continua ad accumulare energia e a salire in alto, circondato da un enorme vortice. Ad un tratto, il colore della sua pelliccia cambia: si mette a brillare e diventa tutta dorata. L’intensità della sua forza fa cadere per terra tutti gli abitanti del villaggio

 

Brasca sta soffrendo, e sta acquisendo sempre più energia. Improvvisamente, apre la bocca e lancia una palla di fuoco così potente che resterà ineguagliata in tutta la Galassia per diversi secoli.

La palla avanza orizzontalmente, attraversando una montagna come se fosse burro. Nella sua strada, gli alberi si piegano e toccano terra a causa dell’onda d’urto. Un Saiyan che si trova nella traiettoria viene distrutto, quasi fosse una mosca sul percorso di un colpo di blaster. La palla di fuoco sembra dirigersi verso le stelle, ma in realtà procede dritta e si allontana dalla curvatura del pianeta. La sua potenza è tale da resistere alla forza di gravità. Infine, si perde nello spazio, dove verrà risucchiata da una stella.

La scimmia dorata si colpisce il petto per mostrare la sua furia. Poi, afferra la sua coda e la strappa di colpo. Allora, torna normale e sviene, schiantandosi al suolo.

 

Nel continente vicino, nascosti nelle loro città situate nelle profondità delle montagne, gli Tsufuru hanno notato quell’improvviso aumento di energia con grande preoccupazione. Decidono di inviare laggiù delle spie.

Possiedono delle semplici armi da fuoco che possono sparare proiettili avvelenati e appuntiti, e sono dotati di potenti veicoli col vantaggio di essere veloci quasi quanto un Saiyan in corsa: nonostante questo, gli Tsufuru sono spaventati da quelle scimmie che non esitano a mangiarli senza neanche chiedersi da dove vengano.

Il giorno successivo, Brasca si sveglia piuttosto tardi, col mal di testa. Non succede nulla per diverse settimane, e dice di non ricordare niente di quanto successo.

Ma una sera, durante una lite dovuta a una discussione molto animata su un argomento poco interessante, il diverbio termina in modo brutale. Brasca uccide uno dei suoi oppositori. Non è la prima volta che si verifica una cosa del genere, ma gli altri sono veramente arrabbiati con lui. Tutti cominciano a picchiarlo, ma vengono facilmente respinti. Si rimettono in piedi e attaccano nuovamente: si tratta di un combattimento serio. La tensione aumenta quando uno di loro perde un braccio, strappato da Brasca.

Ma tutto questo è abbastanza normale tra i Saiyan.

Lontano da qui, in cima a un albero, nascosti tra le foglie, due spie Tsufuru stanno osservando la scena attraverso un binocolo.

 

Altri Saiyan si gettano nella mischia, tra loro ci sono alcuni forti combattenti. Il Capo del villaggio vicino accumula la sua energia facendo oscillare l’erba intorno a lui. È tempo di mostrare a questo ragazzino cos’è un vero guerriero. Brasca percepisce la forza di un vero combattente e lascia andare il viso di un Saiyan, che stava schiacciando tra le dita.

Apre la mano e appare una palla di fuoco. Alcuni riconoscono ciò che avevano visto nella notte di Luna piena, e si scansano istintivamente. Il Capo guarda con interesse quella palla luminosa, poi corre verso il suo avversario. Brasca lancia la sfera come se stesse tirando un sasso. Colpisce il Capo villaggio con una violenta esplosione e quest’ultimo si blocca, cadendo all'indietro.

Si rialza nel fumo, con i vestiti strappati e sanguinante un po’ ovunque. È arrabbiato. Si precipita ancora una volta verso Brasca, che sta concentrando la sua energia, e combattono per un po’. Gli spettatori, Saiyan e Tsufuru, non dicono nulla: è evidente che Brasca è il favorito.

Sul terreno, quasi sconfitto, il Capo del villaggio accanto sputa un po’ di sangue. È infastidito: è da moltissimo tempo che non perdeva un combattimento. Così, si alza e concentra la sua energia. Colpisce il petto di Brasca con un potente pugno, ma egli non si muove, né para il colpo: pare che non l’abbia sentito nemmeno. Dentro di sé sente un’energia in crescente aumento, senza fine.

Una folata di vento lo circonda e i suoi capelli si drizzano, divenendo rigidi e biondi. Un’aura dorata, con qualche sfumatura verde, lo illumina.

 

Gli Tsufuru sono esterrefatti. Dopo un momento di stupore, accendono il rilevatore di energia. La lancetta gira più volte su se stessa, poi si mette a tremare e ad oscillare. È immisurabile. Prendono ancora una volta il binocolo per vedere cosa farà quel “boiler” che produce più energia delle loro centrali a carbone.

Sembra teletrasportarsi: infatti, Brasca si sposta istantaneamente di fronte al suo avversario e lo colpisce con un pugno. Tra spruzzi di sangue, il suo nemico cade, morto sul colpo.

Con un sorriso malizioso, si gira verso gli altri Saiyan che stanno scappando. Brasca lecca la sua mano insanguinata e ride. Allarga le braccia e la sua energia continua a salire. Egli crea una sfera di fuoco e la lancia tra i suoi piedi. La terra si apre, con una forte esplosione, e l’intera pianura viene distrutta. Le spie tremano vedendo che l’impatto li aveva quasi raggiunti, fermandosi solo pochi metri prima di loro. Brasca rivolge lo sguardo verso la loro direzione: li ha scoperti.

 

Le spie Tsufuru, comunque, sono addestrate. Fin dai primi tempi, essi hanno vissuto in cooperazione. Quando si trovavano di fronte a un Saiyan, c’era una sola cosa da fare: una parte di loro doveva affrontare il nemico, tenendolo occupato, lasciando agli altri il tempo di fuggire.

Entrambi saltano giù dall’albero, allungando il braccio destro. Uno di loro sta facendo con la mano il segno delle forbici, mentre l’altro fa il segno del sasso.

Saltano sulle loro moto, che fino a quel momento avevano usato in modalità silenziosa. Attivano il motorino di avviamento e accelerano. I silenziatori escono dai tubi, espulsi da un potente gas. Accendono i razzi e si dirigono in direzioni opposte. Uno dei due, pronto a morire, va proprio verso Brasca. Non ha paura. Eppure dovrebbe.

Alcuni metri prima del contatto, lo Tsufuru svolta bruscamente per evitare il guerriero, passandogli accanto. Sorpreso dalla reattività del mezzo del nemico, Brasca lo guarda allontanarsi in una nuvola di fumo nero. Il guerriero tossisce: quell’odore di inquinamento è insopportabile. Allora rilascia la sua potenza per dissolvere quella nube. Inizia a correre e in un momento raggiunge il mezzo, che sta viaggiando a 250 km/h. Afferra la moto schiacciando il metallo della carrozzeria, e vola via con la sua preda.

Lo Tsufuru viene tirato via in ogni direzione, ma si aggrappa, tira fuori la pistola e spara a distanza ravvicinata sul torso del suo nemico che sembra più grande e muscoloso di prima. I proiettili più potenti degli Tsufuru, in grado di attraversare un corpo Saiyan e con valore di 100.000 zenis per unità!

Il guerriero, a mani nude, stritola la moto e con essa una gamba della spia. Quest’ultima grida per il dolore e si piega in due, ma sfrutta la situazione per caricare nuovamente le sue pistole. Stavolta, spara al volto. Ma il risultato non cambia.

— So a cosa stai pensando! — dice poi il Saiyan, indicando la foresta. Si può notare il fumo prodotto dall’altra moto attraverso gli alberi. La spia allora si rende conto che si trovano a centinaia di metri dal suolo.

Brasca crea ancora una volta una sfera di energia e la lancia verso la foresta, al seguito dell’altro motoveicolo. La palla di fuoco distrugge ogni albero che ostacola il suo cammino, e il bersaglio sente un rumore sospetto provenire da dietro. Si volta velocemente indietro e vede l’oggetto devastante avvicinarsi alla velocità del suono! La spia, improvvisamente, svolta di 90 gradi e spegne il motore, per schiantarsi meno violentemente possibile tra i cespugli.

L’esplosione scaglia pezzi di pietra e di alberi ovunque. Lo Tsufuru viene trafitto da un frammento appuntito. Dall’alto, Brasca ride perfidamente e, girandosi verso il suo ostaggio, lo vede tirare il perno di un oggetto rotondo e grigio. Con un grido di rabbia, lo Tsufuru si avvicina al corpo del Saiyan e pone la sua mano, che afferra saldamente la granata, verso il viso del combattente. Una detonazione risuona violentemente e l’esplosione innesca le altre granate che possedeva. Il motoveicolo viene distrutto, così come il suo conducente. Ma il guerriero esce fuori dal fumo, senza nemmeno un graffio.

Un attimo dopo, i Saiyan sopraggiungono, stavolta però in un intero gruppo. Altri villaggi sono stati abbandonati per vedere cosa stesse succedendo e per capire il motivo di quelle esplosioni. Quelli che erano in fuga avevano lanciato l’allarme, e ora molti stanno arrivando con la speranza di assistere a un combattimento emozionante.

È un vero e proprio campo di battaglia: dalla terra bruciata viene fuori del vapore, e intorno ci sono degli strani pezzi di metallo. In mezzo, vi è Brasca, in pedi, che ora è due volte più grosso del solito.

È diventato una montagna di muscoli, e adesso il ragazzino è più grande di tutti gli altri Saiyan. Avvolto nella sua aura gialla, i suoi occhi sembrano essere bianchi, e ciò era davvero impressionante.

Molti Saiyan morirono quel giorno.

La spia Tsufuru è riuscita a curare la sua ferita al meglio e a tornare verso la costa. Là, una barca lo attendeva, nascosta in una baia, e così ha potuto raccontare tutto quello che era successo.

Nel territorio degli Tsufuru, essi erano indaffarati. Nei giorni seguenti, Brasca uccide decine di Saiyan, distruggendo paesaggi e avvicinandosi pericolosamente verso le città nascoste degli Tsufuru. Una vasta ricerca nel loro archivio rivela un risultato: 1000 anni prima fu notato un altro Saiyan con i capelli dorati. Era molto più potente rispetto agli altri e morì in giovane età, poco dopo la trasformazione.

— È chiaro, — dice uno scienziato. — Si tratta di un fenomeno ricorrente. Ed è in miglioramento.

— Niente sembra in grado di toccarlo. Assorbe l’energia intorno a lui, è indistruttibile e instancabile!

— Dobbiamo distruggerlo, o sarà lui a distruggere il nostro mondo. Se nulla può scalfirlo fisicamente, lo attaccheremo in un altro modo.

— Gas? Veleno?

— No, il gas non può raggiungerlo, a causa del vento che genera. E dubito che il veleno possa passare attraverso la sua pelle… Quanto a fargli inghiottire qualcosa… vi ricordo che da quando si è trasformato non ha né mangiato, né bevuto!

— Il problema è risolto —, dice improvvisamente qualcuno.

Tutti gli scienziati si voltano verso il messaggero che era appena arrivato.

— Brasca è morto questa mattina. È caduto da solo, distrutto dalla sua stessa energia.

 

Per gli Tsufuru, così come per i Saiyan, è un vero sollievo.

— Pensi che una cosa del genere possa accadere di nuovo, capo? — chiede uno Tsufuru, durante l’archiviazione dei dati per un utilizzo futuro.

— Sì. — Risponde. — Tra 1000 anni. E sarà ancora più stabile. Probabilmente, non morirebbe prima di alcune settimane. O forse anche più. Distruggerà il mondo, perché il suo potere cresce esponenzialmente col tempo.

— Tra 1000 anni… Avremo la tecnologia per annientarlo!

— Lo spero… Lo spero tanto…

 

Disegni di:

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