DB Multiverse

Hanasia, la Regina dei Saiyan

Scritto da Salagir

Traduzione e adattamento di Crix, Prosavio e ItsAMeLuigi

Questa storia si svolge sul pianeta dei Saiyan, ben prima che questi diventassero il popolo di sterminatori che portò terrore in tutta la Galassia all'epoca di Re Vegeta. Se ti sei mai chiesto in che modo queste persone così potenti vivessero in comunità, se vuoi conoscere le sorti dei Guerrieri Millenari che hanno preceduto Broly, se le avventure di una frenetica ed emotiva guerriera in un mondo crudele ti tentano…allora entra nel mondo della Saga di Hanasia!


Parte 1 :123
Parte 2 :4567891011121314151617
Parte 3 :18192021222324252627282930313233343536373839404142434445
Parte 4 :464748495051
[Chapter Cover]
Parte 3, Capitolo 44.

Attenzione! Un'illustrazione in questo capitolo contiene del nudo non erotico. Se preferite non vederla, cliccate qui:

 

Furia intensa

 

Hanasia si ricordava il suo scorso viaggio nello spazio e sapeva che uscire dalla nave significava mettersi sia in pericolo che in una posizione di debolezza. Perché capiva anche che il suo avversario non andava incontro ad alcun inconveniente in quelle condizioni.

Forse avrebbe dovuto aspettare il suo ritorno, usare l'attimo di respiro, per… per preparare… un piano? La maggior parte dei Saiyan non era brava coi piani.

Forse doveva avvicinarsi alla bomba.

Ma le avevano detto che i Demoni erano molto intelligenti. Come farlo senza che lui se ne accorgesse?

 

La Regina si guardò intorno.

Alcuni sudditi stavano traccheggiando, girandosi i pollici o grattandosi il pelo, senza sapere davvero cosa fare, o guardavano il buco dal quale il Demone era uscito. Altri, con tutti i ribelli, stavano inseguendo l'ultimo nemico ancora vivo per attaccarlo. Sembravano un enorme sciame, ma più grande, più stupido, più disorganizzato. E ciò aveva come unica conseguenza la perdita di un guerriero ogni tre secondi. Cadevano come mosche. O forse api?

Sentiva che questo guerriero era molto potente. Dopotutto aveva resistito al suo primo attacco. E diamine, quel bastardo era molto efficiente nell'arte di eliminare gli avversari! Organizzava meticolosamente la sua strage. Le ricordava dolorosamente il generale Chatterton. (Non conosceva né il suo nome né il suo rango, quindi le ricordava dolorosamente del pelato alto con il pizzetto). Era esattamente quello che aveva cercato di evitare!

Ecco che cosa doveva fare. Occuparsi di quel tipo prima che il Demone tornasse.

Ma prima, calmare quegli stupidi alleati.

Mandò una grande raffica di energia verso lo sciame. La grossa onda colpì tutti. Il potere dell'Oozaru Super Saiyan causò danni. La maggior parte dei ribelli e alcuni Saiyan vennero perfino feriti. Avoka, Tagarrion e Bourgo la presero a denti stretti. Lei si tuffò nella mischia. Come aveva sperato, tutti i membri dello sciame si spostarono dalla sua strada, alcuni insultandola nel frattempo (a mente nella maggior parte dei casi, perché il dolore non blocca l'istinto di sopravvivenza di base). Il suo pugno era pronto. Un colpo diretto, sarebbe stato la cosa migliore. E se l'avesse schivato (anche se non l'avrebbe schivato), sarebbe seguita una sfera di energia.

 

Messo a confronto con la nuova situazione, si sarebbe potuto pensare che Avoka avrebbe soppesato le sue opzioni. Perché, sì, l'aveva già previsto. Aveva soppesato le sue opzioni ore fa, di già. Sapeva che non sarebbe riuscito neppure a immobilizzare un mostro così eccessivamente potente. Così, passò al piano 293. Usando il suo potere telecinetico ancora una volta, tirò la coda della Saiyan come un pazzo! Non solo. Cercò di staccarla girando in ogni direzione e piegandola alla base, per massima efficacia e dolore.

Sapete che si dice che la coda da scimmia è la debolezza di tutti i Saiyan? E che quelli che la allenano perdono questa debolezza? È una semplificazione. In verità, diventano più resistenti, ma essa rimane uno dei punti più sensibili dei loro corpi. Bisogna solo andarci molto, molto più pesanti per avere risultati.

Avoka ci stava andando pesante. E l'attacco era brutale. Lei non se lo era aspettato, e a ragione: lui era ancora lontano da lei… Hanasia era in agonia e il suo attacco venne fermato. Ma non contava di lasciarlo andare. Si rimise su e si lanciò di nuovo contro di lui.

Vedendola avvicinarsi, il telecineta si domandò se non dovesse mettere tutta la sua forza nell'attacco adesso. Ma avrebbe significato mettersi alla mercé dei due capi ribelli che stavano aspettando la minima apertura.

Cacchio, il titano era veloce ad avvicinarsi. Lo sforzo che Avoka stava mettendo nello staccarle la coda era infruttuoso. Le stava facendo piuttosto male, ma era troppo resistente, lui non avrebbe avuto successo. Doveva fuggire mentre aspettava il ritorno di Frosty. Oppure in realtà… avrebbe osato? Sorrise internamente. Gli piaceva l'idea? Dare uno schiaffo telecinetico a Frosty per svegliarlo dall'incoscienza. Anche se l'altro l'avesse ucciso per punizione, avrebbe quantomeno posticipato di un po' la propria morte… Ma… Se Frosty avesse atteso un secondo per vedere dove si trovava e tornare, Avoka sarebbe stato triplicemente morto. Era troppo rischioso. Dunque…

Ci sono quelle tecniche di combattimento che funzionano una volta sola. Quella che conoscete tutti è il Colpo del Sole, il Taiyōken, che genera una luce accecante. Presi di sorpresa, tutti chiudono gli occhi per il dolore. I secondi preziosi guadagnati hanno salvato le vite di molti combattenti. Avoka possedeva una tecnica del genere, che usava le onde sonore. Avrebbe fatto vibrare il proprio corpo usando la propria precisione telecinetica, e per un istante, un terribile suono che copriva tutte le frequenze si sarebbe promanato da lui. Spesso aveva fatto sanguinare orecchie e frantumare oggetti. Chiamava questa tecnica il Sonikubū.

Avoka rilasciò la sua inutile stretta su Hanasia. Ignorò i suoi altri avversari, e lanciò l'attacco.

 

BOOM!

 

L'onda d'urto causata dal potere del suono fece tremare gli alberi inferiori. Hanasia cadde all'indietro e urlò mentre si metteva le mani sulle orecchie, sfortunatamente fin troppo tardi. Tagarrion girò su se stesso in aria e perse il controllo. E tutti i semplici ribelli e Saiyan ancora vivi si agitarono in giro in un'agonia improvvisa.

Sicuramente non poteva uccidere la Super Saiyan, e Frosty si sarebbe arrabbiato, ma poteva eliminare i due ribelli, adesso. Si girò verso Bourgo, ma non lo trovò.

Una strana sensazione gli fece abbassare gli occhi.

Quella sì che era una sorpresa.

Avoka aveva una mano Namecciana che gli usciva dal petto.

E non lo aveva previsto.

Bourgo aveva allungato il proprio braccio e lo aveva impalato.

Prima di cadere nell'incoscienza che precedeva la morte, Avoka vide Bourgo venirgli vicino e dirgli in tono accondiscendente:

— Il sonikubū ? Veramente?

 

Bourgo sapeva fino a che punto potessero essere pieni di risorse dei guerrieri potenti. Quindi finì Avoka con pochi colpi ben piazzati. Nonostante il proprio dolore auricolare che impediva loro di essere troppo espressivi, molti alleati gridarono la loro gioia. Quell'ultimo soldaot aveva ucciso troppi di loro.

— Tornate tutti alle navi — , urlò Bourgo. — Evacuazione immediata!

— Sì! Abbiamo vinto! Ce l'abbiamo fatta! — gridarono diversi Saiyan, così come un ribelle che non aveva seguito i dettagli dello scontro fra Hanasia e Frosty.

— Non è finita! — Gridò Bourgo. — Ma siamo inutili ora, saremo solo di intralcio ad Hanasia. Via, tutti quanti!

I ribelli più disciplinati non chiesero altro e presero il volo. Alcuni fecero il giro largo per vedere se un amico era ancora vivo e se aveva bisogno di assistenza.

— Non capisco, chi rimane da combattere? — chiese una grande scimmia.

Hanasia iniziò a rialzarsi, e urlò.

— Tornate tutti sulle navi! E spegnete quelle cazzo di lune!

Bourgo le si avvicinò.

— Ma perché? Ti danno un vantaggio…

— Non cambia niente, è troppo forte lo stesso. In questa forma, è un insetto ultra-veloce per me, non riesco a seguirlo, sarà più facile se siamo della stessa taglia. E gli altri non potranno entrare nelle navi se sono giganti.

Tagarrion aveva sentito e mandò un messaggio radio. Le navi dovevano aprire i boccaporti e fermare la generazione di nuove sfere di luce.

— Distruggete le lune! — insisté Hanasia.

I ribelli ancora presenti eseguirono l'ordine. Alcuni Saiyan spararono dalle loro bocche, danneggiando la cupola. A volte, si crearono buchi d'energia, e le lune più vicine vennero risucchiate nello spazio. Quando nessuna fu più visibile, i Saiyan riguadagnarono le loro forme umane.

— Adesso, via dal cazzo! Di nuovo sulle navi! Ora!!

Hanasia aveva urlato mentre le sue dimensioni diminuivano. I suoi soldati capivano che era seria e di fretta. Che disobbedire avrebbe significato prendere un calcio in culo. Passarono attraverso la cupola, i più svegli prendendo prima una bella boccata d'aria.

Dall'altro lato, si unirono agli altri ribelli, che come loro stavano fluttuando nel vuoto dello spazio come idioti.

Non c'erano navi, solo macerie.

 

Tagarrion non aveva ricevuto risposta radio, e ipotizzò il perché.

Bourgo si era domandato, infatti, perché Frosty ci stava mettendo così tanto a tornare…

Vedendo le facce spaventate dei ribelli, Hanasia si concentrò sul cielo, e notò che era da sopra che veniva il potere del Demone del Freddo, adesso…

Il Demone del Freddo, una volta sveglio, aveva ammirato la sua stazione spaziale ora che ne era stato allontanato di un bel po', e su cui i danni erano chiaramente visibili. Notò che le navi nemiche non erano lontane. Nessuno stava sparando contro di esse. Concluse che una piccola deviazione non avrebbe fatto male. Distruggere navicelle fortemente corazzate di un esercito ad alta tecnologia, per un Demone del Freddo, era come rompere una costruzione dei Lego per un infante. O meglio, i Duplo. No, i Kapla. Ok, onestamente: i wafer. Vedendo i sopravvissuti fuggitivi che arrivavano e si domandavano cosa fare ora che non c'era navetta di ritorno, sorrise. Nell'oscurità dello spazio e senza la capacità di sentire i livelli di potere, nessuno poteva vederlo. I Saiyan rimasero lì, scioccati. I ribelli stavano già tornando indietro. Avevano capito che lui era lì, anche se non sapevano dove. Il loro panico era palpabile.

Fu allora che ebbe un'idea, un modo di dare un piccolo omaggio al suo avversario.

Usando la sua capacità di visione superiore, individuò ogni soggetto e dalla punta del suo dito, sparò un raggio di energia per persona. Per quelli dai riflessi lenti, fu come un giro mostruoso di mitragliatrice, che toccò tutti contemporaneamente. I ribelli veloci non avevano finito di voltarsi che tutta la truppa era già perforata e uccisa.

Una pulizia totale.

 

Hanasia capì in quel momento, mentre vedeva le linee di luce srotolarsi al disopra della cupola. Poi sentì tutte le energie scomparire. Le sue pupille si dilatarono. I suoi muscoli si contrassero. La sua mente si svuotò

Aveva ucciso tutti.

Lo aveva lasciato solo nemmeno un minuto e lui aveva assassinato i Saiyan, gli Tsufuru e tutti gli altri.

Quel mostro.

Senza vedere sapeva che il corpo di Corrne era morto e fluttuante nello spazio.

Un altro massacro.

Colpa… di quei tipi… Di nuovo!!

 

Frosty discese sull'arena. Trovò gli ultimi sopravvissuti.

Oh, Avoka era morto. Una persona in meno di cui preoccuparsi. Non si sapeva mai con i telecineti iper-precisi e supra-intelligenti. Se un giorno avesse pensato di comprimere un vaso sanguigno cerebrale mentre dormiva…

Bourgo era lì, gli occhi su di lui, in posizione di difesa, sudando con tutta la sua apprensione.

Tagarrion, ancora sotto la sua armatura, pronto ad attaccare, aspettando un'apertura: poteva aspettare molto tempo.

Due ribelli della massima importanza che avrebbe fatto bene a eliminare oggi.

E la Saiyan… Mmh, dov'era?

Sentì il vento e poi il colpo. Un diretto destro proprio nella tempia. Stordito, si spostò di lato, ma lo stava attaccando di nuovo. Ahia! La sua velocità era aumentata. Stava lanciando insulti e la sua determinazione ne guidava i pugni. Era in una furia folle, e ciò la rendeva di gran lunga più forte.

La sua mente era concentrata su di un solo pensiero. Aveva un solo obiettivo, solo un obiettivo guidava le sue azioni: la totale e completa distruzione del Demone. Un potere come questo non la aveva mai invasa, generato precisamente per la sua esecuzione.

Quel mostro avrebbe pagato.

 

Nessuno dei due ribelli si lamentò dell'improvvisa svolta degli eventi.

— È incredibile.

— Sta trovando tutte le risorse nella propria rabbia. Invece di perdere il controllo e agitarsi come tutti gli altri, è concentrata ed efficiente. È inaudito.

— Ho un barlume di speranza. Sento che forse, per una volta, potremmo davvero vincere.

— Non sei un tipo ottimista, vero Tagarrion?

— Gli ottimisti non sono mai preparati appieno, Bourgo. Fin dall'inizio, sapevo che questa avventura era destinata a fallire.

— Ma hai partecipato all'attacco.

— A questo e a tutti gli altri prima. La ribellione era perduta fin dall'inizio.

— Non hai avuto alcuna speranza quando hai appreso della morte di Chilled?

— No.

— Quando Ice è morto? Quando hai appreso che Snower era con noi? Hai preparato questo piano per finire Frosty, e non ci credevi?

— No. È impossibile che funzioni.

— Se tutto questo è impossibile, perché combatti con noi?

— Io lo so che è impossibile. Voi no. Non potevo mica lasciarvi soli.

 

Frosty prese un colpo allo stomaco mentre cercava di proteggersi la testa. Poi una ginocchiata. Un pugno. Una gomitata.

Dannazione, sarebbe morto.

Era la prima volta nella sua vita che pensava una cosa del genere.

Aveva fatto un casino, era stato arrogante. Aveva deciso di non perdere tempo, ma l'aveva fatto lo stesso.

Che spreco! Frosty, il Demone del Freddo più potente, che aveva perfino reso il combattimento la sua specialità! Sì, in realtà, si era allenato un giorno al mese! Non sembra molto? Frosty ha 345 anni. Sono altrettanti giorni che se voi vi allenaste due giorni la settimana per 30 anni…

Tra due lampi di dolore, provò a riguadagnare il controllo. Volando all'indietro, scappando dai colpi, finalmente ne schivò uno, poi si allontanò abbastanza da respirare un po'. La distanza lo salvò. Mentre sputava sangue e bile, afflitto dal dolore, lei smise di colpirlo. Sicuramente anche lei aveva bisogno di respirare. Le diede un'occhiata. In piedi, tesa, lo stava fissando con occhi imperterriti, con sguardo mortale. Lui sapeva che non appena avesse smesso di vomitare, lei avrebbe attaccato di nuovo. O allora o entro pochi secondi.

Sentì dei movimenti. I due ribelli lo stavano caricando. Non erano stupidi, sapevano ciò che la ragazza infuriata non sapeva, che Frosty era il mostro peggiore dell'universo. Avevano ragione. Il Demone girò la testa verso Hanasia e provò la sua faccia più implorante, condita da panico genuino. Non sapeva se la fece dubitare o aumentò la sua rabbia, ma gli diede mezzo istante per preoccuparsi solo di Bourgo. Quest'ultimo, più veloce di Tagarrion, gli era addosso, una sfera di energia in ogni mano. Il Namecciano aveva la guardia alzata e si aspettava un'esplosione ravvicinata. Non importava quanto danno faceva purchè Frosty potesse essere ferito almeno un po'. Sapeva che se fosse andato di attacchi normali, sarebbero stati schivati e lui ucciso in un colpo solo. Fu una precauzione inutile. Istantaneamente, Frosty cambiò posizione. Ricadde su sé stesso, all'apparenza scivolando sul terreno, passò sotto gli attacchi e afferrò le due braccia verdi. Forzò e in un istante ruppe gli arti del Namecciano, lasciando le sfere senza controllo.

Mentre le due esplosioni devastavano i suoi dintorni, tagliò il collo di Bourgo sapendo che i Namecciani possedevano insolite capacità rigenerative. Fuori uno. L'altro era proprio dietro. Tagarrion fece un piccolo salto all'indietro per proteggersi dall'esplosione. Anche lui si difese inutilmente. Capì che era il prossimo e schierò tutto il suo arsenale difensivo. La sua armatura si aprì, svelando dozzine di armi. Piccoli missili partirono per esplodere sul Demone. Lame di Katchin schizzarono in ogni direzione, rompendo il terreno e la nave, il corpo di Bourgo, i capelli di Hanasia. Un gas tossico si mescolà alla polvere nell'aria. Veleno acido scorse sulle lame dell'armatura, e vibrazioni stroboscopiche destabilizzanti distorsero suono, odore e gravità attorno a lui. Infine, uno scudo d'energia lo circondò.

Frosty attraversò tutto in un attimo, piantò la sua mano fra due lamiere di metallo, e uccise il ribelle. Poi rimosse le due lame piantate nella propria pelle come due spine.

Tutto ciò era stato piuttosto rapido, ma non aveva impedito al pugno carico della guerriera dorata di essere a otto centimetri dalla sua pelle. Era il momento per la sua ultima mossa stupefacente. Se fosse riuscito in questa, avrebbe vinto.

Sulla Terra, si chiama tecnica di trasposizione, o immagine residua. Il pugno di Hanasia passò attraverso una versione trasparente di Frosty che scomparve lentamente. Si trovò in mezzo al fumo e i rimasugli delle misure difensive di Tagarrion. Non avevano quasi alcun effetto su di lei, ma dovette cercare la firma energetica di Frosty per trovarlo.

Lui non era lì.

 

Volò per guadagnare prospettiva. Cercò coi propri occhi mentre si concentrava sulle energie. Niente. Come era possibile?

Frosty non sapeva di stare nascondendo la propria forza. Stava usando una tecnica di meditazione trascendentale che lo rendeva invisibile. Non emetteva energia, né suono, né luce. Si sarebbe dovuta cercare una macchia immobile per trovarlo. Ora, doveva scappare. Muoversi avrebbe significato svelarsi, ma contava che la furia della propria avversaria avrebbe compensato.

— Dove sei?! — Gridò Hanasia. — Mostrati, maledetto codardo! Hai paura, stronzo? Hai paura?!

Normalmente, Frosty sarebbe stato il primo a reagire a un insulto, ma si contenne come poté.

— Non puoi fuggire per sempre! Ti troverò ai confini dell'universo! Ti accopperò!!

Caricò i due pugni e mandò verso il terreno una grande onda di energia distruttiva. Tutta la terra venne spostata e la natura venne distrutta completamente. Frosty alzò le braccia e si lasciò trasportare dalla forza dell'esplosione, fino al muro. Poi, lentamente, il che era facile perché gli faceva male tutto il corpo, camminò verso le interiora della nave. Hanasia continuò a prendere a pugni il terreno, distruggendolo sempre di più.

Lui ricordava gli schemi dell'arena. La sala motore era la più vicina, seguita dalla cabina medica. Zoppicò verso il suo primo obiettivo. Arrivando, applicò il suo piano, poi levitò verso il suo secondo obiettivo.

Anche furente, anche in volo, Hanasia non poté non accorgersi dei cambiamenti. Le rocce e gli alberi non stavano più cadendo. C'era un vento verticale, come se fosse stata al disopra di un condotto dell'aria (quest'analogia non venne in mente ad Hanasia, gli Tsufuru non avrebbero installato i primi condotti dell'aria in territorio Saiyan prima di altri 328 anni). Perché tutta l'aria stava sfuggendo attraverso la cupola che era svanita.

In tutti i corridoi che portavano al terreno di combattimento, c'era un vento ancora più forte per via della taglia ridotta dei corridoi stessi. L'intera nave si stava svuotando, perché le porte automatiche non erano scattate.

Tutta l'aria stava sfuggendo, Tutto stava fluttuando lentamente prima di cadere con lentezza infinita verso la navicella, l'unica massa rilevante nelle vicinanze. Tutto si raffreddava lentamente al ritmo delle onde infrarosse che sfuggivano.

Frosty aveva spento tutti i sistemi della nave, anche il supporto vitale.

 

Nell'infermieria, lui si iniettò degli antidolorifici e qualche fattore rigenerante. Niente di magico, ma stava già facendo la differenza. Respirò l'ultima volta dalla minuscola pressione d'aria. Gli ricordava il pianeta natale della sua specie. L'aveva visitato, una volta.

Ora doveva solo aspettare che la sua avversaria morisse di asfissia.

 

Hanasia sapeva che aveva appena tratto la sua ultima boccata d'aria e che doveva finirla in fretta.

Disegni di:

Asura      

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