DB Multiverse

Dragon Ball Multiverse: Il Romanzo

Scritto da Loïc Solaris & Arctika

Traduzione e adattamento di Transporter, ValentDs, BK-81, Crix, PGV 2

Riscopri la storia di DBM con più dettagli! Questo romanzo è verificato da Salagir e contiene anche aggiunte di suo pugno mai raccontate sul manga. Ciò rende questa storia un vero e proprio allegato al fumetto!

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Intro

Parte 0 :0
Parte 1 :12345

Round 1-1

Parte 2 :678910
Parte 3 :1112131415
Parte 4 :1617181920
Parte 5 :2122232425
Parte 6 :2627282930

Lunch

Parte 7 :3132333435

Round 1-2

Parte 8 :3637383940
Parte 9 :4142434445
Parte 10 :4647484950
Parte 11 :5152535455
Parte 12 :5657585960
Parte 13 :6162636465
Parte 14 :6667686970

Night 1

Parte 15 :7172737475
Parte 16 :7677787980
Parte 17 :8182838485
Parte 18 :8687888990

Round 2-1

Parte 19 :9192939495
Parte 20 :96979899100

Round 2-2

Parte 21 :101102103104105
Parte 22 :106107108109110
Parte 23 :111112113114115

Night 2

Parte 24 :116117118119120

Round 3

Parte 25 :121122123124125
Parte 26 :126127128129130
Parte 27 :131132133134135
Parte 28 :136137138139140
Parte 29 :141142143144145
Parte 30 :146147148149150
[Chapter Cover]
Parte 18, Capitolo 90.

PARTE DICIOTTO: UNA NOTTE DI RIPOSO

Capitolo 90

Tradotto da Chippz e Transporter


Qualche ora dopo..

All’interno del centro di controllo Varga, un piccolo uccello sbadigliava. Egli, con i suoi occhi stanchi, era veramente esausto, vista l'attesa per quelle che potevano sembrare ore, lì fermo al suo posto. Sotto ai suoi occhi erano presenti un paio di occhiaie scure, causate dal sovraccarico del suo lavoro, per non parlare delle sue orecchie che bruciavano, in attesa della fine del suo turno.

“Finalmente... è mattino” sospirò, guardando l’orologio sopra la sua testa in uno stato di trance, contando il ticchettio di ogni secondo. “Aumento della luce” disse il Varga, sbadigliando. “Okay, pazzi mostri super potenti. E’ tempo di svegliarsi”. Allungando le braccia sopra la sua testa, sbadigliò ancora una volta prima di regolare il pannello di controllo davanti a sé.

“ ‘Giorno”, disse un altro Varga, salutandolo con un’amichevole tazza di caffè. “Woah. Sembra proprio che tu non abbia chiuso occhio, Duckdonald”.

“Oh, ehy, Duckdaffy”, rispose, provando a tenere una faccia soddisfatta. “Gli allarmi hanno suonato per tutta la notte… ma nonostante ciò, nessuno è stato rilevato”.

L’altro Varga posò il suo bicchiere di caffè, prendendo una sedia dietro di lui. “Sul serio? Quindi pensi che i partecipanti siano stati in grado di eludere i nostri sistemi senza essere rilevati? Mi sembra un po' inverosimile”.

“Non proprio tutti, no. Ma hai visto cosa possono fare alcuni di questi lottatori? Siamo in errore se pensiamo di poterli controllare. Alcuni sono addirittura superiori ai Kaiohshin!”

“Vero, come quel Broly. Nemmeno la nostra tecnologia può contenerli. Ma… di sicuro ti stai stressando troppo… Guardati”.

Il Varga assonnato sospirò, volendo chiudere così tanto i suoi occhi per un momento. “Dovremmo preoccuparci. Secondo me, se non miglioriamo i nostri sistemi prima di domani notte, rischiamo il disastro”.

“Sì…” Duckdaffy era d’accordo. “Solo a sentire cosa sono in grado di fare mi viene la pelle d’oca”.

“Oh, e hai sentito? Una delle nostre guardie stava facendo il suo turno di pulizie la scorsa notte, quando ha sentito qualcosa in una stanza. Non appena ha aperto la porta, è stato travolto da un mare di sfere del drago. L’intera stanza era stracolma!”

“Cosa? Stai scherzando!”

“No! Pover'uomo non le ha nemmeno viste arrivare.”

“Questa è pazzia! Ma.. Pensavo che non le avremmo portato qui!”

“Vero, questa è la parte più misteriosa di tutte!” disse Duckdaffy. “Nessuno di noi ha portato alcuna sfera del drago qui, e non siamo nemmeno sicuri che qualche concorrente le abbia portate dal proprio universo. E ora, tutto d’improvviso, abbiamo dozzine di queste sfere che rotolano in una stanza!”. Egli mise la sua mano all’altezza del suo petto, mostrando quanto profonda fosse la stanza che era stata riempita con le sfere dorate.

“Questa è un ulteriore conferma che dobbiamo migliorare i nostri sistemi di monitoraggio” disse Duckdonald, piegandosi all’indietro sulla sua sedia.

“Sì”.

“Oh, e cosa mi dici del Varga? Chi era? Sta bene?”.

“Si trattava di Docanardo, uno dei nostri ispettori di quel settore. E sì, si riprenderà e tornerà come nuovo. Ha solo un paio di bernoccoli in testa. Povero ragazzo. Avrebbe dovuto terminare il suo turno alcuni minuti prima, ma VécéCanard, il suo sostituto, era bloccato in bagno”.

“Bene”. Duckdonald rise. “Io almeno posso dirlo. Preferirei morire di sonno qui, piuttosto che venire schiacciato da un mare di sfere del drago”.

“Sì, anche io” confermò Duckdaffy.

“Buona fortuna qui, allora. Io non penso di poter stare sveglio per più di altri cinque minuti” disse il primo, alzandosi dalla sua sedia lentamente.

Nelle tribune, il pubblico stava ritornando alle loro sedie, mentre alcuni di loro avevano già trovato i loro posti. In tutte le tribune, centinaia di conversazioni stavano già avendo luogo; i visitatori discutevano di tutto: dei loro concorrenti preferiti, delle predizioni fatte il giorno prima, e di quelle per i prossimi incontri.

Dopo che tutto il pubblico aveva trovato i propri posti, i partecipanti cominciarono a venir fuori dai dormitori. I soldati del universo 19 furono i primi ad uscire, oltre ai pochi lottatori che non si erano mossi per tutta la notte, come Cell. Dopo di loro, ad uscire furono i Kaiohshin e quelli dell’universo 2, seguiti dai Saiyan dell’universo 13, Trunks dell’universo 12, i “Pirati Spaziali” dell’universo 6, i Demoni del Freddo e Tapion. Poi, il gruppo dell’universo 18 imboccò la strada per la loro area designata.

Goten, il primo ad uscire nell’arena, si girò verso il corridoio, gridando.

“Papà, finisci la colazione e vieni qua fuori!”

Crilin, che era appena uscito nello spazio 9 con Ten, notò immediatamente i Saiyan degli universi 13 e 18.

“Uff, ci sono ancora questi Saiyan…”.

“Ho semplicemente fatto un errore!” Il vecchio Kaiohshin deglutì, alzando le sue mani in segno di resa. “Caspita, che brutalità!”. Con un occhio nero, cercava una scusa accettabile per quel che aveva fatto la notte precedente.

“Un Dio? Che sbaglia stanza?” urlò Videl, rifiutando chiaramente di sorvolare sull'accaduto. “Mi stai prendendo in giro?”.

Dietro di lei, Bulma e Trunks cercavano di calmare la ragazza, mentre Yamcha rideva allegramente.

Nello spazio dell’universo 4, Bu apparve d'improvviso, grazie la trasmissione istantanea. Era appena ritornato dopo aver esaminato per intero questo universo “vuoto”. Così come detto dai Varga, esso era totalmente deserto. Non aveva il Paradiso o l’Inferno. Questi reami spirituali, negli altri universi, erano il risultato della presenza di vita. In un universo senza vita, come poteva esserci un aldilà? I pianeti e le galassie in questo posto erano completamente vuoti, coabitati insieme senza nessun tipo di separazione. I morti, quelli del torneo, erano i primi spiriti esistiti in questo regno. Le loro anime ora vagavano nel cosmo vuoto; soli, senza forma, consistenza o meta.

Bu incrociò le sue braccia e sorrise. Tutto stava andando alla perfezione.

All’interno dell’appartamento dell’universo 14, C-18 era ancora sdraiata sul letto con le mani rilassate dietro la testa.

“Vai se vuoi, 17” disse con gli occhi chiusi pigramente. “Io rimango qui”.

“Ma sorella! Dai! Oggi è il giorno in cui finalmente ucciderò Son Goku! Dovresti almeno venire a vedere il mio incontro!”.

“Scusa, boicotto questo stupido torneo” rispose, pensando a quello che le aveva detto Yamcha dell’Universo 9.

C-17 sospirò, incrociando le braccia. “Va bene, sorella. Fa come vuoi” disse, sperando che cambiasse idea successivamente.

Finalmente, i concorrenti e gli spettatori dell’Universo 16 vennero fuori; Gohan e Videl furono i primi ad uscire, seguiti da Piccolo e Vegeth.

“Ho parlato con i Kaiohshin la scorsa notte” disse Gohan disse alla moglie.

“E hanno accettato le tue richieste?”

“Non ne sono ancora sicuro. Hanno detto che considereranno la mia proposta”.

Camminando dietro la coppia, Piccolo ascoltò la loro conversazione, senza dire niente. Non avrebbe proferito parola, preferendo concentrarsi su Cell.

“Non si è mai mosso per tutta la notte…” pensò, mentre l’androide spostava silenziosamente i suoi occhi per incontrare quelli del Namecciano. Piccolo, velocemente, voltò sguardo.

“Pfff” borbottò Bra. “Ci sono ancora troppi patetici partecipanti. Spenderemo un altro giorno guardandoli mentre si rendono ridicoli... Cosa potrebbe esserci di più noioso?”

“Usa questo tempo libero per allenare la tua pazienza e il tuo autocontrollo” rispose suo padre, avendo ascoltato da dietro le sue spalle.

“Tch! Ho solo aperto la mia grande bocca” pensò Bra, facendo roteare i suoi occhi. Tutto quello che voleva era soltanto lamentarsi, ma suo padre trasformava sempre tutto in una lezione.

“Controllo? La mia pazienza è durata un giorno e mezzo senza mandare questi idioti a quel paese. Dammi tregua”.

“Hmm.. Ehi, Piccolo?” disse, girandosi verso il Namecciano. “Puoi materializzarmi una tuta da allenamento? Qualcosa di molto pesante?”

“Se è questo che vuoi” disse, rivolgendosi a lei. Egli era quasi contento di non essere incluso nei “noiosi” come tutti gli altri. “Ho appesantito i vestiti di diverse tonnellate” avvisò.

Il nuovo abbigliamento di Bra includeva un paio di pantaloni scuri con una lunga, spessa cintura e un pesante maglione grigio. Infatti, gli indumenti erano così robusti che il terreno sottostante si ruppe sotto il suo peso.

“Perfetto” disse la ragazza, sorridendo. Ella levitò di un paio di centimetri sopra la terra provando quella nuova sensazione.

Ora che tutti i fan nelle tribune, sommati ai partecipanti, avevano preso i loro posti, gli altoparlanti ripresero a parlare.

“Benvenuti al secondo “giorno” qui, per il secondo round del solo e unico torneo inter-universale!”.

Centinaia di applausi emersero dalle tribune, mentre Bra si sentiva già impaziente dinanzi a quella sceneggiata. All’improvviso, una cupola volò nell’aria e iniziò a librare proprio sopra il ring.

Sopra di essa erano seduti cinque alieni musicisti, con i loro strumenti già sintonizzati e nelle mani. Immediatamente la musica partì; uno dei più grandi concerti dell’universo 1.

“Bene bene! Un intermezzo musicale!” disse Trunks dell’universo 16.

“Musica aliena?” esordì Gohan, curioso di sapere a cosa potesse somigliare.

“E’ terribile” sì lamentò Bra dell’universo 18, incrociando le sue braccia.

“Hmm... E’ sia originale che ritmica. E suonano i loro strumenti con così tanta grazia e precisione!” si complimentò Tapion. Dietro di lui, il Dr. Raichi si lamentava.

“Che suono orribile!” urlò Babidi, coprendosi le orecchie. “Sembra l’esplosione di un glaviot!”.

“Sembra quella terribile musica che metti durante i tuoi ricevimenti” disse Re Cold, l’alto demone del freddo ancora senza la sua tipica armatura.

“Che cosa?” rispose Cooler, abbastanza frustrato. “Questa beffa non è per niente simile ai miei gusti! Chiaramente questa esibizione non è altro che l’ultima sinfonia in stile Figrindan Punk. Mentre un udito più fine ascolterebbe solo la sinfonia Figrindan Classica”.

“Che pessimi gusti che hanno questi Varga starnazzanti; osano presentarsi così davanti ai virtuosi più eloquenti!” rise Freezer, senza mai perdere un’occasione per deridere suo fratello.

“Sono d’accordo, la sinfonia Figrindan Classica è molto superiore rispetto a questo abominio musicale”.

Tra tutti quelli particolarmente offesi dalla musica, c’erano i due Vegeta degli universi 13 e 18. Gli ricordava i lontani tempi, nei quali erano degli ospiti ai ricevimenti di Lord Freezer; circondati da alieni dignitari che non erano nemmeno capaci di combattere, che seguivano gli affari imperiali di Freezer giorno per giorno da dietro la sua comoda scrivania. Oh, come avrebbero voluto uccidere queste patetiche personalità sociali, cosa che era assolutamente proibita.

Gli sciocchi lo avevano deriso involontariamente, scambiando i loro convenevoli, riferendosi sarcasticamente a lui come Re Vegeta, chiedendogli perché non avesse la barba. Ogni parola che loro sputavano, creava nel principe dei Saiyan l’istinto omicida di strappare le loro gole.

Comunque, l’opinione generale del pubblico sembrava approvare. L’intermezzo musicale fu ben accolto da molti, anche i più sempliciotti, che la trovarono sia orecchiabile che piacevole. Comunque, il concorrente dell’universo 4 non la pensava proprio così.

“COS’E’ QUESTO INSULTO!!?” gridò Bu, mentre la sua voce riecheggiava in tutta l’arena in modo che ognuno la potesse sentire. Persino i musicisti, così spaventati, fermarono la loro esibizione per cercare la fonte del disturbo. Seduto su di una panchina solitaria nell’universo 3, Bardack rimase scioccato, chiedendosi se quella fosse la stessa scena che aveva già visto nella sua ultima visione.

“Può essere questo... quello che ho già visto?” si chiese.

All’improvviso, Bu si teletrasportò sulla piattaforma dei musicisti. “Voi chiamate QUESTO un concerto? Un milione di spettatori, il grande torneo dei multi-versi, e i Varga hanno assunto voi? Non è nient’altro che un insulto alla bellezza della musica!” Bu si rivolse al pubblico. “Signori e signore, il Figrindan non è così patetico come questi stupidi hanno cercato di farvi sentire. Datemi gli strumenti” disse, rivolgendosi a Bith, “E io dimostrerò il vero stile con TUTTE le sue sottigliezze e sfumature!”.

Infatti, Bu era diventato un poeta musicale come nessun altro nel suo universo, grazie al suo incomparabile apprezzamento verso ogni tipo di forma d’arte. Non faceva differenza in nessun campo, sia per conoscenza che per bravura. Egli aveva assorbito il meglio che esisteva… in tutto.

“Questa interruzione è inaccettabile! Ora vado a fermarlo!” tuonò il Kaiohshin del Sud, rimboccandosi le maniche.

Il Grande Kaiohshin, comunque, sorridendo allegramente, espresse il suo parere. “Bene, egli ha di sicuro qualche abilità. Effettivamente questa esibizione particolare ci mancava”.

Nell’angolo dell’universo 16, Piccolo si rivolse a Vegeth con un’espressione nervosa. Sorridendo, il guerriero fuso rispose prima che il Namecciano potesse parlare.

“Pensi che dovrei intervenire? Ah! Non ci capiterà mai di più sentire Majin Bu suonare, tra tutte le persone!”

All’improvviso, Bu estese il suo braccio in entrambe le direzioni, formando una T. Poi, dal suo braccio, emersero cinque piccoli Bu in miniatura, ognuno brandendo uno strumento tra le mani. L’ultimo Bu, si fermò, guardando con un’espressione interrogativa il musicista davanti a lui.

“Te no” disse il mini Bu, rifiutando lo strumento dell’alieno proveniente da una galassia così lontana. “Tu sei molto bravo, continua a suonare”. Egli si imbarazzò, arrossendo a questa strana presenza, poi sparì di nuovo dentro il braccio di Buu.

Gli altri membri del concerto guardarono il loro compagno, senza parole, vedendolo riprendere a suonare.

Bu, velocemente, diede il via e la musica iniziò. L’ultimo alieno, in un primo momento fu sorpreso dalla melodia e dalla complessità delle variazioni suonate da Bu, ma velocemente raggiunse gli altri, trovando sia il ritmo che le giuste note musicali nei primi secondi.

“Questo... è... incredibile!” esclamò Cooler a bocca aperta.

“Che armonia fantastica!” aggiunse Freezer, in soggezione.

“Wow, è bellissimo” disse Tapion meravigliato. “Non ho nemmeno le parole per descriverlo!”.

All’improvviso, una lacrima, apparve nell’occhio destro del Kaiohshin del Sud. “È... una rivoluzione musicale! Non ho mai ascoltato una melodia così piacevole in milioni di anni!”.

Nella stanza di controllo di sopra, un Varga teneva il suo dito due centimetri sopra il pulsante che avrebbe fatto ritornare Bu nel suo universo. Ma egli non poteva farlo: non poteva mettere fine ad una sinfonia così meravigliosa. Il Varga chiuse i suoi occhi, pieni di lacrime, e l’ascoltò con il suo cuore. L’emozione che sentì, quell’intensa passione, gli impedì di rispedire nel suo universo una creatura così abile nel produrre una musica così meravigliosa.

Affascinata, l’intera arena sembrava essere trasportata in un altro posto dalla qualità di questa nuova canzone. Persino gli spettatori più ignoranti, in termini musicali, erano in grado di identificare il significato di quel momento e di goderne.

“E’ la stessa di prima, vero?” chiese Goku rivolgendosi a Gohan.

Gohan non rispose. Anche se probabilmente non era paralizzato come alcuni, egli di sicuro era in grado di notare la grandissima differenza tra le due.

Quando l’ultima nota fu suonata e la composizione finì, l’intera arena, che era rimasta in completo silenzio, applaudì con gioia e ringraziamenti.

“Questa è l'opera dell’uomo più virtuoso di tutti i tempi” disse Bu soddisfatto. “Come potete vedere... QUESTA è musica”.

“Grazie signore” disse imbarazzato l’unico musicista che aveva suonato. Ora, egli era quasi esausto, ma altrettanto orgoglioso dalla musica. “Perché mi avete lasciato suonare?”.

“Io riconosco il vero talento quando lo vedo” spiegò Bu. “E ti ho già incontrato nel mio universo. Da quel momento, tu sei parte di me, assieme a così tanti altri musicisti unici”.

“Oh...”. L’alieno rabbrividì. Ascoltare la musica era meraviglioso, e avere il permesso di suonare con essa era un grande privilegio. Ma egli pensava con terrore che una copia di sé stesso era intrappolata dentro il corpo di quella strana creatura rosa.

Finalmente, Bu ritornò nel suo spazio, soddisfatto di sé.

“Molto bene! Ora che abbiamo concluso questo piccolo interludio, inizieremo il secondo round! Grazie ancora a tutti per essere qui!”. Il pubblicò diede la propria carica con esclamazioni e applausi.

“La resistenza e la gravità del ring ora saranno moltiplicate per dieci per il secondo round!”.

“Quindi la gravità diventerà cento volte quella terrestre” disse Gohan, rivolgendosi a suo padre.

“Solo cento volte?” esclamò Goku, quasi contrariato. “Ehi! Mi ricordo il mio allenamento quando stavo andando verso Nameck!”

“Uhm, Papà?” esordì Pan con faccia preoccupata. “Non pensi che è un po’ troppo? Sarò in grado di resistere?”.

“Oh certamente, non sono preoccupato per quello” rispose il padre con un sorriso. “Tu sei molto più forte di quanto lo fosse mio padre quando era venuto a salvarci da Freezer. Andrai alla grande con questa gravità, Pan!”.

“Comunque” pensò Gohan “Se vincerai e la gravità sarà ancora moltiplicata per dieci al prossimo round, allora non sarà così semplice”.

“Ora, prima di iniziare il nostro primo incontro del giorno, vorremo chiedere ad ogni partecipante cosa desidererebbe in caso di vittoria del torneo! Lo chiederemo subito alla prima metà dei nostri concorrenti, poi alla seconda durante la pausa pranzo!”.

Dopo un breve momento di applausi, l’annunciatore continuò. Allo stesso momento, un Varga dalla pelle viola apparve alla porta dell’universo 1.

“Il nostro reporter, Den Grimme Aelling, sarà nelle varie corsie per scoprire sogni e desideri di ogni concorrente!”. Egli era un vecchio Varga, una piccola celebrità nel suo universo. Camminando abbastanza lentamente, egli entrò nell’arena dell’universo 13, rivolgendosi a Nappa.

“Il nostro primo partecipante è un Saiyan dell’universo 13, Nappa. Egli ha facilmente sconfitto il suo avversario nel suo primo incontro, nonostante si trattasse di un potente guerriero Namecciano!” disse Aelling; la sua voce vecchia e roca era ancora perfetta per le interviste. “Ora, Mr. Nappa, cosa vorrebbe chiedere in caso di vittoria?”.

Il Saiyan calvo si grattò la testa: “…Uh...”. Velocemente gettò uno sguardo verso Vegeta, sperando in qualche consiglio. “Cosa dovrei dire?” si chiese, sapendo di non avere nessuna speranza di vittoria, non potendo nemmeno sconfiggere Vegeta e Kakaroth del suo universo.

Vedendo che la sua intervista non produceva risultato, Aelling velocemente riformulò la domanda.

“Lasciami ripetere la domanda, allora. Ma cambiandola leggermente. Cosa vorresti accadesse ad un tuo avversario?”

“Oh, ora posso rispondere!” ruggì Nappa. “Vorrei che crescessero un paio di soffici orecchie da coniglio sulla testa di Freezer!” rise, mettendo le sue mani sopra la sua testa in modo da formare due orecchie a punta. “Come un coniglio” aggiunse con un sorriso.

“Hmm, un desiderio molto interessante” disse l’annunciatore. “E sono curioso di sapere cosa vorrebbe chiedere il tuo avversario”.

Il demone del freddo, ora sconvolto, e da un Saiyan che aveva già ucciso nel suo universo arricciò il sopracciglio, arrabbiato “Che mancanza di rispetto!”. In quel momento, era come se tutta la sua frustrazione verso i Saiyan ritornasse nella sua memoria. Oh, e quanto era soddisfatto di averli sterminati tutti quanti. Ancora abbastanza arrabbiato, Freezer non aspettò nemmeno l’arrivo del Varga viola.

“Non ho niente da dire su di te. Ora ci aspetta un incontro, spero che sarai così gentile da TOGLIERTI DAI PIEDI!”.

“Hmm... va bene, come vuoi” rispose, ignorando la minaccia. “Vediamo... il prossimo è il lottatore dell’universo 18, chiamato Goku, che ha sconfitto il suo rivale dell’universo 10 con, emh, quel che sembrava una pressione d’aria. Cosa chiedereste, signore?”.

“Io? Mmm” Goku iniziò a riflettere. “Non ho ci ho mai pensato, sono solo qui per godermi i miei incontri e dare tutto quello che ho. Non ho bisogno di usare i miei desideri. Solo il prospetto di lottare contro qualcuno di questi ragazzi è una motivazione più che sufficiente per me. Ma, ehi, ti farò sapere se penserò a qualche bel desiderio. Oppure lo lascerò a qualcuno che ne ha più bisogno di me”.

Sentendo questo, il morale del Tapion dell’universo 3 crebbe di molto. Se, per qualche ragione, Goku dell’universo 18 avesse, egli avrebbe potuto chiedergli di prendere in considerazione il suo desiderio.

Molti tra i milioni di spettatori trovarono la risposta di Goku molto nobile, e applaudirono fortemente.

“Grazie, Goku. E ora, visto che siamo già nello spazio dell’universo 18, io vorrei chiedere agli altri tre partecipanti di questo gruppo quali sarebbero i loro desideri. Vegeta, di questo universo, dovrà combattere contro Trunks dell’universo 12, oggi. La volta scorsa aveva sconfitto la sua stessa controparte dell’universo 10. Qual è il suo desiderio?”.

“Neanche io ho bisogno di questo desiderio” rispose freddamente. “Non sono interessato a nessuna ricompensa. Sono qui per combattere”.

Ancora una volta ci fu un ruggito di applausi dagli spalti. Per loro, sentire che diversi con concorrenti erano li solo per combattere e non avevano bisogno del grande premio, faceva aumentare il sospetto che i prossimi incontri sarebbero stati meravigliosi.

“E te, giovane ragazza?” Aelling chiese, era basso abbastanza da non doversi piegare per incontrare gli occhi di Pan.

“Io...” esordì timidamente. “Io non so se è un desiderio o no, ma vorrei essere utile alla mia famiglia!”.

“Oh sì, molto bene!” disse l’annunciatore. “Ti auguriamo la nostra fortuna. E ora, andiamo all'universo numero 14. C 17, il tuo incontro odierno è contro Goku. Cosa vorresti chiedere?”.

“Hmm... Mi auguro che ci sia un modo per lasciare la Terra. Li non c’è più nessuno, è facile annoiarsi”.

“Ah, sul serio? Una specie di navicella spaziale? Ampliare la mente e espandere gli orizzonti è veramente magnifico! Molto bene!”. Il Varga viola non comprendeva che C-17 stava cercando altri universi con cui divertirsi. “E ora, non troppo lontano da quest’area, lo spazio dell’universo 12. Trunks, sembra che tu dovrai lottare contro una versione di tuo padre, anche se chiaramente proviene da un altro universo. Che cosa interessante. E cosa vorresti chiedere?”.

“Bene, io, vorrei qualcosa per ricreare l’umanità, per riparare tutti i danni possibili inflitti alla Terra”.

“Pff! Che babbeo!” lo derise Trunks dell’universo 16, e anche la sua controparte dell’universo 18 fece lo stesso. “Lo so che quello che vorresti veramente è… una ragazza!”.

L’intervistatore Varga, però, era già andato e stava ritornando verso l’universo 13.

Egli voleva parlare con Kakaroth, ma il lottatore era inginocchiato in un angolo dell’area, intento a pestare il terreno con una pietra nella sua mano. Leggermente infastidito da quella scena, e siccome gli altri Saiyan lo ignoravano, il reporter fece finta di niente e si spostò al nono universo.

“Crilin. Hai sconfitto un avversario ben più giovane di te nel primo turno e la prossima battaglia sarà contro Tapion. In caso di vittoria, quali sarebbero i tuoi desideri?”.

“Niente di speciale, amico. Sono solo qui per provare i miei limiti e fare nuove scoperte”.

“Ah, abbiamo così tanti nobiluomini qui. Siamo così fortunati che molti dei guerrieri qui presenti abbiano solo la passione per la battaglia e non siano interessati alle ricompense”. Egli continuò il suo cammino verso il terzo universo. “E te, Tapion, quale sarebbe il tuo desiderio?”.

“Tempo fa... ho... perso... mio fratello minore. Il mio desiderio è rivederlo ancora una volta”.

“Ah. E ancora una volta, abbiamo la speranza della rinascita, ancora un desiderio positivo”. Proseguendo nel suo cammino, giunse all’universo 6. Si rivolse a Bojack.

“Mi chiedo, signore, se anche lei abbia dei nobili desideri”.

Divertito dall’apparente ignoranza del Varga, Bojack ridacchiò.

“Io? Sono il capo indiscusso del mio universo! Ho tutti i pianeti, tutte le richezze e qualsiasi donna possa sognare. Non c’è niente che non abbia già!”

“Oh, capisco. Quindi lei non è qui per i desideri, ma solo per le battaglie?”.

“Ha! Ha! Sì! Per distruggere qualche teschio, diciamo. Ma se dovessi desiderare qualcosa, vorrei conoscere come sono stato bloccato per secoli e chi l’ha fatto. Quindi andrò a cacciare loro e i loro discendenti in tutti gli angoli dell’universo, se esistono ancora”.

“Oh…” disse il Varga viola, preso alla sprovvista.

Quello che Bojack sembrava non capire era che gli ufficiali del torneo erano i Kaiohshin. Essi avevano sospettato che i loro subordinati, i Re Kaioh, erano responsabili nell’aver bloccato quel demone. Nel loro universo, avevano combattuto contro Bojack direttamente. Comunque, I Kaiohshin non erano forti abbastanza da sconfiggerlo da soli, quindi dovettero far affidamento alle loro magie e le loro abilità di imprigionamento. Senza proferir parola, i Kaiohshin erano disgustati dall’impetuoso desiderio di Bojack.

“Bene, sembra che abbiamo ancora una sola persona da intervistare. Dall’universo 17, il concorrente che fronteggerà Bojack nel prossimo match. Ecco qui Cell. Mi dica, cosa desidererebbe?”.

“Non è niente che ti possa interessare” rispose seccamente l’androide senza muoversi minimamente. “Fate ricominciare il torneo”.

Annuendo, Den Grimme Aelling, ritornò all’area dell’universo 1. Mentre lo faceva, gli annunciatori ripresero a parlare.

“Ora che conosciamo un po' di più di ogni partecipante, possiamo finalmente cominciare il primo incontro del giorno!”.

Tutto il pubblico era in trepidante attesa della prima battaglia. Tutti erano ai bordi delle loro sedie dall’entusiasmo. Nappa contro Freezer era l’incontro che moltissimi di loro attendevano con entusiasmo.

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