DB Multiverse
Hanasia, la Regina dei Saiyan
Scritto da Salagir
Traduzione e adattamento di Crix, Prosavio e ItsAMeLuigi
Questa storia si svolge sul pianeta dei Saiyan, ben prima che questi diventassero il popolo di sterminatori che portò terrore in tutta la Galassia all'epoca di Re Vegeta. Se ti sei mai chiesto in che modo queste persone così potenti vivessero in comunità, se vuoi conoscere le sorti dei Guerrieri Millenari che hanno preceduto Broly, se le avventure di una frenetica ed emotiva guerriera in un mondo crudele ti tentano…allora entra nel mondo della Saga di Hanasia!
Parte 1 :123
Parte 2 :4567891011121314151617
Parte 3 :18192021222324252627282930313233343536373839404142434445
Parte 4 :464748495051
Nello spazio, nessuno può sentirti urlare
Hanasia volava verticalmente.
Una volta arrivata abbastanza in alto, sentì i tipici sintomi dell’altezza. Le facevano male le orecchie e il naso ma continuò lo stesso sempre dritta nonostante fosse sempre più doloroso. Si trasformò in Super Sayan, trattenne il respiro, poi il dolore scomparve. Hanasia salì laddove nessun Sayan era mai arrivato senza ferirsi, là dove persino a mezzogiorno il cielo diventava sempre più scuro. Così si fece notte. Il giorno era rimasto in basso, al suolo.
Era sorprendente: il sole continuava a brillare persino più forte di prima, ma niente nelle vicinanze ne veniva rischiarato a parte lei stessa poiché non c’era nulla intorno. Il giorno non poteva quindi continuare là dove non c’era più aria… Hanasia guardò le stelle. Ogni stella era un sole, o almeno così le avevano detto. I mondi intorno a quelle stelle erano come delle isole da raggiungere, e persino più facili da trovare rispetto alle isole poiché quest’ultime tendevano a nascondersi (dovuto alla curvatura del pianete, ma Hanasia non riusciva a capirlo). Invece in questo caso, sarebbe bastato dirigersi verso i puntini luminosi.
Era evidente… ce n’erano migliaia! Ma gli invasori non potevano essere lontani. Avrebbe tentato verso la stella più brillante, poi da lì, avrebbe chiesto informazioni. Partì a massima velocità nell’oscurità, consapevole di poter trattenere il respiro per un’ora o due.
Senza gravità a trattenerla e senza aria a rallentarla, Hanasia continuò ad accelerare per numerosi minuti, divorando distanze mostruose. Centinaia di migliaia di kilometri più tardi, si rese conto di aver bisogno di respirare molto più velocemente di quel che credeva. Alla soglia del milionesimo kilometro, pensò di tornare indietro. Girò la testa e vide il suo punto di partenza, che ora era solo un piccolo punto, ai suoi occhi, più piccolo di una luna. Notò anche che mentre continuava ad accelerare, il pianeta si rimpiccioliva. Sì, stava andando molto veloce. Immensamente veloce, nello spazio nulla ti ferma. Riacquistò fiducia e accelerò verso la stella più luminosa tra quelle che aveva visto.
Tutto il suo corpo le diceva di respirare con insistenza. Nel frattempo non vedeva più il suo pianeta dietro di lei. Eccetto forse per un piccolissimo puntino. Invece, il punto che stava inseguendo non si era ingrandito per nulla.
Il suo corpo ebbe un riflesso involontario, aprì la bocca e respirò. Ma non accadde nulla. Tutto il suo istinto si mise in moto preso dal puro panico. Era come se stesse affogando!
Allora si diresse verso la parte opposta, ma il puntino che rappresentava il suo pianeta non si ingrandiva, continuava a ridursi! Infatti, stava solo rallentando la propria accelerazione dato che l’inversione di marcia non poteva essere fatta repentinamente a causa della velocità che aveva raggiunto. Senza alcuna logica, riprovò a respirare di nuovo ma non fece altro che peggiorare la situazione.
La Super Sayan stava per morire in un modo totalmente stupido.
Quando gli Tsufuru realizzarono che la regina dei Sayan era partita “a piedi” verso altri pianeti, prima caddero dalle nuvole, poi dalla siede e infine furono sconvolti. Decretarono una nuova situazione d’urgenza nel bel mezzo dei celebramenti per la vittoria. Il loro rilevatore ancora segnalava la posizione di Hanasia. Ma per il momento in cui avevano preparato un vascello per farlo decollare, Hanasia già lasciava il loro sistema solare. Fu deciso che i ribelli che avevano già un vascello nei dintorni del sistema, sarebbero partiti per cercarla. Erano in una posizione migliore e in più, uno Tsufuru era presente nel vascello quindi Hanasia non si sarebbe sentita completamente disorientata. Contentissimi di poter vedere dal vivo e salvare la vita al combattente più forte dell’universo, l’equipaggio presente sul vascello si precipitò verso la direzione nella quale si trovava la Sayan.
Quando arrivarono, molti minuti dopo e quando trovarono il corpo non luminoso e senza vita della Sayan, la loro faccia si fece cupa, consapevoli che la loro missione ora consisteva nel recuperare un corpo. Sapevano che nemmeno un potente guerriero poteva sopravvivere nello spazio più di qualche minuto, ma speravano in qualcosa di diverso per la Super Sayan.
Una manovra ben realizzata portò il corpo dentro la stanza di depressurizzazione. Fu riempita d’aria e decontaminata dalle radiazioni. In effetti, un oggetto stellare non protetto da uno scudo di ozono, riceve in continuazione i raggi solari i quali spesso vengono filtrati dall’atmosfera nei vari pianeti. Se l’aura del Super Sayan l’aveva protetta , da quando aveva perso coscienza tutti i pericoli dello spazio si erano abbattuti su di lei. Se il suo corpo non era stato distrutta dall’effetto del vuoto era solo grazie all’estrema resistenza della specie Sayan. Portarono il corpo della Regina sul ponte, (avevano rimosso la gravità artificiale) e cominciarono a fare il possibile per aiutarla. Dopo numerosi elettroshock si poté dire che il suo cuore batteva di nuovo!
Fu fatto il massimo e nonostante fosse rimasta incosciente, avesse riportato scottature e ferite interne dovute a vasi sanguigni esplosi, il medico di bordo fu sollevato di poter affermare che grazie ai suoi poteri fuori dal comune, si sarebbe sicuramente ripresa.
Voi lettori non avrete dubitato un secondo per la sorte di Hanasia, ma immaginate per un attimo come potessero essere sollevati i membri dell’equipaggio della buona notizia!
Un giorno dopo, l’equipaggio arrivò in uno spazio porto Tsufuru nel bel mezzo dell’oceano e Hanasia era già capace di reggersi in piedi da sola.
“Che costituzione degna di nota! – Aveva notato un ufficiale – sembrava così fragile… “
Gli Tsufuru erano piccoli e larghi, con grossi muscoli per permettere loro di sopportare quella gravità, mentre i Sayan sembravano tutti straordinariamente magri.
La maggior parte dei membri dell’equipaggio rimasero nel vascello. Solo il più forte tra loro, munito di uno speciale marchingegno che gli permetteva di dividere il suo peso per quattro, uscì con lo Tsufuru e la Sayan. Mentre camminava era evidente che stesse combattendo per non cadere al suolo.
Chiin-Lee spiegò ad Hanasia alla quale faceva male la testa e aveva ancora la nausea, che la sua non era stata un’idea geniale:
“Deve comprendere, Regina Hanasia, che gli altri pianeti sono immensamente lontani dal nostro. E’ per questo che usiamo navi che hanno aria che possiamo respirare.”
“Ma sono molto più veloce delle vostre navi.” Disse Hanasia.
“Beh… per farla breve… non nello spazio.”
“Allora ne voglio una.”
“Prima deve rimettersi… Per favore! Le sue ferite interne dovute alle radiazioni sono molto peggio di quelle ricevute nell’ultimo combattimento. E’ straordinario che lei sia ancora viva! Ha bisogno di riposare e curarsi mia… nostra Regina.”
Hanasia guardò la sua interlocutrice in modo minaccioso, poi la sua visione cominciò ad appannarsi.
“Combatterà contro gli altri invasori prima che vengano qui. Le prometto che eviteremo dei combattimenti nel nostro pianeta, è ciò che vogliamo tutti. Ma più tardi. Sappiamo dove si trovano e sappiamo che non si stanno dirigendo qui al momento. Accetti il nostro sostegno.”
“D’accordo… più tardi… “ Disse Hanasia camminando verso il bordo della piattaforma.
“Héé! Non torni a casa volando! La riporteremo volando!”
E’ insopportabile, pensò Chiin-Lee. Bisognerà fare attenzione, abbiamo veramente sfiorato la catastrofe!
L’annuncio della morte di Ice Kurima, nella sala del trono, fu fortemente doloroso soprattutto per il messaggero. Blizzard con la sua possente e terribile aura, contenne la collera e non fece più danni oltre a schiacciare il corpo dell’annunciatore mentre Frosty scatenò tutta il suo odio senza moderazione.
“Che banda di incompetenti! – Gridò. – Prepariamo la migliore trappola, inviamo il nostro miglior esercito e non ne restan nulla! Il generale e nostro fratello, deceduti! E’ assurdo!”
Frosty era frustrato poiché i vascelli ammiragli che erano fuggiti dalla battaglia si erano arresi o erano stati distrutti dalla piccola armata degli Tsufuru. Non c’era nessuno con cui prendersela.
Sperava solo in una cosa, qualcuno della corte che parlasse o cercasse di rispondergli. Lo avrebbe polverizzato all’istante. Ma ben coscienti del pericolo, rimasero tutti in silenzio e lungo la parete della stanza il più lontano possibile dal Demone del Freddo.
“E dov’è Snower?” Urlò alla corte e a suo padre.
“Snower sta pacificando tutta la zona Est della galassia. - Disse Blizzard dato che nessun altro nella sala avrebbe osato rispondere a quella semplice domanda. – E’ a due settimane da qui.”
“Infatti i governi ribelli erano sempre più numerosi, e in quella zona, l’impero dei Demoni era un lontano ricordo. Snower, un contingente armato, e qualche guerriero della corte erano partiti per fargli rischiarire la memoria. In due giorni avevano già devastato tre pianeti, senza farlo troppo accuratamente. Un quarto pianeta, completamente abitato, era stato semplicemente distrutto da lontano dal Demone. Questi piccole misure avevano già calmato i nuovi ribelli.
Dovuto all’urgenza della rappresaglia, Snower sarebbe potuto tornare immediatamente, ma ci sarebbero volute almeno due settimane. Frosty non voleva attendere.
“Sono più forte dei miei due fratelli messi insieme – fece Frosty con calma. – Distruggeremo il pianeta e uccideremo questa Super Sayan nello spazio. Peggio per lei se ha bisogno di respirare!”
Era un piano codardo? O giustificato?
“Prenderemo delle precauzioni contro questo pianeta e tutto ciò che lo circonda e tutti i tranelli e sotterfugi. Prendo con me la stazione spaziale insieme ad Avoka e Yikoun e… voi dieci.”
La stazione spaziale era sotto molti aspetti simile alla pianete di Re Kaioh che conoscete tutti. Più larga, ma incomparabilmente più piccola di un pianeta abitabile. Aveva la sua atmosfera e volava come una nave. Alcuni combattenti erano utili nello spazio e una stazione del genere era il luogo ideale per combattere tra due pianeti. Da lì, Avoka poteva distruggere vascelli ammiragli. Quanto a Yikoun, poteva sopravvivere più o meno un’ora nello spazio. La sera stessa partirono. Così che le armate avversarie non avessero il tempo di organizzarsi e la Super Sayan il tempo di rimettersi dagli esiti del combattimenti.
“Signori, il momento che stavamo attendendo è arrivato.”
Nel vascello in incognito che trasportava l’élite dei ribelli, l’oratore aveva un largo sorriso dipinto sul volto. Dopo aver decimato solo alcune piccole squadre per rimanere celati, finalmente avevano l’occasione di rovesciare la situazione. Soprattutto il piano basato su Krämm e la sua spada, dava loro speranza.
“Blizzard sarà solo nella sua sala del trono. Della maggior parte dell’élite resterà solo Dijicharate con lui. Un avversario molto forte, non posso negarlo, ma in confronto alla nostra eccellente squadra non costituisce un problema. Gli altri guerrieri della corte non daranno problemi.”
“Siamo sicuri che non si tratti di nuovo di una trappola? Alcuni dubitano che porveremo ad attaccare il palazzo dell’imperatore.”
“ah, ah, no, abbiamo controllato e ricontrollato. Snower è a due settimane dal palazzo, mentre noi siamo ad otto. Frosty con gli altri due guerrieri élite stanno partendo per Plant. Ogni informazioni l’abbiamo controllata da due fonti diverse.”
“Ok, ma sono morti molti Bothans per ottenere queste informazioni?”
“Come scusa?”
“No… io… niente, scusa.”
“Allora – fece Krämm d'Istaal alzando il pugno – uccideremo l’imperatore e ci impadroniremo della capitale! Sarà il più grande colpo contro l’impero mai realizzato! Eccetto, ovviamente, i due straordinari combattimenti di questo Super Sayan Leggendario, lunga vita a lui! Gli auguriamo buona fortuna contro il terzo figlio di questo dannato Signore dei Demoni!!”
Le truppe ignoravano il terribile stato di Hanasia, il quale era stato mantenuto segreto.
Tutti insieme gridarono urrà e presero la direzione del pianeta capitale.
“Dov’è Bourgo, il Namecciano?” Chiese uno dei combattenti.
“Avrei preferito se non ci avesse scaricato in questo modo… I Namecciani sono iper recettivi, penso avrebbe fatto al casono nostro contro Dijicharate. Personalmente, verrei ucciso sette volte da lei prima di poterne solo percepire l’ombra. Ricordate che la sua velocità e la sua discrezione le permettono di eliminare avversari ben più forti di lei!”
“Non ti agitare, non sarà in grado di farci fuori tutti. Ci sono degli eroi su questo vascello, lo sai.”
Yshar era chiamato “eroe” sul suo pianeta, ma in questo gruppo si sentiva molto piccolo. Non era Dijicharate che lo spaventava. Contava su Krämm o sugli altri combattenti per occuparsi di lei (anche se contava specialmente su Bourgo). Quello che lo spaventava erano tutti i guerrieri della corte. Non si otteneva quel titolo facilmente.
Nell’impero, c’erano in basso i soldati, poi i “combattenti” addestrati nelle arti marziali e capaci di lanciare sfere energetiche, di volare ecc. ecc. Un combattente del genere era capace di fronteggiare un’intera città di persone normali e comandava generalmente una dozzina di soldati, ma a quel livello preferiscono già battersi da soli. Al di sopra dei combattenti o i “guerrieri”, si arrivava direttamente all’élite. L’élite poteva devastare un’itera regione con un gesto della mano. Il fatto che i membri l’élite stessero morendo uno dopo l’altro su Plant contro i Sayan trasformati in scimmioni, dava la giusta idea su quanto potesse essere forte un esercito di Sayan. Chiunque avrebbe conquistato e controllato tali esseri, sarebbe di certo stato invincibile…
L’élite poteva essere surclassata solo dai guerrieri della corte. Il loro livello variava dall’essere tanto forti da oscurare il cielo di un’intera nazione al poter distruggere un pianeta. Quest’ultimi si contavano sulle dita di una mano e i loro nomi erano conosciuti in tutto l’impero.
Yshar non aveva mai cercato di distruggere un paese. Non credeva di esserne capace. Pertanto era stato ammesso nella ribellione direttamente come un guerriero d’élite dopo aver difeso il suo pianeta contro un gruppo di invasori di cui venne a conoscenza solo più tardi della presenza di due guerrieri della corte. I più deboli certamente.
Dopo tutto, il commando di Chili era costituito solo di quattro guerrieri della corte. Non erano riusciti da soli a ribaltare l’esito della Battaglia di Plant? Senza contare che il generale Chaterton aveva compiuto da solo un lavoro efficiente tanto quanto l’intero commando della missione.
Yshar si sentiva frastornato solamente pensando a tutto ciò.
Hanasia, come qualsiasi Sayan, odiava stare bloccata nel letto.
Doveva ammetterlo, si era affaticata troppo e quando si alzava veniva presa da conati di vomito, vertigini e una totale perdita di energia che la costringeva a rimanere sdraiata, spesso al suolo.
Sospettava già, legittimamente, che i suoi guaritori le avrebbero dato qualcosa per farla dormire.
Nel palazzo Sayan non la stavano accudendo più i guaritori degli Tsufuru. Contro il suo volere, Chiin-Lee o come si chiamava se n’era andata e il gruppo di Tsufuru aveva lasciato solo alcuni robot, freddi e luccicanti esseri che non parlavano, ma erano efficienti per ricostruire e guarire.
Grazie alla magia degli Tsufuru, Hanasia poteva vedere le immagini del funerale di guerra. Il suo popolo aveva eseguito il funerale piuttosto bene, nel frattempo che lei si perdeva nello spazio. Le era stato fatto notare che la sua assenza in quanto Regina era stato un grosso errore. Alcune voci la davano addirittura per morta e non poteva nel suo attuale stato, smentire quelle dicerie. Era così debole da non poter vincere nemmeno un duello!
Fortunatamente la ricostruzione della capitale e il cordoglio funebre per i morti (i cordogli di questo genere erano rari per i Sayan, ma visto il numero di morti, tutti si sentirono di fare qualcosa in più, come comunità) , il numero di feriti, lo shock per la battaglia, resero i Sayan molto calmi dal punto di vista politico. Avevano già molto da fare raccontando su come fosse andata la battaglia ai loro amici, specialmente se avevano fatto parte degli “Ozaru in pieno giorno”, avevano molto da ascoltare e troppo da guarire dalle ferite piuttosto che cercare di diventare Re spodestando Hanasia.
Ogni giorno, Chiin-Lee provava a parlare con lei, ma in genere Hanasia preferiva evitare conversazioni con persone con le quali non aveva nulla in comune, al contrario della Tsufuru che desiderava diventare sua amica.
Una settimana dopo, Hanasia approfittò dell’ennesimo tentativo della Tsufuru per dirle che se si sarebbe sentita ancora affaticata il giorno seguente pensando che fosse colpa loro, allora avrebbe distrutto qualsiasi robot alla sua portata.
Questo però non infastidì per niente Chiin-Lee dato che anche lei stava insistendo da due giorni affinché smettessero di drogarla con quei medicinali.
L’arrivo imminente del più forte dei demoni del freddo metteva tutti in agitazione e tutti gli strateghi si concentravano per ideare un nuovo piano efficace almeno quanto il precedente.
Ma con il Super Sayan fuori combattimento, le possibilità di vittoria sembravano svanire questa volta. Hanasia non ne era ancora al corrente. Gli Tsufuru pensavano, Tchin compresa, che l’agitazione avrebbe diminuito le possibilità di guarigione. Ovviamente era un errore dovuto alla scarsa conoscenza del suo temperamento, poiché con questo genere di persona, la promessa di un imminente pericolo avrebbe accelerato il processo di guarigione!
Tutti si stavano mordendo le unghi, gli artigli o i lobi delle orecchie, per coloro a cui ricrescevano i lobi.
In un’aula conferenze, i capi Tsufuru, olografie dei ribelli da altri pianeti e un robot che serviva il caffè (anche agli ologrammi, inutilmente), discutevano su come agire. Ma la soluzione rimaneva incognita.
“Dobbiamo lanciare bombe nucleari contro la loro arena spaziale! Questo scudo è così forte?”
“Per prima cosa: sì. Inoltre i guerrieri a bordo sarebbero in grado di deviare o fermare qualsiasi attacco energetico o missile senza difficoltà.”
“In ogni caso, non abbiamo scelta, dobbiamo inviare il nostro esercito per affrontarli.”
“Combatterli sul loro terreno?”
“Il nostro di terreno è distruttibile e l’intera popolazione Tsufuru ci vive sopra. Questi demoni distruggono pianeti per colazione.”
“Ma il nostro è molto più resistente, no? Ho letto che i pianeti inabitati dell’impero sono molto meno densi e hanno una gravità dieci volte più debole della nostra! Forse…”
“Forse niente, Signora. Al loro livello di potenza, non c’è alcuna differenza.”
Presero in considerazione l’idea di mandare l’esercito nello spazio.
“Abbiamo un modo per mandarceli? I nostri veicoli funzionano nello spazio?” Chiese uno Tsufuru.
“Possiamo trasportare truppe, robot e cannoni… Ma i nostri aerei sarebbero inutili nello spazio, volano grazie al magnetismo di Plant.
“Come faremo entrare dei Sayan nei nostri vascelli?” Domandò lo stesso Tsufuru.
“Cosa? Contate su di loro?” S’indignò un responsabile dell’assemlbea.
“I Sayan non sono carne da macello!” Esclamò un terzo.
“Devono partecipare ai preparativi di guerra! Con delle lune artificiali moltiplicano la forza complessiva della nostra armata!”
“Non pensi abbiano subito già abbastanza morti?”
“Fermi! Nessun argomento inutile. Continuiamo a proporre idee per ora. Discuteremo i dettagli più tardi.”
“Dopo la guerra, certo! I tuoi figli vivrano incima a dei cadaveri di un’intera specie sacrificata per una causa che va al di sopra delle loro capacità, manipolati da…”
“Guarda le cose come stanno, il nostro pianeta è in pericolo! La civilizzazione dei Sayan non vale quanto quella Tsufuru! E poi è normale avere una preferenza nazionale. La popolazione è della mia stessa idea, anche se non osa dirlo. Ma io non ho paura di contraddire il buonismo politicamente corretto!”
“Credevo che fossimo evoluti oltre l’egoismo, ma vedo che lei non è ancora così avanti. Il vostro discorso mi ricorda gli anni più nauseabondi della nostra storia.”
“Quando le fognature sono straripate 25 anni fa?”
Un suono stridente allontanò gli Tsufuru impegnati nel loro inutile dibattito.
“Ah, ecco a cosa serve questo bottone.” Disse un ologramma viola con falsa sorpresa. I suoi occhi erano difficili da distinguere e anche quando si trovavano erano in realtà narici.
Tutti si girarono verso di lui, eccetto per il robot a cui non era stata insegnata la buona educazione.
“Cari Tsufuru, le vostre discussioni sono piene di vita e dimostrano la vostra sana preoccupazione e il pericolo con il quale convivete. Siete veramente molto civilizzati ed è un piacere ascoltarvi. Ho visto le vostre creazioni, ho ascoltato la vostra musica. Tutto ciò è abbastanza magnifico. Come tutti coloro che sono in qualche modo coinvolti in qualsiasi tipo di relazione con voi, anche io riconosco le vostre qualità.
Un paio di Tsufuru arrossirono.
“Ma c’è un’altra cosa che è sicura e questo di certo fa onore al vostro popolo. Siete in pace da molto tempo e non sapete fare le guerre.”
Lasciò trascorrere alcuni attimi di silenzio.
“La guerra è caotica, sleale e ingiusta. Non conosce vincitori.”
Chiin-Lee aprì bocca per rispondere ma la richiuse immediatamente. Capì che anche se avessero salvato il loro pianeta uccidendo il Demone del Freddo, le loro perdite sarebbero state talmente numerose che avrebbero avuto difficoltà a ritenersi vincitori.
“Quindi continuate a proporre soluzioni. Noi ci occuperemo del piano di battaglia. Dateci qualsiasi cosa. Il nostro obiettivo coincide con il vostro: la vostra sopravvivenza e la loro morte. Ma per fare ciò… verrà versato del sangue.”
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