DB Multiverse

Dragon Ball Multiverse: Il Romanzo

Scritto da Loïc Solaris & Arctika

Traduzione e adattamento di Transporter, ValentDs, BK-81, Crix, PGV 2

Riscopri la storia di DBM con più dettagli! Questo romanzo è verificato da Salagir e contiene anche aggiunte di suo pugno mai raccontate sul manga. Ciò rende questa storia un vero e proprio allegato al fumetto!

Aggiornamenti di giovedì alle ore 20:00 (Parigi)
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Intro

Parte 0 :0
Parte 1 :12345

Round 1-1

Parte 2 :678910
Parte 3 :1112131415
Parte 4 :1617181920
Parte 5 :2122232425
Parte 6 :2627282930

Lunch

Parte 7 :3132333435

Round 1-2

Parte 8 :3637383940
Parte 9 :4142434445
Parte 10 :4647484950
Parte 11 :5152535455
Parte 12 :5657585960
Parte 13 :6162636465
Parte 14 :6667686970

Night 1

Parte 15 :7172737475
Parte 16 :7677787980
Parte 17 :8182838485
Parte 18 :8687888990

Round 2-1

Parte 19 :9192939495
Parte 20 :96979899100

Round 2-2

Parte 21 :101102103104105
Parte 22 :106107108109110
Parte 23 :111112113114115

Night 2

Parte 24 :116117118119120

Round 3

Parte 25 :121122123124125
Parte 26 :126127128129130
Parte 27 :131132133134135
Parte 28 :136137138139140
Parte 29 :141142143144145
Parte 30 :146147148149150
[Chapter Cover]
Parte 30, Capitolo 149.

Capitolo 149

Tradotto da BK-81, revisionato da PGV 2

Nel frattempo, Son Gohan dava una spettacolare dimostrazione di agilità nel cielo sopra il campo di battaglia. Stava fluttuando tra le dozzine di dischi di energia per cercare di avvicinarsi il più possibile a Cell, che invece stava più in basso, controllando i suoi attacchi con le braccia estese. Il loro duello si stava prolungando da un bel po' e nessuno dei due riusciva a guadagnarsi veramente il vantaggio.

Usufruendo di una breve breccia nella guardia, Gohan lanciò due raggi energetici contro Cell, ma l’essere perfetto alzò la sua barriera protettiva appena in tempo. Ma non poté permettersi di mantenere la barriera a lungo, sia per il gran consumo di energia e sia per quello che avrebbe dovuto fare dopo aver vinto, lo aspettava tanto lavoro. Il secondo Son Gohan stava ancora cercando il suo signore e aveva bisogno di molte riserve per tenere il Saiyan a bada.

I pensieri di Gohan erano concentrati sull’area vicina a lui, ma stava ancora cercando una via per allontanarsi da lì. Uno dei dischi lo aveva sorpreso, ma concentrando la sua aura nel punto di impatto riuscì a prenderlo ed a rifletterlo. Il suo corso invertito lo fece avvicinare a Cell a piena velocità, ma l’Androide biologico non si prese neanche la briga di riprendere il controllo, lo evitò con un piccolo passo all’indietro. Gohan tirò una smorfia e cercò una via di fuga da quella situazione.

‘Ho capito…’ pensò. ‘ Non ha usato il suo scudo, lo ha evitato. Forse contro i suoi stessi attacchi non funziona! Posso tentare…’

Facendo ardere la sua aura bianca, Gohan si fece strada tra i dischi, direttamente verso Cell.  Questo invece sogghignò, riconoscendo in questa una tattica troppo familiare.

“Tale padre, tale figlio, eh? Anche lui aveva cercato di attirare i dischi verso di me, ma persino Freezer ha capito il trucco. Ti sei dimenticato delle mie parole? Ti ripeto quello che gli ho detto. Sono un combattente molto più bravo di Freezer, non esiste che uno sforzo tanto flebile possa funzionare su di me!”

Gohan sorrise, i Kienzan alle sue calcagna. Cell era lì preparato per ridirigere i suoi attacchi in caso di bisogno. Ma nel momento in cui il Saiyan stava per raggiungerlo scomparve, e Cell lo perse brevemente di vista. Dopo una breve ricerca lo ritrovò dietro ai dischi di energia, che si stavano ancora avvicinando a piena velocità.

“HAAAA!!!” gridò Gohan con i pugni serrati e mandando avanti una potente onda di energia spirituale.

Il suo Ki colpì i dischi come uno tsunami e li scagliò in avanti con ancora più impeto, direttamente verso Cell. Gli occhi dell’Androide perfetto si allagarono, aveva perso il controllo sulla sua tecnica e faticare per riprendere il controllo sarebbe stato fiato sprecato. Spargendo le sue ali, iniziò ad evitare i dischi energetici nel migliore dei modi. Uno riuscì a colpirlo alla spalla sinistra e aprì un taglio profondo nei suoi muscoli. Brontolò dal dolore, ma si concentrò sugli altri per evitarli, i Kienzan affondarono nella superficie dell’asteroide per poi perdersi nello spazio.

Il dolore fece irrigidire Cell, ma non gli era permesso di distrarsi. Son Gohan era già passato all’attacco con le mani poste sul fianco e cariche di energia.

“Me…”

Le pupille dell’androide diventarono piccole come puntini di una frase.

“HAAA!!!”

L’onda azzurra colpì l‘Androide perfetto a distanza praticamente zero. La sua forma insettoide svanì in quella luce abbagliante, la cui detonazione sommerse la zona in una nube di fumo.

Gohan era rimasto senza fiato, poteva ancora percepire l’energia vitale del suo nemico, seppur indebolita. Quando la polvere si placò, rivelò la forma danneggiata di Cell che stava tremando dalla collera. Il suo braccio destro era stato obliterato, così come la maggior parte della sua gamba destra. Son Gohan si permise un sorriso soddisfatto, sapendo che Cell non aveva potuto rispondere a quell’attacco che aveva spinto fino al massimo. Dall’altro lato l’Androide era sopravvissuto alla sua piena potenza anche senza essersi dovuto difendere. Per la continuazione del loro duello quello non era di buon auspicio, ma non poté evitare di sentire la scintilla dell’eccitazione in battaglia tipica dei Saiyan. Ovviamente il suo dovere di difensore era sempre al primo posto, ma una strana sensazione lo stava invadendo, la fierezza di combattere in prima linea come suo padre, affrontando nemici forti come lui, e forse ancora di più.

Cell stava vivendo la stessa estasi, nonostante la frustrazione di aver subito danni così ingenti per essere stato colto di sorpresa. Ma la strategia di battaglia era più un a vantaggio per lui che per Gohan. Sia Goku che Vegeta erano sempre avversari memorabili, ma soltanto quel ragazzino mezzo Saiyan era stato capace di regalargli il combattimento che bramava così tanto. Quanta eccitazione, quanta tensione, lo stava spingendo al suo meglio assoluto!

Con una smorfia, Cell rigenerò la parte destra del suo corpo. Quell’attacco non era stato abbastanza potente da scatenare uno Zenkai, prova che lui era superiore a Gohan, anche se di poco. Ma nello stato attuale avrebbe perso contro il secondo Gohan se lo avesse affrontato a piena potenza. La sua priorità era quella di finire con quello e poi di occuparsi dell’altro.

Colpì Gohan in faccia con un calcio che non poté bloccare. Subito dopo continuò con una raffica di colpi che il mezzo Saiyan poté parare soltanto a gran fatica. Cell continuò con la sua provocazione.

“Sei veramente potente come speravo, Gohan! Veramente una dimostrazione di tutto rispetto! Ma temo che persino tu sia inferiore alla perfezione, e anche i duelli più belli sono destinati a finire!”

Con un gesto veloce, pose la sua mano destra accanto alla sua spalla sinistra. Nelle sue punta delle dita iniziò a caricare energia estremamente concentrata e Gohan capì subito il pericolo. Poi Cell lanciò in avanti il braccio e sparò un Makkankosappo a distanza ravvicinata, una risposta equa alla Kamehameha che si era beccato momenti prima.

Son Gohan reagì all’istante, ma l’impatto lo catapultò all’indietro, i suoi piedi scavarono nel terreno mentre cercava di resistere. Quando capì che il raggio non era riuscito a perforare la mano del suo nemico, Cell interruppe il suo attacco. Gohan stava sudando, la mano tesa davanti a sé, sanguinante e tremante. Era riuscito a bloccare quell’attacco speciale, ma aveva sacrificato il suo braccio sinistro. Cell sogghignò sadicamente alla vista di ciò che per lui era un segno di vittoria.

“Buona reazione, ragazzo!” rise. “Che peccato che tu non possa rigenerarti! È finita Gohan, non potrai mai battermi con una mano sola!”

“Dimmi, Cell…” rispose Gohan sorridendo. “Nel tuo Universo, tanti anni fa, siamo arrivati al nostro scontro finale tra Kamehameha?”

“Corretto” fu la risposta. “Hai resistito fino all’ultimo… anche se alla fine è stato futile contro…”

Le parole di Cell scomparvero dalla sua mente alla realizzazione di cosa Gohan stesse insinuando. Prima che potesse reagire, il Saiyan si era già buttato su di lui e gli aveva affibbiato un potente pugno al petto.

“Allora dovresti ricordarti che io non sono mancino!” concluse col tono soddisfatto.

Segui con una ginocchiata che colpì il mento dell’Androide e un gancio che lo mandò via lontano. Mentre cercava di riprendersi, con il labbro sanguinante, vide che il Saiyan era già partito all’inseguimento. Stava gridando e estendendo la sua mano sinistra sanguinante. Cell rimase immobile, scioccato da quella posizione d’attacco. Non poteva essere ciò che sembrava.

‘Impossibile! Non penserà di colpirmi con quella mano rovinata? È pazzia!’

Preparandosi per una possibile finta, Cell si concentrò sulla mano destra di Gohan. Ma all’ultimo secondo questi retrasse il pugno destro e affondò il suo gomito sinistro direttamente contro Cell. Quest’ attacco l’Androide biologico non lo aveva visto arrivare per davvero e riuscì a mantenere l’equilibro solo a gran fatica.

“Ack…!” tossì Cell. “Bella mossa! Sembra che il tuo spirito guerriero debba essere ancora spezzato!” gridò entusiasta prima di riassumere la sua posizione di guardia. “Che il combattimento continui!”

Mentre suo marito stava affrontando la sua nemesi giurata, Videl dell’Universo 18 stava correndo attraverso i corridoi dell’Arena tirando Bra per il braccio. Sapeva che Nappa le era alle calcagna e sperava di scappargli in quel labirinto.  E poi doveva anche preoccuparsi dei soldati dell’Universo 8 che stavano controllando gli appartamenti uno dopo l’altro. Con cautela, riuscì ad uscire quatta quatta raggiungendo una delle uscite posteriori degli spalti. Non c’era nessuno.

“Andiamo, Bra!”

La ragazza terrorizzata annuì in silenzio e le due donne corsero verso l’uscita, sempre guardandosi le spalle per assicurarsi di non essere inseguite. Una volta uscite, si fermarono per riprendere fiato.

“Qui siamo troppo isolate” notò Videl alla fine. “Andiamo tra gli spettatori dell’Arena, posso sentire l’energia di Piccolo ìi. Con lui siamo al sicuro.”

“Aspetta, vuoi tornare là dentro?!” ansimò Bra scioccata. “No, lì è pieno di cattivi!”

“Ce la faremo” la rassicurò Videl. “Gohan rimetterà tutto a posto! Ma nel frattempo dobbiamo trovare Piccolo, si preoccuperà per noi se non siamo con lui!”

Bra la guardò scettica, tentennante di dover lasciare un posto sicuro, anche per seguire la moglie di Gohan, ma Videl si era già messa in volo per raggiungere gli spalti. Nel momento in cui Bra lasciò il terreno però, una mano la prese brutalmente per il piede e la scaraventò a terra.

“AAHHH!” gridò la ragazza.

Nappa l’aveva strappata dal cielo, fatta girare come un vortice e poi lanciata con violenza contro il pavimento. Videl si girò nel panico. Bra era lì, sdraiata a pancia in giù e coperta di sangue, la sua energia stava cadendo vertiginosamente, ma era ancora viva, almeno per il momento.

Nappa fissò Videl trasudante di brutalità. Quell’umana era patetica, non aveva nemmeno considerato che lui fosse capace di percepire le aure e persino di azzerare la sua. Forse quella era l’abilità più utile che Kakaroth gli avesse insegnato in tutti quegli anni.

“Mi prenderò questa qua, ahahaha!” annunciò leccandosi le labbra. “Pensa alla faccia di Vegeta quando gli lancerò incontro la salma brutalizzata di sua figlia, mi sto già emozionando, hah! La spezzerò pian pianino, una vertebra alla volta, con grande calma, e quando avrò finito non la riconoscerà nemmeno più! E per quanto riguarda te umana, va pure e scappa, tu non m’interessi.”

“Tu… maledetto bastardo senza cuore!” gridò Videl, buttandosi su di lui.

Sapeva bene quanto inefficace questo attacco sarebbe stato. Nonostante lei fosse un’esperta di arti marziali, nessun umano poteva competere con un Saiyan d’élite. Dall’altra parte si rifiutò di abbandonare Bra con quel mostro. Voleva proteggere la figlia di Vegeta a tutti i costi, sperando con tutto il cuore che nel frattempo qualcuno arrivasse in loro aiuto.

Nappa sbuffò e salutò Videl con una portentosa gomitata nello stomaco. La moglie di Gohan tossì mezzo litro di sangue, rantolando e lottando per ogni respiro, l’impatto le aveva rotto le costole e le sembrava che i suoi organi fossero stati compressi come una palla. Poi il suo sguardo si ristrinse e si tinse di oscurità dai lati.

“Bene, l’hai voluto tu!” rise Nappa. “Beh, in verità ti avrei sparato da dietro comunque…”

L’ultima cosa che Videl vide era il suo sorriso contorto e la forma immobile di Bra a un metro di distanza. Lacrime si fecero strada sul suo viso mentre stava cadendo in uno stato di incoscienza, ma la cosa più forte in quel momento era quella sensazione terribile… l’impotenza assoluta.

Nello stesso momento…

Cell e Gohan stavano per scontrarsi un’altra volta, quando la mente di Gohan venne percossa da un attacco improvviso di panico, sopraffatta da un’urgenza ignota. Non era tanto differente dal senso di cattivo auspicio che aveva assalito Bulma anni prima quando Vegeta si era sacrificato sul campo di battaglia. Il suo corpo iniziò a tremare, i suoi pensieri vennero sommersi dal terrore riguardo Videl e il suo stato di salute. Incuriosito, Cell fermò il suo attacco. Persino in quell’attimo il suo senso d’onore non lo aveva abbandonato. E poi era più che altro interessato a cosa fosse successo a Gohan.

“NOOO!!” gridò Gohan, furioso e in preda all’emozione.

Istintivamente, abbandonò subito il duello con Cell e, facendo bruciare al massimo la sua aura, sfrecciò fuori dall’Arena. La sua paura più grande si stava avverando, concentrandosi completamente sulla sua battaglia aveva percepito che sua moglie era rimasta indifesa e stava soffrendo nelle mani del male. In quel momento nient’altro aveva importanza, né Cell, né altri! Non poteva lasciala morire, non poteva… se le fosse successo qualcosa … lui… lui…!

Vedendo il suo rivale abbandonare il duello così all’improvviso, Cell si apprestò ad inseguirlo, irritato. A lui non importava il motivo che aveva distratto Gohan, contava solo che il loro duello non era ancora stato ultimato. Credeva fermamente di essere il più forte dei due, ma voleva anche provarlo schiacciando quel Saiyan.

“Se credi che ti lasci andare via così ti sbagli di grosso, Gohan! Torna subito qua!”

Ma in quel momento gli istinti perfetti di Cell vennero agitati e fecero voltare la sua testa di lato. Così facendo, evitò un raggio Laser da dietro per qualche millimetro, e voltandosi di scatto vide Nedwook dell’Universo 19 galleggiare sopra di lui. L’Helioriano era abbastanza arrabbiato dopo che aveva eliminato la maggior parte dei soldati dell’Universo 8, e per questo le sue riserve di energia erano molto basse. Ma quando aveva visto Gohan volare via così all’improvviso aveva deciso di intromettersi, dopo aver istruito Phipsil ad occuparsi dei restanti insetti intorno. Era stanco di dover affrontare soltanto pedine che cercavano di rallentarlo.

“Lascia stare quel padre di famiglia, mostro! Ti dimostrerò cosa vuol dire combattere contro un vero guerriero!” esclamò.

Era vero, Nedwook aveva capito la situazione meglio di tanti. Gohan era un padre dal cuore puro la cui famiglia era in pericolo, e non si poteva aspettare da lui che combattesse contro Cell con quei pensieri in testa. Ma lui era un soldato che non solo era stato allenato per situazioni del genere, ma aveva pure accumulato parecchia esperienza tra disastri, guerre e morte. Era preparato anche a confrontarsi con quell’Androide perfetto, e se ciò l’avesse condotto alla morte non si sarebbe lamentato.

La prima risposta per la sua spavalderia fu uno sguardo pieno di disprezzo. Né la fragile armatura Ultra né uno dei membri di quella squadra era di alcun interesse per Cell, non quando Gohan era ancora in giro!

“Un vero guerriero?” sogghignò. “Ma non farmi ridere… io ho distrutto il tuo pianeta, ogni combattente aveva addosso quella tua ridicola armatura! Sei davvero fuori dalle tue acque, piccolo pesciolino!”

Estendendo il suo braccio, Cell sparò un raggio energetico nella sua direzione, poi, mentre Nedwook stava per reagire, si teletrasportò dietro di lui. Quell’Helioriano non era neanche capace di seguire le sue mosse… era troppo facile.

Ma quando stava per decapitare il Nano-guerriero, Nedwook si girò e intercettò l’attacco con il suo braccio sinistro, mentre attivava lo scudo sul braccio destro. Con quello deviò il raggio energetico e con il sinistro arruffò i pregiudizi di Cell. Entrambe le braccia tremarono dalla forza dell’impatto, ma il mostro lo aveva chiaramente sottovalutato. Forse nell’Universo 17 la sua gente non aveva dovuto affrontare le avversità che li avrebbero spinti a sviluppare la loro tecnologia fino a quei livelli per sopravvivere a orrori come quelli che avevano vissuto loro: prima i Kollok, poi i Saiyan, poi l’armata dei Demoni del Freddo… e in aggiunta a questo, i suoi riflessi e tempi di reazione erano fuori dal comune. Seguire i movimenti di Cell non era così difficile, anche se sospettava che l’uomo-insetto stava soltanto giocando con lui. Ma loro erano gli Ultra: Super-uomini con l’aggiunta della nano-tecnologia. E ben presto glielo avrebbe dimostrato.

Cell era stato colto impreparato, e con la guardia abbassata per lo shock del fallimento della sua manovra. Per cui si beccò anche un calcio potente da parte di Nedwook. Mentre si riprendeva, l’Helioriano notò la sua ovvia sorpresa.

“Dubito che i guerrieri del tuo Universo erano comparabili ai miei. Ma vedrai ben presto la differenza in tecnologia! Ultra Waver Ball!”

Dal braccio esteso dell’Helioriano emerse una sfera energetica veramente potente che colse Cell nuovamente impreparato. Era già infuriato dall’averne prese da quel verme, e ancora una volta aveva fallito nell’anticiparlo. Data l’estrema vicinanza, era stato appena capace di bloccare l’esplosione impressionante che ne era seguita.

Alcuni momenti prima, nell’area dell’Universo 3 era in atto una furiosa battaglia. Era già da un bel po' che Il Grande Re Demone Piccolo e il Kaiohshin del Nord erano lì, e fino a quel momento nessuno dei due era riuscito ad avere il sopravvento sull’altro.

Il Dio stava ansimando, sorpreso dalla forza del Demone. Dopo essere stato indebolito da Darbula, era questo che poteva fare contro il Namecciano malvagio e pieno di risorse, che sembrava poter sostenere quella battaglia senza grandi difficoltà. Era inutile dire che il Kaiohshin non era sicuro di poter vincere quel combattimento.

E ovviamente Piccolo non ansimava così tanto come il suo avversario. Quel dannato Dio era resistente, non solo si rifiutava di arrendersi ma era anche capace di tenergli testa. Si sentiva in vantaggio, ma non era del tutto sicuro della sua vittoria. Ma almeno stavolta era contro un avversario del suo livello, non come contro Gast…

Tenendo alta la guardia, gli occhi del Re Demone si allargarono alla vista di quello strano spettacolo davanti a sé. Le labbra del Kaiohshin erano in una strana posizione e stava cercando disperatamente di soffiare l’aria attraverso di loro. Ma l’unica cosa che si poteva sentire era un flebile: “Fuuu… fuuu…”

“Ma che cavolo stai facendo?” chiese Re Piccolo scettico, per poi sogghignare a tutta birra. “Non dirmi… tu non sai fischiare! Hahahaha!!! Che figuraccia!”

“Io… fuuu…” balbettò il Kaiohshin del Nord.

Piccolo estese le sue braccia e concentrò la sua aura con le dita piegate verso i palmi. Al centro formò due sfere di energia.

“Non preoccuparti, dove stai per andare hai l’eternità per esercitarti!” rise. “E ora abbraccia il tormento eterno che io, il Re dei Demoni, farò cadere su di te!”

Ma in quel momento un esplosione massiva eruppe sopra le loro teste, e l’intensità dell’onda d’urto destabilizzò l’attacco del Namecciano facendolo scomparire. Entrambi alzarono lo sguardo verso il cielo, dove dal fumo uscì la figura di Cell. La metà del suo corpo era stata obliterata e l’essere perfetto stava bestemmiando a tutto volume.

Sopra di lui, Nedwook osservava Cell con aria scettica, analizzando i dati tramite i suoi nano-sensori. Sapeva che la sua migliore chance era quella di finirlo in quel momento, mentre l’Androide bionico era ferito e arrabbiato. Una voce femminile dal suo visore gli diede il risultato dello scan.

“Sotto tiro: un alleato, due nemici. Riserve d’energia: sufficienti.”

“Peccato per l’alleato, ma devo rischiarmela.”

Aveva notato il Kaiohshin del Nord e sperava che la Divinità potesse trovare un modo per evitare l’attacco. Altrimenti, sperava almeno nel suo perdono una volta resuscitato.

Utilizzando quasi tutta la sua energia residua, Nedwook sparò un raggio Laser sottile che poteva tranciare ogni cosa dal suo indice, e disegnò una linea a zig-zag sopra Cell. L’androide biologico non si era ancora rigenerato e per cui non poté evitare la lama energetica. I suoi arti, busto, collo e anche la sua testa, vennero tagliati in piccoli pezzi.

Giù a terra, il raggio continuò per la sua strada verso l’area dell’Universo 3. Dato che Piccolo e il Kaiohshin erano più distanti, la linea a Zip-zag era più larga e più facile da evitare. E dato che preferiva non morire, il Kaiohshin del Nord si teletrasportò via, non senza un ultimo sorriso al momento della sua scomparsa.

“Tsk!” buffò il Re dei Demoni. “Facile da schivare! Aspetta che mi occuperò di te subito!”

Ma nel momento in cui stava per portarsi fuori dalla strada del raggio, un suono acuto gli perforò i timpani e lo fece accasciare a terra. Si guardò intorno freneticamente alla ricerca della sorgente, per trovare una Varga su negli spalti che stava fischiando con tutta la sua forza. L’uccello aveva immobilizzato Piccolo, per poi collassare un secondo dopo per la fatica.

“Nooooo!!!” gridò Piccolo, mentre il Laser tagliava il suo corpo in due, dal bacino fino al vertice.

Il Kaiohshin del Nord apparve accanto alla salma e constatò velocemente la sua morte. Rassicurato, volò via per aiutare i suoi colleghi nella loro battaglia contro Cold.

Dall’alto Nedwook stava scendendo lentamente, mentre la sua armatura gli dava le informazioni dei risultati dell’attacco.

“Due bersagli colpiti, conferma di morte per entrambi. Riserva di energia: molto bassa.”

Normalmente questo sarebbe bastato per dare sollievo al nano-guerriero, ma c’era qualcosa che non quadrava. Era un risultato che era del tutto differente da quello che sperava di ottenere dopo un attacco del genere.

Phipsil lo aveva raggiunto con un sorriso. Anche lei aveva finito il suo lavoro sconfiggendo le truppe dell’Universo 8 nello stadio, e stava per offrire il suo aiuto al suo compagno. Dopo aver visto i suoi sforzi dal basso era entusiasta di come lui fosse riuscito ad eliminare alcuni nemici veramente pericolosi con una singola mossa.

“Ehi! Alla fine non hai avuto bisogno di me!” sorrise la ragazza, battendo leggermente la sua spalla con il pugno.

Ma Nedwook rimase silenzioso con lo sguardo fisso sul fumo che emergeva dall’Universo 3. Notando lo sguardo preoccupato, la donna mise in dubbio la sua frase di prima e si voltò anche lei in quella direzione.

“È ancora vivo. E non ha quasi perso energia…” ringhiò l’Helioriano amareggiato.

“EH?!” ripose Phipsil spaventata.

Entrambi gli sguardi erano fissati sulla nuvola di fumo, quando si accorsero di un ‘ombra circondata da fulmini al suo interno. Cell, l’essere perfetto dell’Universo 17, si era rigenerato ed era coperto dal liquido tipico di questo processo. Il viso di Phipsil mostrò chiaramente il suo terrore, mentre Nedwook strinse i denti dalla frustrazione. Il più pericoloso di tutti i Majin era tornato ed era più minaccioso che mai.

Cell li guardava con lo sguardo feroce ed un sorriso malizioso. In verità quella era la situazione che aveva programmato già da molto. Mentre durante il suo combattimento contro Hildegarn aveva guadagnato solo uno Zenkai minimo, stavolta poteva sentire un miglioramento significativo. Ormai sarebbe stato facile per lui sconfiggere un Gohan indebolito, e anche il secondo era fattibile. Magari poteva batterli anche in un combattimento due contro uno!

Sogghignò di scherno e di crudeltà, e chiamò i due Ultra tremanti.

“Devo ammetterlo, vi siete dimostrati veramente utili per aiutarmi ad aumentare la mia forza! Ma ora temo che la vostra utilità sia giunta al termine… io sono il più forte, io sono Perfect Cell! Ahahahahaha!!!”

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