DB Multiverse

DBM Universo 4: Bu

Scritto da Arctika

Traduzione e adattamento di Crix


Parte 1 :0
Parte 2 :123
[Chapter Cover]
Parte 2, Capitolo 2.

Capitolo 2

Sulle rigogliose pianure verdi del pianeta dei Kaiohshin, gli dèi dell'universo 4 si godevano pacificamente la loro esistenza spensierata tra la bellezza della natura. Guidati dal Grande Kaiohshin, un essere di modesta statura con un'amichevole faccia paffuta, gli dèi lavoravano per far andare tutto per il verso giusto nell'universo.

Quello conosciuto come Kaiohshin del Sud era più alto degli altri, il suo cuore d’oro metteva in ombra persino la sua dura muscolatura e potere senza pari. Era un vero protettore dei deboli. Nessun mortale poteva competere con la sua forza, nemmeno tra gli dèi o i demoni c’era qualcuno come lui. Perfino Darbula, spaventosamente forte nel regno degli inferi, avrebbe evitato uno scontro diretto. Era senza alcun dubbio il più grande guerriero dell’universo… Per il momento.

La Kaiohshin dell’Ovest era una delle più belle donne in tutto il creato ed era venerata da molti esseri dei regni inferiori, ma sapeva anche combattere, specializzandosi nella pratica dello scontro telecinetico. Le sue abilità erano così sviluppate che nessuno poteva competere con lei.

Il Kaiohshin del Nord era il più anziano, dopo il Grande Kaiohshin, naturalmente. Era saggio e rispettato, oltre a un rinomato spadaccino. Possedeva inoltre piacere nell’arte e nella musica, sebbene incapace di suonare anche la più semplice delle melodie.

Il Kaiohshin dell’Est era il più giovane, a volte sbadato ed esitante. Nonostante ciò, aveva imparato presto come usare il suo potere, e le sue doti mentali erano molto promettenti. Il Grande Kaiohshin vedeva molto potenziale nella sua telecinesi, oltre a una predisposizione all’empatia- un tratto essenziale per i loro doveri.

Questi cinque dèi formavano l’èlite dell’universo, e tenevano d’occhio tutta la vita sotto di loro. Erano composti nei loro interventi, prendendo raramente parte agli eventi, e quando accadeva certamente non senza molto studio e discussione tra loro. Guardavano mentre le specie si evolvevano, mettendo da parte i metodi primitivi e creando società, crescendo e diventano floride civilizzazioni. Vivevano pacificamente, non conoscendo la paura, e sicuramente non consci della minaccia che un giorno sarebbe caduta su di loro. Questo, fino a quel giorno…

“Che sta succedendo, Grande Kaiohshin?”

Il capo degli dèi si voltò verso il giovane Kaiohshin dell’Est, che aveva parlato. Se il suo pupillo era così scioccato, il leader realizzò che doveva avere un’espressione molto preoccupata.

Gli altri dèi si unirono a loro in cima al dirupo sul quale si trovavano. Per diverse settimane le divinità erano state turbate, percependo un gran tumulto aumentare nei regni inferiori. Le urla di migliaia di innocenti erano state udite, ma solo il Grande Kaiohshin era in grado di vedere oltre le stelle e osservare i pianeti al di sotto. Quel che riportò agli altri gelò loro il sangue.

All’inizio, il Grande Kaiohshin aveva usato I suoi poteri per mostrare ritratti che rivelarono l’identità dei responsabili.

“Lui!” Esclamò il Kaiohshin del Sud. “Riconosco quel ghigno malvagio, è Bibidi!”

“Bibidi?” Chiede l’Est.

“Un mago di cui venni a conoscenza in passato. Da quel che mi è stato detto, manipola la malvagità nei cuori degli impuri per renderli suoi schiavi. Si è già macchiato di vari crimini, ma stavolta ha passato il limite!”

“Ce ne occuperemo noi, allora!” Rispose il Kaiohshin dell’Est, preparandosi mentalmente per intervenire.

“Capisco il tuo desiderio di aiutare,” disse il Grande Kaiohshin sorridendo. “Ma questa entità, questo bambino dallo strano fisico, mi intriga. Non somiglia a nessuna creatura esistente che conosco. Non solo questo, ma emana un oscuro potere…”

“Un altro degli esseri corrotti dalla sua magia, senza dubbio,” borbottò il Kaiohshin del Nord. “Non so su quale pianeta sperduto ha trovato questa bizzarria, ma sta attaccando i mondi mortali senza neanche provare a nascondersi! Dobbiamo fermarli!”

“Sii paziente per il momento,” ordinò il loro capo. “Solo quattro pianeti sono stati attaccati finora. Lascia che i mortali si difendano, ne sono ben capaci. Sono solo dei piccoli attacchi, non credo che Bibidi sia di nostra premura. Studierò il misterioso individuo che è con lui finché non lo capirò.”

Ora, qualche settimana dopo, gli attacchi si erano moltiplicati, erano molti più di quanto era stato anticipato. Diverse dozzine di mondi erano stati rasi al suolo, o anche distrutti da questo mostro sconosciuto. Il Grande Kaiohshin, osservando da lontano, era riuscito a capire il nome del servo proprio dalla bocca di Bibidi: Majin Bu.

Erano passati mesi da quando il Grande Kaiohshin aveva iniziato a osservare il maestro e il suo schiavo dalle praterie in fiore del pianeta Kaiohshin. Era stupito dalla natura di quella creatura, la cui personalità ed essenza erano fuori dalla sua comprensione.

Da un punto di vista comunicativo, l’entità non sembrava dotata della parola. Era molto soddisfatta dei massacri che compiva, ma era con gli scontri che sembrava ottenere la maggior gioia – in particolare contro esseri dalla grande potenza. Diversi mortali che il Grande Kaiohshin considerava dotati di un interessante livello di potere lo avevano affrontato ed erano stati schiacciati con facilità. Si era fatto strada nella sua mente il pensiero che persino il suo amico, il più forte combattente in termini di pura forza di tutto il creato, potesse non riuscire a sconfiggerlo facilmente. Eppure, non riusciva a non essere affascinato da quel mostro. In milioni di anni, non aveva mai visto niente come questo Majin Bu.

Tuttavia, la devastazione aveva iniziato ad accumularsi, e il mago Bibidi era divenuto sempre più impudente. Gli attacchi erano diventati troppi. Ora che gli altri Kaiohshin erano al suo fianco, il leader sospirò, abbassando il capo.

“Gli attacchi di Bibidi e i suoi soldati sono aumentati. Al momento si trovano sui cieli del pianeta Alpha, stanno lanciano un’offensiva contro la sua popolazione.”

“Come?” tuonò il Kaiohshin del Sud, furioso.

“Bibidi non oserebbe fino a quel punto!” Disse spaventato il Kaiohshin dell’Est.

“Alpha è uno dei mondi più avanzati e promettenti del nostro Universo, non possiamo permettere che venga distrutto.” Aggiunse il Kaiohshin del Nord.

“Concordo” si arrese il patriarca. “Bibidi ha superato il limite. Questa non è più una scalata al potere, questo è un genocidio su scala così grande che non possiamo ignorare. Senza nessuno a fermarlo, potrebbe usare Majin Bu per eliminare ogni essere vivente. Speravo che le sue invasioni risparmiassero i civili, ma questa volta non posso guardare dall’altra parte. Il pianeta Alpha mi è molto caro.”

“Allora permettimi di andare!” tuonò il Kaiohshin del Sud. “Libererò il cosmo da questa feccia una volta per tutte!”

Il Grande Kaiohshin corrucciò gli occhi, analizzando la proposta del suo compagno. Senza dubbio, Bibidi e Majin Bu erano un problema, ma era arduo per lui abbandonare la speranza. Il suo cuore era composto da pura gentilezza, serbava sempre un grande ottimismo verso le creature mortali. Bibidi, l’intelligente e malvagio stregone, forse non era redimibile, ma non era certo che lo stesso si applicasse per Majin Bu. Dalle sue osservazioni e riflessioni, sperava ancora che si potesse ragionare con quel demonio e persuaderlo a cessare la sua follia. Per lui, era Bibidi la vera causa del comportamento incontrollabile di Majin Bu. Una volta sottratto dalla sua influenza, il dio vedeva la possibilità di cambiare o alterare la natura distruttiva della creatura. Ciò che non sapeva era che la vera natura di Majin Bu era magicamente legata all’oscurità, rendendolo predestinato all’essere un folle assassino senza emozioni.

Il Grande Kaiohshin permise al suo cuore di guidarlo, prendendo una terribile decisione con ripercussioni che si susseguirono per milioni di anni.

“Avete il mio permesso di approcciare ed eliminare Bibidi,” disse, rompendo il silenzio. “Tuttavia, è lui e lui soltanto che va distrutto. Desidero parlare e ragionare con Majin Bu.”

“Ragionare?! Con quel mostro? Impossibile!” ribatté il Kaiohshin del Nord. “sono mesi oramai che lo guardiamo massacrare vite innocenti avidamente e insaziabilmente. È un folle che conosce solo la distruzione, non è capace di ragionare!”

“Agisce sotto gli ordini di Bibidi.” Disse il Grande Kaiohshin. “Sono speranzoso che in fondo al cuore vi sia una natura calma. Lo sapete anche voi, Bibidi è uno stregone che domina l’oscurità nel cuore delle persone, la piega al suo volere e obbliga alla sottomissione. Ho osservato Majin Bu per tutto questo tempo, e l’ho visto sfuggire al controllo per brevi momenti. Voglio che abbia una seconda possibilità. Prego sia possibile farlo ribellare al padrone e liberarlo dall’influenza di Bibidi.”

I Kaiohshin stettero in silenzio. Conoscevano la bontà, la devozione alla pace e al mantenimento della vita del loro leader. Forse era l’unico in grado di vedere quelle cose, poteva darsi che fosse tutto vero dopotutto. Il Kaiohshin del Sud era in disaccordo con tutto sé stesso, ma sapeva che gli ordini erano inflessibili e le istruzioni assolute. I Kaiohshin del Nord e dell’Ovest si guardarono, pensando la stessa cosa.

“...In questo caso, immagino l’onere ricada su di me,” Disse il Kaiohshin del Nord dopo un momento di riflessione. “Non ho mai dubitato di me stesso fino ad ora, ma farò del mio meglio per trovare le parole giuste discutendo con lui. Se qualcuno può davvero raggiungere la sua anima incatenata, sono io.”

“Precisamente,” sorrise il Grande Kaiohshin, annuendo. “tu e la Kaiohshin dell’Ovest andrete su Alpha e tenterete di stabilire un contatto con Majin Bu. Se si presenta l’opportunità, occupatevi di Bibidi. La parte difficile, immagino, sarà separare i due, e liberare Majin Bu da ogni possibile intervento del suo padrone. Se non riuscite a discutere con lui, uccidere Bibidi dovrebbe far tornare in sé Majin Bu.

“Molto bene,” risposte quella dell’Ovest. “Lo immobilizzerò se necessario, non dovrei avere difficoltà neanche con lui.”

“Sì,” il Grande Kaiohshin intervenne, ancora serio. “Tuttavia, non prendete rischi non necessari. Se Majin Bu attacca, ritornate immediatamente tramite il teletrasporto Kai Kai. Non dubito delle vostre abilità, ma questa creatura non è come niente che abbiamo affrontato prima d’ora. Organizzerò un nuovo piano dopo il vostro ritorno per occuparci di ciò che resterà da fare – se Majin Bu non è recettivo.”

“In quel caso, lasciatemi venire!” Ribatté il Kaiohshin del Sud. “se la situazione rischia di finire in scontro, sono io quello che dovrebbe andare.”

“Assolutamente no,” rispose il capo. “Se fossi tu ad andare, potrebbe uscire di senno – e probabilmente attaccarti. Sei forte e minaccioso, ti prenderebbe di mira. Majin Bu brama avversari potenti come te, averti lì lo distrarrebbe da ogni potenziale conversazione.”

“Ma...”

“Queste sono le mie istruzioni!” Disse il Grande Kaiohshin, secco. “Tu e il giovane Est resterete. Noi saremo qui ad aspettare il vostro ritorno da Alpha, anche una ritirata se necessaria.”

La superficie del pianeta era devastata, non c’erano altro che rovine. Le macerie ingombravano l’orizzonte in ogni direzione, I ruscelli erano marroni come il fango – tranne quelli rossi dal sangue dei cadaveri. In alto nel cielo, Majin Bu emise una spaventosa risata, continuando la pioggia di colpi energetici. Bibidi era inebriato dallo spettacolo. Gli abitanti, lucertole amorfe conosciute come Alpha, erano considerate élite tra i mortali, ma erano stati schiacciati come vermi. Di questo passo, la conquista dell’universo sarebbe stata un gioco da ragazzi, tutto grazie all’incredibile potere posseduto dal suo subordinato.

Mentre assaporava il suo trionfo, una brillante luce violacea apparve improvvisamente dietro di lui. Si voltò, sorpreso, vedendo Maji Bu con le braccia alzate che preparava un colpo distruttivo per la città. Non sembrò accorgersi che il suo padrone si trovava nel mezzo della traiettoria dell’attacco.

“Hey, aspetta! Sono ancora qui! Non sparare!” Esclamò Bibidi.

A Majin Bu non importava affatto. Voleva solo distruggere. Era stanco di aspettare e riusciva a percepire che dei nuovi avversari sarebbero arrivati presto. Non voleva stare fermo ad aspettarli.

Lanciò il colpo incurante della presenza del mago, che dovette lanciare un campo di forza su sé stesso all’ultimo momento. Il potere del suo schiavo era tale che si schiantò su di lui come un’onda anomala, portandolo giù fino a terra. L’esplosione fu gigantesca, devastando qualunque vita fosse rimasta nell’area circostante. Lo spesso strato di fumo iniziò a diradarsi, rivelando che era rimasto solo Bibidi. Il suo scudo aveva miracolosamente retto. Era scampato al grosso dell’attacco, se non l’avesse fatto il potere rilasciato avrebbe potuto rompere la sua barriera magica.

“Razza di imbecille!” gridò, rialzandosi dolorosamente. “Schiavo ingrato ed egoista! Come osi disobbedirmi! Continua così e te ne pentirai!”

Percependo Majin Bu attraverso I pennacchi di fumo, il mago stava per tornare dalla sua creatura ma si fermò di colpo. Il suo schiavo non era più da solo.

Finalmente, erano arrivati.

Dietro Majin Bu, i Kaiohshin del Nord e dell’Ovest stavano a moderata distanza. Si erano teletrasportati quale chilometro lontano in modo da non farsi percepire, compiendo il resto del viaggio via volo. Ma il Majin aveva sentito la loro apparizione, ottenendo ciò che voleva.

Sotto, Bibidi rimase nascosto. Di certo non voleva essere visto dai Kaiohshin, che si sarebbero liberati di lui alla prima occasione. Era meglio lasciare quegli intrusi nelle mani caotiche ma capaci di Majin Bu.

Il Djinn, nel frattempo, rimase calmo – senza sorridere, solo fissando I due Kaiohshin. Si poteva immaginare stesse pensando, ma in realtà stava soltanto valutando le sue nuove prede e considerando se fossero degne del suo tempo. Percepiva altri, più appetitosi di questi due.

Oltretutto, la Kaiohshin dell’Ovest stava tremando. Iniziò a parlare telepaticamente col Nord.

‘La sua energia… è assolutamente mostruosa! Che presenza malvagia! Siamo veramente capaci di farlo ragionare?’

‘Dobbiamo provare,’ replicò il suo collega. ‘al primo segnale aggressivo, torneremo al pianeta Kaiohshin!’

I due Kaiohshin si irrigidirono, pronti a fuggire. Ma Majin Bu poteva sentire la paura e l’esitazione, che causarono il suo ampio sorridere, schioccandosi i muscoli.

“Majin Bu,” iniziò il Kaiohshin del Nord. “Non devi seguire gli ordini di questo mago. Rinuncia a lui, trova il perdono con noi, e ti aiuteremo a liberarti dalla sua influenza.”

Troppe parole.

Troppo noioso.

Più azione!

Senza alcun avvertimento, Majin Bu apparve tra i due esseri celesti. I due Kaiohshin non ebbero nemmeno il tempo di voltarsi prima che l’Ovest venisse calciata in faccia, poi colpita da un altro attacco brutale che la scagliò sulla superficie. Entrò in collisione col pianeta con un forte colpo, sparendo tra le macerie.

“Non può essere!” Esclamò la divinità del Nord.

Una voce stridula all’improvviso incoraggiò Majin Bu da dietro.

“Molto bene!” Esclamò Bibidi, schioccando le dita. “Vai, Majin Bu! Sono tutti tuoi, distruggili!”

Il Djinn sorrise al Kaiohshin, che aveva evocato la sua spada in mano e si era lanciato verso il mostro. Quest’ultimo estese improvvisamente la gamba, che si allungò e colpì violentemente il mento dell’uomo, interrompendo il suo approccio. Uno schizzo di sangue uscì fuori dalla sua bocca in aria, mentre anch’egli iniziò a cadere verso il terreno.

Inseguito dal Djinn, venne intercettato dalla Kaiohshin dell’Ovest, che si lanciò per afferrare al volo il suo compagno. Ella poi attivò i suoi poteri mistici in un tentativo di paralizzare Bu. Tuttavia, la creatura non venne infastidita minimamente – si limitò a sogghignare al tentativo. Spiegando le braccia ai fianchi, sprigionò la sua tremenda aura, rompendo le catene invisibili come fossero niente.

“C…Cosa?! Impossibile!” balbettò.

Centinaia di anni di pratica con la telecinesi, e la sicurezza che potesse contenere ogni creatura vivente, erano state scosse con forza. Quella era la sua massima potenza, e non era durata neanche un secondo contro questo mostro. La sua volontà di lottare stava scemando rapidamente, se non era già a terra. Come potevano combattere una tale calamità?

“Cerca di ricomporti!”

La voce del suo college la fece tornare in sé, ma era troppo tardi. A mani giunte, Bu diede un fortissimo colpo alla schiena della dea che lo infastidiva – lanciandola di faccia contro il terreno.

Troppo deboli.

Troppo lenti.

Non era abbastanza.

Il djinn si mosse ancora, così velocemente che era impossibile per gli dèi seguirne i movimenti. Allungò le braccia in direzioni diverse, afferrando il collo del Kaiohshin del Nord con una e la gamba della dea con l’altra. La ragazza era quasi svenuta, e il vecchio riusciva a malapena a tenere la presa sulla spada. Tutto questo da un semplice calcio.

Majin Bu emise un verso di disprezzo, tirandoli verso di lui, pronto a finirli. Ma il Kaiohshin del Nord, non appena fu nel raggio d’azione della sua spada, ruotò all’improvviso – girando e usando il momento che aveva – e tagliò a metà il corpo di Majin Bu, all’altezza del torso.

‘L’ho preso,’ Pensò il Kaiohshin. ‘È finita!’

Miserabile sciocco.

Riusciva a sentirlo festeggiare.

Avrebbe presto sentito amara delusione.

Mentre la parte inferiore di Bu stava iniziando a cadere, le sue gambe all’improvviso si mossero da sole, piantando un calcio devastante nello stomaco del dio. Sputò sangue, con gli occhi bianchi. Il Nord si era lasciato completamente esposto, abbassando la guardia credendo di aver vinto.

Il Djinn, con un tranquillo gesto, lo lanciò verso la dea. Sollevò il braccio, ormai disinteressato a quegli insetti che non erano riusciti a offrirgli una degna sfida. L’unica eccitazione rimasta era nell’ucciderli. Bu sparò un’onda di energia alla coppia di divinità per annichilirli, facendo gioire Bibidi li vicino.

“Sì!! Vai così, mio Bu! Finalmente, quei fastidiosi dèi avranno ciò che si meritano! Adieu, schifosi Kaiohshin!”

All’improvviso, la Kaiohshin dell’Ovest aprì gli occhi e concentrò tutte le sue energie rimanenti in un potente kaia che fermò l’attacco. Un’esplosione accecante li avvolse, ma il Djinn non perde tempo, tuffandosi nel fumo. Ma quando arrivò, erano spariti.

Erano misteriosamente scomparsi.

Infuriato, si colpì il petto, gridando.

“Bu! BUUU!!!!!!!!”

“Calmati!” Disse la voce stridente del suo padrone.

Majin Bu si voltò, mentre Bibidi compieva un cerchio mistico nel vuoto, incantando una magia segreta che si era preparato. Non avrebbe lasciato che i suoi nemici scappassero tanto facilmente! Aveva tenuto in serbo questo rituale per mesi, anticipando il momento tanto desiderato. I suoi piani avevano tenuto in considerazione un’eventuale ritirata dei Kaiohshin, e con questo incantesimo era pronto a tracciare il loro percorso e la loro destinazione.

Aveva speso il suo tempo nascondendosi e tramando, ma non avrebbe lasciato lo stesso lusso ai suoi nemici. Non ci sarebbero stati ritorni o contrattacchi, oggi era il giorno in cui tutto finiva!

“Devono essersi teletrasportati. Tra un momento, li troverò e ti porterò da loro, non importa dove si siano rifugiati. Quegli sciocchi dèi non hanno idea che posso seguirli – e tu potrai finalmente dar loro ciò che meritano!”

Il volto di Majin Bu si contorse in un ghigno folle e spaventoso. Non era finita. Al contrario, il meglio stava per arrivare. Scese a terra, trasformando una pila di macerie in cibo che ingoiò senza moderazione. Finalmente, stava per divertirsi un po’.

Mentre i loro compagni erano impegnati con Majin Bu in un confronto diretto, i Kaiohshin rimanenti stavano aspettando, ansiosi, sul pianeta Kaiohshin.

Il capo sedeva col più giovane, l’Est, incapace di mantenere la calma. Anche il Kaiohshi del Sud camminava avanti e indietro, schioccando le nocche ogni tanto, desiderando di intervenire.

Questo stregone malvagio stava eradicando i deboli e gli innocenti, usando il suo mostro per fare il lavoro sporco. Non l’avrebbe passata liscia! Gli fosse anche costato la vita, il Sud li avrebbe sconfitti entrambi in qualche modo.

Mentre bolliva di frustrazione, percepì il ritorno dei suoi compagni. Lui e il Kaiohshin dell’Est corsero verso di loro. La felicità fu però breve, lasciando il posto al panico, vedendo la situazione in cui si trovavano i loro amici. La dea dell’Ovest era semicosciente, tremante, con il volto insanguinato. Il Nord invece si reggeva un braccio, tossendo e sputando sangue, oltre all’avere alcune costole rotte.

“Cos’è successo!?” Chiese spaventato il Kaiohshin dell’Est. “Avreste dovuto fare ritorno subito se vi avesse attaccato!”

“Non… Ce n’è stato il tempo…” Disse tremando il Nord con voce roca. “Ci ha colti di sorpresa, senza tempo per reagire… Sono spiacente…”

“Basta parlare, conserva le energie.”

Il Grande Kaioshin li aveva raggiunti. La sua faccia era ansiosa, e si era chinato davanti al Kaiohshin del Nord, interrogandolo. La Kaiohshin dell’Ovest stava lentamente riprendendo conoscenza. Si rivolse al Nord.

“Siete riusciti a stabilire un qualunque contatto? Avete attirato il suo interesse?”

“Non siamo stati in grado di comunicare…” Cominciò il Nord, sputando e tossendo più sangue.

Il Grande Kaiohshin gli segnalò gentilmente di rilassarsi, prima di leggere la sua mente. Vide l’incontro davanti a sé… Majin Bu si era rifiutato di ascoltare ogni ragione. Era in uno stato di follia totale, come una bestia selvaggia e affamata. La sua unica ragione di esistere era la distruzione. Il Grande Kaiohshin aveva sperato di riuscire a calmare questi impulsi, ma dopo aver letto la mente del Nord, dovette ammettere che le azioni di Bu non erano redimibili – ed egli stesso si rifiutava di comunicare, visti gli eventi. Se non fossero riusciti a fare nulla contro di lui l’universo come lo conoscevano sarebbe giunto alla fine. Come raggiungerlo?

Mentre il Kaiohshin sconfitto riprendeva lentamente compostezza, il dio del Sud tremava di rabbia. Stava per insistere sul venire mandato a combattere Majin Bu e finirla una volta per tutte, quando all’improvviso una presenza si palesò lì accanto. Un potente colpo d’aria diffuse una nuvola di polvere sull’area, forzando gli dèi a coprirsi gli occhi. Quando li riaprirono, rimasero sconcertati alla vista di Majin Bu in persona – in posizione floscia, mento in basso, che li osservava con un ghigno beffardo. Possedeva dei grandi denti, dalla cui punta colava saliva sul labbro inferiore.

Dietro di lui, Bibidi era trionfante. “Perfetto! Dopo tutto questo tempo, è finalmente giunto il giorno in cui vedrò la fine degli dèi! Majin Bu, uccidili!”

Il Djinn osservò il suo padrone come si osserva un insetto.

Non aveva bisogno di essere ordinato.

La fortezza di muscoli dinnanzi a lui era come un invito scritto.

Una chiamata alla lotta. Una sfida.

Gli altri erano pesci piccoli.

Non avrebbe lasciato che il suo divertimento venisse rovinato.

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