DB Multiverse

DBM Universo 19

Scritto da Foenidis

Traduzione e adattamento di Grinch

Questi guerrieri che utilizzano potenti armature hanno combattuto accanto a Goku e ai suoi amici, ma da dove vengono in realtà? Qual è la loro storia?
Scopri come tecnologia e coraggio possano diventare gli ingredienti del cocktail della vittoria nell'insolito Universo Helioriano, il cui destino ha più volte rischiato di finire in tragedia.

Questo fumetto è in pausa. La continuazione arriverà in futuro...

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[Chapter Cover]

La grande nave si era fermata sotto un cielo coperto di grigio.

Sotto di essa, sul terreno, un esercito di soldati si stava facendo strada, illuminato da un gran numero di luci lampeggianti verdi e rosse accompagnate da esplosioni, alcune più importanti di altre. Pennacchi di fumo salivano in cielo, contribuendo ad oscurarlo, lavoro già compiuto dalle nuvole.

Mentre le truppe entravano nell’atmosfera, si poteva già udire il fragore della battaglia, seppur debolmente. Potevano perfino essere visti raggi di energia sfrecciare vicino alle navi, alcuni arrivando a penetrare gli scudi esterni.

Assieme alle truppe che si erano radunate nelle trincee in attesa di nuovi ordini vi era un giovane soldato, sospeso in aria grazie ad un congegno gravitazionale incluso nell’armamentario, che stava facendo del suo meglio per trattenersi dal battere i denti, osservando con ansia quel che stava accadendo sotto di lui. Un sergente lo raggiunse, con l’intenzione di rassicurarlo:

“Sicuro di star bene, ragazzo?”

Il giovane si irrigidì nell’udire la voce del suo superiore, maledicendo la sua paura per essere stata così facile da individuare dal soldato di grado superiore. Rispose, balbettando un po’:

“S-sì… N-n-Nessun… Nessun p-problema… Va… Va tutto bene!”

L’uomo diede gentilmente una pacca sulla schiena del giovane soldato, parlandogli in tono compassionevole:

“Non essere così nervoso… Ci siamo passati tutti. È del tutto normale essere spaventati a morte la prima volta.”

Indicò sé stesso con il pollice.

“Come puoi vedere, sono un po’ spaventato anche io…”

Si voltò in direzione di un gruppo in gran parte composto da robusti guerrieri, poco dietro di loro.

“Se la stanno facendo addosso anche loro, credimi. L’unica differenza è che sono capaci di domare la propria paura, di trasformarla in un’alleata. La paura non è tua nemica: se riesci a controllarla, anzi, può anche salvarti la vita.”

Poi indicò un altro gruppo, in disparte, verso la parte anteriore della nave.

“Beh, a parte loro. Quelli non hanno paura, nemmeno la più minima esitazione.”

Il giovane soldato osservò gli uomini indicati dal sergente. Le loro armature erano diverse dalla sua. Erano gli Ultra.

“Beh, sì… Ma non sono come noi, no? Insomma, quelli sono gli Ultra.”

Un piccolo sorriso apparve sulla faccia del sergente, essendosi accorto di aver distratto quel novellino dalla paura di prima.

“Hai ragione, ma non pensare che siano degli dèi o qualcosa del genere. Non sono invincibili né immortali. Vengono feriti proprio come noi… Sono solo più forti… Nella loro testa!”

Il giovane uomo rispose con leggero cipiglio.

“Nella loro testa… nella loro testa ha detto sicuramente hanno anche molto altro!”

Il suo superiore si accigliò.

“Si sono del tutto meritati tutto ciò che hanno in più, credimi. È accaduto che alcuni candidati, dopo aver passato i test preliminari, non riuscissero a gestire la situazione sul campo di battaglia. Per alcuni è stato anche fatale.”

Il giovane si vide costretto a concordare, sospirando:

“Lo so. Il fatto è che io sono non sono un incapace… Ma non ho comunque la benché minima speranza di venire ammesso al programma Ultra, non avrei nemmeno i requisiti minimi per qualificarmi.”

Il sergente lo guardò con un sorriso.

“Comprendi quel che ti ho detto ora? ‘Nella testa!’ È in questo che sono diversi da noialtri. Tu non proveresti nemmeno a superare i primi test, mentre per loro è stato possibile… Capisci che ti sto dicendo adesso, ragazzo?”

Il giovane soldato era pensieroso.

“Quindi, è tutta una questione di volontà?”

“È innegabile che la volontà sia una parte importante del processo... Ma è molto probabile che tu debba avere altre caratteristiche già di tuo.” Disse il sergente, tentando di non far apparire la faccenda come una cosa semplice. “Guarda Wigner, là in fondo. Li conosci?”

Il giovane rispose bruscamente.

“Ma certo che li conosco! Tutti li conoscono! Sono gli Ultra, i migliori tra i migliori!”

Il sergente annuì, rassicurato.

“Sì, lo immaginavo. Dicevo, so da fonti affidabili che Wigner ha superato tutte le prove preliminari come se fossero state un gioco da ragazzi, un vero prodigio!”

“Sono tutti dei prodigi!” rispose il giovane con entusiasmo.

“Non ne sarei così sicuro. Ad esempio, Led ha dovuto riprovare molte volte, ma non si è mai arreso e alla fine ci è riuscito.”

“E pensare che ci sono anche delle ragazze ad avercela fatta.” Sospirò il soldato.

Un uomo di grandi dimensioni si allontanò da un gruppo di soldati per prendere parte alla conversazione.

“Eheheh… Vedo che stai guardando Feyn, ragazzo… Che donna! Facevamo parte della stessa unità prima che venisse ammessa tra gli Ultra, e credimi se ti dico che quella ragazza non aveva paura di niente…”

Poi rise fragorosamente, dando un colpo sulla schiena del ragazzo facendogli perdere l’equilibrio, e aggiunse:

“… E di nessuno, se capisci quel che intendo!”

Ora più pensieroso, il grande uomo mormorò, con una punta di delusione nella voce:

“Non sono mai riuscito a farmela, quella stronza!”

Continuò a parlare al giovane soldato, con un tono confidenziale:

“Ti do un consiglio, se mai per qualche motivo ti trovassi vicino a lei, non provare a toccarle il sedere, nemmeno a sfiorarlo con un dito.”

“E fai attenzione a quello di Waals!” Sogghignò il sergente.

Il grosso soldato assunse un’espressione seria:

“Quel poveretto non si merita questa reputazione, è uno dei soldati migliori.”

Il sergente replicò, sollevando il dito indice per enfatizzare le sue parole:

“Beh, se l’è fatta lui questa reputazione, ti faccio notare!”

Il grande soldato brontolò:

“È vero, ma le voci non parlano solo di quello!”

Il sergente non voleva arrendersi:

“E quindi? Non sarebbe il primo ad essere di entrambe le sponde!”

“Sinceramente, non mi importa con chi va a letto. Semplicemente, da quel che ho visto io, è tutt’altro che una fighetta sul campo di battaglia!” Borbottò il soldato per chiudere la discussione.

Avendo totalmente dimenticato il terrore di prima, il giovane si sentì improvvisamente entusiasta e volle continuare a parlare.

“È vero… Una volta ho visto Waals partecipare ad un incontro in un torneo di lotta senza armi e ha facilmente messo al tappeto Bragg!”

Gli occhi del grosso soldato brillarono al ricordarsi di quell’evento.

“Già! C’ero anche io. Bragg è un osso duro, chiunque si sarebbe tirato indietro alla prospettiva di combattere contro di lui, ma Waals… Quel tipo è una bestia!”

“Un torneo che ci mostrasse gli Ultra che combattono tra loro sarebbe magnifico!” Disse la recluta, fantasticando tra sé e sé.

Anche il sergente sembrava avere la testa altrove.

“Vorremmo tutti vedere una cosa del genere… Almeno, da quel che ho sentito.”

Al sentire di un torneo simile, il grande soldato iniziò a sentirsi euforico:

“Scommetterei tutto su Waals!”

“Ah! Ma che dici? Non può competere con Wigner!” Ribatté il sergente.

Anche la recluta stava riflettendo sui suoi preferiti:

“Anche Dirac… Non scordiamoci del forzuto Dirac!”

Un gruppo vicino si unì per fare le proprie scommesse.

“Io scommetterei sulla vittoria di Feyn. Quella pollastra è totalmente fuori di testa, annienterebbe tutti quanti!”

“Stai farneticando! Waals trasformerebbe la donna dei tuoi sogni in poltiglia!” Disse un altro.

Il grosso soldato era d’accordo e aggiunse:

“Non c’è storia!”

“Wigner avrebbe la vittoria in tasca!” Affermò un altro soldato, ma venne contraddetto da un commilitone.

“Ti piacerebbe! Bragg invece ha classe, autentica classe!”

Ma un altro ancora venne a difendere il suo preferito:

“Sbagliate tutti… Lidar… Quello è un vero combattente!”

Mentre si svolgevano le ipotetiche scommesse, distraendo la guarnigione di soldati dall’ansia che precede la battaglia, i soggetti di tutte quelle discussioni si erano radunati attorno a Wigner.

La potente voce di Dirac risuonò mentre era impegnato a scrutare il cielo:

“Curioso… Per ora, sembra che non abbiano intenzione di impedirci di arrivare.”

“Ci hanno detto che stanno concentrando tutti i soldati in un attacco a terra. Probabilmente non hanno abbastanza risorse per impegnare dei cercatori che ci inseguano in cielo.” Borbottò Led.

“O forse si sono stufati di vederci annientare le loro flotte aeree.” Disse Nim, spensierato come sempre.

Il leader degli Ultra fece tornare la discussione sui binari.

“Qualunque sia la situazione, non è così importante sapere come o perché. Ciò che dobbiamo fare è concentrarci sull’obiettivo della missione. Come ci aspettavamo, il fronte è alquanto vasto.”

Lidar si inclinò leggermente per osservare la grande massa marrone delimitata da una sottile linea arancione sotto i suoi piedi.

“ ’Alquanto vasto‘? Non starai minimizzando? Quella laggiù è l’intera popolazione Kollok!”

Un ghigno apparve sul volto di Bragg.

“In tal caso non vedo perché lamentarsi. Se le cose stanno così, potremo sbarazzarci di tutti loro senza dover raggiungere e invadere quelli rimanenti.”

Wigner continuò con tono autoritario:

“Per ora concentriamoci a dare la massima efficienza laggiù. Ci divideremo per creare varie brecce per le nostre truppe, cominciando con lo sbarazzarci di quei carri armati.”

Bragg scompigliò i capelli di Bose con un gesto che dava l’impressione di essere paterno.

“Vedrai, ragazzo, sarà divertente… I loro soldati migliori ci attaccano sempre, non servirà andare a cercarli!”

Il leader aggrottò le sopracciglia.

“È vero che li surclassiamo, ma i Kollok sono degli assassini nati, non degli innocui giocattoli con cui divertirsi. La loro forza sta nella numerosità. Ricordate di restare all’erta, il più piccolo errore potrebbe costarvi caro, perciò non perdiamoci di vista, alla portata degli altri, e ognuno di noi coprirà i due alla propria destra e alla propria sinistra.”

Si rivolse ai due novellini del gruppo.

“Fuller e Bose, questa è la prima vera battaglia per entrambi, per cui fate in modo di posizionarvi in mezzo a due membri più esperti…”

Poi osservò la battaglia che stava compiendosi al di sotto, valutando la situazione.

“Io andrò all’estremità della fascia a sinistra, uno di voi potrebbe piazzarsi alla mia destra. Waals, affido a te questo incarico…”

Nim si rivolse a quest’ultimo, ammiccando:

“E io sarò alla tua sinistra, dolcezza!”

“Oh, ti prego, non farmi questo, Nim… Io pensavo più a Lidaruccio…” Si lagnò Waals, in tono piagnucoloso.

“Fottiti, Waals!” si lamentò Lidar.

Waals era pronto a ribattere, ma Wigner lo interruppe seccamente:

“Non adesso, Waals!”

“Che barba… Certe volte non sei affatto divertente, lo sai, Wigner?” Borbottò il buontempone.

Dirac interruppe la conversazione:

“Se vuoi qualcosa di divertente guarda qui! Quei buffoni credono di riuscire a perforare i campi di forza della nave!”

Si voltarono tutti per osservare circa trenta guerrieri Kollok pronti ad assaltare la nave, sparando raggi laser che iniziavano a scoppiettare sugli scudi difensivi della nave.

“Non posso crederci… Quei perdenti stanno ancora usando quei propulsori così obsoleti!” Commentò Bragg.

“Come? Non ti eri accorto che hanno pedalato per arrivare fin qui?” Aggiunse Waals, senza ridere.

Fuller, che stava consultando lo schermo olografico di fronte a sé, fu sorpreso di notare l’equipaggiamento pesante agganciato alle schiene dei guerrieri Kollok e i tubi che sembravano collegare le armi sui loro avambracci a un serbatoio, che circondava l’apparecchio a propulsione.

“Laser a parte, il loro equipaggiamento è estremamente antiquato!” Analizzò.

Feyn fece una piroetta a mezz’aria con facilità.

“Sono abbastanza indietro rispetto ai nostri dispositivi antigravità e ai macchinari a propulsione fotonica”, commentò.

“Bisogna comunque guardarsi le spalle, Feyn. La loro forza risiede nei numeri, e sono lontani dall’avere il cuore tenero!” Ringhiò l’imponente Led.

“Già, e non aspettarti di trovare dei nanetti tra quei giganti di Kollok. Anche lì sta il loro fascino!” Esclamò Waals.

Senza preavviso, si gettò nel mezzo della battaglia contro il gruppo di assalitori. Il suo percorso era segnato da piccole scintille che si spegnevano dopo pochi istanti.

“Ed eccolo che va! Waals è fatto così!” Commentò Nim, emettendo un sospiro.

“Beh, io ho intenzione di dare una mano a quel rompiscatole!” Dichiarò l’imponente Dirac, avviandosi a sua volta.

Bose stava per seguirli, ma Bragg lo fermò con un cenno della mano:

“Non disturbarti, due di noi sono più che sufficienti. Se vai anche tu, Waals ce ne dirà di tutti i colori.”

I colpi erano concentrati, seppur invano, in direzione di Waals, che stava volando dritto contro il gruppo dei Kollok.

Nel momento in cui raggiunse il campo di forza, esso si aprì mostrando un passaggio. Posizionando il suo braccio sinistro come per difendersi, egli formò uno schermo di forma curva e allungata, come uno scudo. All’apparenza era fragile e molto trasparente, ma i laser sembravano sciogliersi, una volta a contatto con esso.

In un istante aveva raggiunto il cuore dell’orda di nemici, e rimpicciolì il suo scudo per colpire con violenza i due Kollok più vicini.

Nonostante la differenza di dimensione tra i combattenti, la forza del colpo scagliò lontano i due possenti guerrieri.

Nell’istante successivo, dopo una rapida giravolta, Waals fece partire un piccolo colpo dai fori sui suoi guanti, indirizzato ai propulsori dorsali di altri due guerrieri vicini. Entrambi esplosero seduta stante!

L’Helioriano poi deviò i laser verso i suoi polsi, sui quali generò due piccoli scudi. Un ulteriore schermo si formò davanti ai suoi occhi, era un visore. Dopodiché tese il braccio destro, tenendo stretto il pugno, pronto a fare fuoco.

Dalle tre piccole cavità collocate sui suoi guanti scaturirono dei raggi laser, ognuno dei quali centrò un Kollok. I soldati colpiti caddero come mosche sotto il fuoco di precisione chirurgica.

Nel frattempo, Dirac aveva raggiunto il centro della battaglia. Schiena contro schiena con Waals, afferrò le teste dei Kollok con le sue grandi mani, facendole schiantare l’una contro l’altra. Nell’istante successivo, l’Ultra teneva tra le sue dita il coperchio superiore del propulsore, mentre delle fiamme scaturivano dai resti demoliti del congegno. I due soldati caddero, lanciando grida di terrore durante la caduta di centinaia di metri che li separava dal terreno.

Dirac deviò dei colpi indirizzati a lui grazie ai piccoli schermi sui suoi polsi, prima di distruggere i cinque Kollok rimanenti a fianco grazie ad un potente raggio quasi trasparente che atomizzò sul posto i soldati in una frazione di secondo.

Mentre una pioggia di cenere si disperdeva lentamente dove poco prima si trovavano i guerrieri, Dirac si voltò per cercare altri bersagli… Ma non ne era rimasto più nessuno. Waals aveva appena trafitto l’ultimo Kollok rimasto con un colpo sparato a bruciapelo.

“Ehi, potevi lasciarmene qualcuno!” Gridò Dirac, fissando l’ultimo Kollok che precipitava.

Waals gli fece l’occhiolino, indicando il suolo.

“Non preoccuparti, tesoro… Ce ne sono ancora quanti ne vuoi!”

Disegni di:

Foenidis      

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