DB Multiverse

DBM Universo 19

Scritto da Foenidis

Traduzione e adattamento di Grinch

Questi guerrieri che utilizzano potenti armature hanno combattuto accanto a Goku e ai suoi amici, ma da dove vengono in realtà? Qual è la loro storia?
Scopri come tecnologia e coraggio possano diventare gli ingredienti del cocktail della vittoria nell'insolito Universo Helioriano, il cui destino ha più volte rischiato di finire in tragedia.

Questo fumetto è in pausa. La continuazione arriverà in futuro...

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[Chapter Cover]

Traduzione di Grinch, revisione di Prosavio

Qualche mese dopo, tre grandi navicelle stavano viaggiando nello spazio.

Una di loro ospitava una dozzina di guerrieri, che stavano passando il tempo parlando tra di loro.

Dirac, un uomo di dimensioni colossali, alto almeno trenta centimetri più dei suoi compagni, al momento si stava spazientendo, coi pugni chiusi, in attesa che un’armatura si formasse al di sopra dei suoi vestiti… Per poi sparire così com’era comparsa, facendo lampeggiare due piccoli marchingegni metallici che si trovavano sulle tempie dell’uomo.

“Finalmente un po’ di sana vecchia guerra! Mi era proprio mancata!” Ruggì l’enorme soldato.

Nim, una giovane e atletica donna dai capelli castani, decise di calmare i suoi bollenti spiriti:

“Starai scherzando. La guerra… non è una cosa che dovrebbe mancarti.”

“Ah, sì… Mi spiace, è che sono un po’ stufo di fare solo esercitazioni.” Brontolò Dirac.

Waals, un guerriero con un fazzoletto legato intorno alla gamba, scese dalla console di comando su cui era seduto per dire la sua:

“Già… Inoltre potremo avere un po’ di carne fresca… Carne muscolosa e virile…”

Lidar si mise in piedi davanti a lui, tentando di apparire grosso, e ribatté:

“Ti avverto, oggi non ho proprio voglia di sopportarti mentre dici queste cose. Tieni per te i commenti ambigui, se ci tieni all’integrità del tuo faccino!”

Nim tentò di calmare il guerriero dalla piccola statura:

“Non ci badare, sai che lo sta facendo apposta.”

Dopo aver ringhiato minacciosamente, Lidar fece dietro-front.

Si era appena girato quando Waals decise di gettare benzina sul fuoco, provocandolo in tono canzonatorio:

“Oh, tesorino, sai che amo gli uomini piccoli ma energici...”

Per Lidar era troppo. Si voltò col pugno destro diretto verso il rompiscatole, ma il colpo venne fermato dall’enorme Dirac. Mentre il grande guerriero provava a calmare quello piccolo, Waals, sicuro che il pugno non l’avrebbe colpito, decise di mostrargli un ghigno malizioso per infastidirlo ancora di più.

“Aspetta i Kolloks per mostrare questa furia, e lascia perdere Waals. Lo sai com’è fatto, fai finta di non sentirlo.”

Lidar smise di premere il suo pugno contro il palmo della grossa mano che l’aveva fermato, e andò in un angolino tenendo il broncio.

Feyn, un’affascinante e giovane ragazza dai capelli rossi il cui abito metteva molta enfasi sulle sue curve, si appoggiò alla spalla di Waals.

“Oh, Waals, sei un uomo così attraente, è davvero uno spreco…”

Appoggiò il dito indice sulla fronte dell’uomo, per poi farlo scivolare lentamente sul naso, le labbra e il mento, continuando a parlargli in modo sensuale:

“Sai che posso farti assaporare il vero piacere, basta che tu me lo chieda…”

Bragg, accasciato su una delle sedie volanti (grazie ad un sistema di anti-gravità) e con un piede poggiato su un’altra, aveva finto di dormire fino a quel momento. Sogghignò, senza alzarsi o aprire gli occhi:

“Perdi il tuo tempo, Feyn. Non è un vero uomo… Non ha nulla che sia degno di nota nei pantaloni… Io, invece… Eheheheh…”

Non appena finì di ridacchiare, il malizioso Waals apparve dietro a quel simpaticone, accarezzandogli la guancia con le dita.

“Posso provarti il contrario quando vuoi, bel ragazzone.” Gli sussurrò, poggiando la faccia contro la sua.

Bragg perse l’equilibrio e saltò giù dalla sedia gridando.

“Non toccarmi!”

I suoi commilitoni si misero a ridere di cuore a quella scena, mentre lui si sfregava violentemente la guancia sulla quale si era appoggiato Waals, come per strofinare via qualcosa.

“Molto divertente, vedo che vi fa ridere… Avrei voluto vedervi al mio posto. E tu farai meglio a non riprovarci mai più!” Minacciò, senza aspettare risposta.

Led, ancora nell’angolo, brontolò:

“Che bambinoni… sarà così divertente combattere accanto a voi!”

Waals si girò verso di lui agitando il proprio fondoschiena sotto il naso di Bragg, che rispose voltandosi altrove, tentando di ignorarlo.

“Sicuro, Led? Io ricordo che eri molto contento quando trovasti questi bambinoni, come ci definisci tu, per combattere e permetterti di salvare il tuo grosso didietro.”

La voce di Wigner, imperturbabile fino a quel momento, non lasciò spazio a un’ulteriore replica:

“Smettila, Waals!”

Waals si raddrizzò per guardare il faccia il suo superiore. Si accigliò leggermente prima di lasciarsi andare su una sedia, che fece un sobbalzo verso il basso a causa del peso del combattente.

“Siete un branco di guastafeste senza senso dell’umorismo, ecco.”

All’improvviso si udì il suono di un portellone che si apriva, e apparve un generale. Rimase fermo per qualche momento prima di entrare nella grande stanza. Non disse nulla mentre la porta si chiudeva dietro di lui. Esaminò uno per uno gli uomini e le donne davanti a lui, alternando il suo sguardo puntandolo prima verso di loro, poi verso lo schermo immateriale che fluttuava di fronte a lui.

Vedendolo arrivare, tutti si fermarono e stettero in silenzio, aspettando di sentire cosa aveva da dirgli.

L’ufficiale notò che, per una volta, non sembravano star lì a bisticciare tra di loro. Dopodiché il suo sguardo si diresse verso Waals, che gli rispose sorridendo irriverentemente. Che quel combina guai si fosse finalmente dato una calmata?

Indirizzò I suoi occhi in direzione di Wigner. Era il leader della squadra, ed era stato lui a sceglierlo. Una buona decisione, a suo parere. Certo, era molto giovane, ma era capace, maturo, e aveva l’autorità necessaria per mantenere la squadra unita. Era stata anche la forza di volontà ad aver permesso loro di raggiungere l’abilità richiesta per unirsi a una squadra d’élite come quella, e soprattutto per imparare a utilizzare un armamentario pericoloso e potente, il cui utilizzo era permesso solo ai guerrieri più esperti.

L’ufficiale sembrò prendere un respiro profondo prima di iniziare a parlare, e lo schermo olografico svanì senza che nessuno desse comandi.

“Come voi tutti sapete, i Kolloks stanno tentando un altro attacco offensivo sul fronte Dardanìta! Pensavamo che dopo l’ultima volta in cui li prendemmo a calci nel didietro sarebbero stati tranquilli almeno per un po’ di tempo… Ma ovviamente, ci sbagliavamo. Anzi, Galasir sembra aver deciso di dare il tutto per tutto questa volta, dato che a detta dei Dardaniti questa è un’invasione di scala colossale. Sicuramente non faremo in tempo a salvarli tutti. Quando li raggiungeremo avranno già subito molte perdite…”

Lidar espose sinceramente quel che pensava:

“Non sarebbe successo se l’ultima volta avessimo estirpato il problema alla radice!”

Il Generale replicò in tono calmo, ma autoritario:

“Usufruire dell’esercito Helioriano come arma di annientamento totale è fuori questione, Lidar. La vostra squadra e queste forze sono, e resteranno, delle unità difensive!”

Poi continuò, visibilmente più irritato:

“Tuttavia, è vero che la minaccia di Galasir è diventata molto più seria adesso. Dardan non è molto importante per lui, siamo a conoscenza del suo vero obiettivo: mettere le mani sia su Helior che sui segreti della nostra tecnologia…”

“Precisamente… È proprio per questo che privare Helior di tutti gli Ultra potrebbe non essere una buona idea”, osò far notare Wigner.

L’ufficiale si complimentò per l’osservazione con un sorriso.

“Il Consiglio dei Saggi ha già pensato e considerato questa idea, come te, ed è per questo che la Guardia non è qui con noi. Abbiamo anche spedito delle nano-camere, e le loro riprese ci hanno confermato che quasi tutti I veicoli Kolloks sono stati mobilitati su Dardan. Ciò che rimane del loro pianeta non ci riguarda, e nel peggiore dei casi, vi riporteremo a casa.

Lo sguardo dell’ufficiale sembrò ammorbidirsi, mentre attraversava la stanza con passo regolare.

“Credo che Galasir stia tentando di ottenere una testa di ponte* conquistando Dardan. Essendo a metà strada tra Kollok ed Helior, quel pianeta sarebbe perfetto come base per prepararsi ad un attacco su larga scala contro il nostro pianeta. I loro mezzi sono lenti, ingombranti e usano molto carburante, e la loro tecnologia pecca in sostentamento energetico…”

Poi continuò:

“Quindi, Signori… E Signore, ovviamente… Gli ordini sono chiari! Questa volta non ci limiteremo a scacciare le forze di Galasir…”

Alzò il pugno finendo la frase:

“… Questa volta annienterete completamente quei bastardi, e farete capire loro che non dovranno mai più azzardarsi a infastidire l’esercito di Helior!”

Un grido collettivo seguì l’ultima affermazione dell’Ufficiale… Che alzò la mano per calmarli:

“Non è tutto… Sarete le unità di punta e dovrete aprire delle brecce nelle linee nemiche, permettendo alle altre unità di infiltrarcisi. Dovrete fare più danni che potete…”

“Potremmo affrontarli anche da soli!” Commentò Dirac, con un sorriso.

L’ufficiale alzò il sopracciglio in segno di disapprovazione per quell’ultima frase. Sollevò poi il dito indice, per apportare maggiore enfasi alle parole successive:

“Sarebbe un grosso errore! Qui si parla di un’invasione su larga scala, e potete stare certi che si aspettano di trovarvi lì! Fate quel che potete per arrecare grossi danni e per facilitare l’avanzata delle nostre truppe, ma non permetterò, e lo ripeto, non permetterò MAI che qualcuno di voi cada tra le mani del nemico, per nessun motivo!”

Mentre gli sguardi dei suoi soldati perdevano baldanza, Wigner rispose con voce sicura, senza lasciare che il suo morale cadesse a terra:

“Non serve ricordarcelo. Siamo tutti al corrente dell’enorme responsabilità che abbiamo, e agiremo nel migliore dei modi.”

L’ufficiale fece un sorriso, leggermente imbarazzato.

“Ve l’ho ricordato come da protocollo, ma avete la mia più totale fiducia, siete le nostre forze d’élite.”

Aspettò un momento prima di continuare, contando gli strati di lucido da scarpe sui suoi stivali.

“So che tutte queste precauzioni possono sembrare esagerate, dato che è altamente improbabile che i Kolloks siano capaci di decodificare i segreti di una scienza troppo complessa per la loro comprensione…”

Si raddrizzò e il suo sguardo si fece pesante:

“Ma vi lascio solo immaginare quanto temibili potrebbero diventare quei combattenti, che già sono così spaventosi in battaglia, se in qualche modo riuscissero a capire come utilizzare la nostra tecnologia.”

“Beh, Grazie!” disse Bragg sogghignando.

Che l’avesse detto ironicamente oppure no, il generale non disse niente.

“Infine, vi informo che sono state rilevate delle navicelle non identificate muoversi nelle vicinanze del sistema Kollok. Galasir farebbe di tutto per raggiungere i suoi obiettivi, e non è da escludere la possibilità che possa trovare dei nuovi alleati.”

Il silenzioso portellone si aprì di nuovo, e un soldato della flotta entrò per fare rapporto al suo superiore.

“Generale, la informo che raggiungeremo la destinazione in meno di mezz’ora.”

L’ufficiale di alto grado fece un cenno con la testa, prima di voltarsi verso i suoi guerrieri per l’ultima volta.

“Bene, credo di aver detto tutto quello che dovevo dire… Non è solo Helior a contare nuovamente su di voi per respingere questa minaccia e riportare la pace, ma anche i nostri alleati Dardaniti dipendono da voi… Guerrieri Ultra!”

Tutti si alzarono all’udire il nome della loro unità speciale, e il generale fece loro il saluto:

“Tutto ciò che posso fare è augurarvi buona fortuna!”

Il portellone si richiuse, lasciando soli gli occupanti.

Con un suono vago ma familiare, l’armatura di Wigner si formò intorno a lui a gran velocità, generandosi dai punti di partenza situati sull’abito sottostante.

Non appena le uniformi di tutti gli altri fecero lo stesso, si rivolse a i suoi commilitoni:

“Il fronte sembra essere in una situazione tremenda. La strategia migliore è coprire tutto il terreno possibile per creare quante più brecce riusciremo a rendere disponibili per gli uomini delle truppe. Noi saremo in prima linea, per cui l’ideale sarebbe avere un Guerriero Ultra come riserva e supporto.”

“Per me non c’è bisogno di precauzioni, quegli sciocchi non hanno alcuna possibilità…” brontolò Dirac.

“Non ne sarei così sicuro. Ricorderai che l’ultima volta hanno quasi preso Led, e non fu affatto per semplice fortuna!” Disse Bragg.

Wigner era d’accordo:

“Proprio per questo insisto su questo punto. Così come Bragg e il Generale Maserf, credo fermamente che i nostri nemici faranno di tutto per mettere le mani su uno di noi, in modo da impossessarsi dei segreti della nostra superiorità.”

“Beh, quei primitivi se li possono scordare! Se vogliono la nostra tecnologia, allora la proveranno sulla loro pelle!” Esclamò Waals.

Anche Lidar era eccitato, e mostrava il suo pugno serrato:

“Non ci capita tutti i giorni di poter combattere tutti quanti in una volta, non sprecheremo questa occasione. Li tritureremo!”

“Hai proprio ragione, tesoro, saremo tutti quanti in una volta…” continuò Waals, facendo uno strano sorriso e qualche moina a Lidar.

“… E puoi contare su di me per tenere d’occhio quel tuo bel sederino!” Concluse con molto entusiasmo.

Un grido formato da più voci risuonò in tutta la stanza:

“WAALS!!”

*(Nota del traduttore: Testa di ponte è un'espressione di terminologia militare. Si riferisce all'ottenere una posizione sicura, vicina ad un territorio scarsamente accessibile e ostile. Una famosa Testa di ponte è lo sbarco in Normandia.

In questo caso, si tratta di ottenere Dardan perché vicino a Helior.)

Disegni di:

Faye      

Veguito       69 95

PoF       14

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