DB Multiverse
Hanasia, la Regina dei Saiyan
Scritto da Salagir
Traduzione e adattamento di Crix, Prosavio e ItsAMeLuigi
Questa storia si svolge sul pianeta dei Saiyan, ben prima che questi diventassero il popolo di sterminatori che portò terrore in tutta la Galassia all'epoca di Re Vegeta. Se ti sei mai chiesto in che modo queste persone così potenti vivessero in comunità, se vuoi conoscere le sorti dei Guerrieri Millenari che hanno preceduto Broly, se le avventure di una frenetica ed emotiva guerriera in un mondo crudele ti tentano…allora entra nel mondo della Saga di Hanasia!
Parte 1 :123
Parte 2 :4567891011121314151617
Parte 3 :18192021222324252627282930313233343536373839404142434445
Parte 4 :464748495051
Gli ordini del Re
Traduzione di Emperor Vegeta, adattamento di Prosavio
Era possibile sentire dei suoni che nessuna creatura vivente sarebbe stata in grado di riprodurre. Tuttavia, Chilled li stava emettendo. Non era diverso dal cigolio di un macchinario da lavoro arrugginito, o dal suono di un debole motore, non che i Saiyan avessero mai sentito qualcosa di simile a quello. Anche se, stranamente, il grido passeggero sembrava distorto.
Ma una cosa era chiara. Questi strani suoni significavano la morte del suo avversario. Poi cadde, schiantandosi al suolo. Hanasia lo seguì.
No… Non era ancora morto. I suoi occhi oscillavano, spalancati. Ancor più sbalorditivo fu che, tra quegli strani lamenti, lui parlava. Parlava a se stesso.
“Io non… Io non posso… non posso essere sconfitto… impossibile… questo non può…”
“Lo sei”, disse Hanasia. Poi preparò il suo pugno. Avrebbe tagliato la sua gola se necessario. Doveva morire.
Colpì forte, molto molto forte. Fu prodotta un’onda d’urto, si formarono spaccature sul terreno e come risultato le macerie delle case si sparpagliarono. Era stato decapitato.
Tornando dagli Tsufuru, “sollievo” era una parola insufficiente per descrivere l’umore generale.
“Magnifico!”
“Brava ragazza! Quella è la nostra Saiyan!”
“Lo ha ucciso… Ucciso! Mai, fino a questo giorno, un Demone del Freddo era stato ucciso da qualcuno che non fosse della sua specie!”
“Veramente?”
“Questo è quello che dicono i nostri documenti, ma è molto probabile che l’impero dei Demoni abbia riscritto la storia. In ogni caso, se fosse accaduto recentemente, come nell’ultimo millennio, lo avremmo sicuramente saputo attraverso le reti straniere. Ma sai, ho condotto un’approfondita ricerca. Nulla.”
“Ha fatto bene a colpire quando lo ha fatto. Abbiamo potuto vedere che l’ha ucciso non appena il suo potere stava aumentando esponenzialmente. Avrebbe potuto non uscirne vincitrice se lo avesse lasciato continuare con la sua trasformazione.”
“Sì, guarda il nostro filmato. Quando si stava trasformando, tutte le sue ferite stavano guarendo!”
“Invia le nostre equipe sul posto. Dobbiamo impossessarci del corpo. Prendi contatto con il consigliere.”
All’interno della nave di Chilled, tutto ciò che era rimasto era l’equipaggio di volo. Non erano nemmeno una decina. E stavano tremando nei loro stivali. Il loro signore era morto, e quello non poteva essere successo. Si trovavano in un ambiente ostile, al centro dell’attenzione dei nativi, che erano capaci di sparare esplosioni di energia. E la loro nave non era stata costruita per la battaglia. Che triste ironia. Una nave da guerra sembrava superflua quando avevi un Demone del Freddo che poteva comodamente sopravvivere nel vuoto dello spazio, per annientare qualunque vascello che attaccava. Ma adesso…
“Non siamo ancora pronti? Sbrigatevi!”
“Sì, ho inviato tutto il filmato degli eventi accaduti qui, ma non riceveremo una risposta prima di alcune ore!!”
“Allora andiamocene da qui.”
“Siete matti? Se facciamo la più piccola mossa, ci attaccheranno.”
“Dobbiamo andarcene il più rapidamente possibile, fiondandoci dritti fuori dall’atmosfera. Dopo 2 km li avremo seminati.”
“Sentiranno i motori avviarsi!”
“Non possiamo proprio restare qui!”
“Mio Re, siete vivo?”
Lo era. Aveva quasi avuto difficoltà nel crederci egli stesso. La sua notevole capacità di recupero gli aveva fatto conservare lo stato di Re dei Saiyan per alcune settimane fino ad ora. Ma adesso si trovava già agli ultimi giorni del suo regno. Certo, alcuni Saiyan avevano regnato anche per periodi più brevi. Provò a mettere la sua mano sullo stomaco per valutare il danno subìto, ma non poteva muoverla. Non tanto perché era stato sepolto profondamente sotto spesse macere, ma più perché aveva perso il controllo su di essa. Provò a muovere gli altri arti, solo per scoprire che poteva unicamente inclinare la sua testa. Un po’ a sinistra, un po’ di più a destra, e poteva vedere il suo consigliere, che stava fluttuando davanti a lui.
“Mio Re, avete un ultimo ordine da dare prima che prendiamo tempo nel trovare un nuovo Re. Un ordine urgente, se posso aggiungere. Mi potreste aiutare?”
“Sei solo una spia venduta agli Tsufuru”, avrebbe risposto il Re, se avesse avuto la forza di parlare. Così fece di sì con la testa, dal momento che non avrebbe voluto morire lì e in quel momento, mentre era incastrato tra i resti di un muro del castello. Voleva sapere cosa era successo laggiù, e vedere come la bestia era stata sconfitta.
Il consigliere liberò il Re dalle rovine al meglio delle sue abilità, lo mise sulla sua schiena e volò verso il luogo della battaglia. Questo breve momento fu angosciosamente doloroso per il sovrano, ma era un Saiyan.
Molti Saiyan si erano ora radunati attorno ad Hanasia, la cui trasformazione era sparita. La maggior parte di loro volò. Quasi tutti quelli provenienti dalla capitale potevano.
“Sei veramente forte!” Disse uno dei Saiyan. “Sei stata incredibile!”
“Da dove vieni?” “
“Non da queste parti”, disse un altro, mentre afferrava un pezzo del suo vestito, visibilmente diverso da quello che erano abituati indossare. Mentre lei indossava un rozzo pezzo di pelle di animale, tutti loro portavano delle molto più raffinate toghe, che non odoravano così fortemente, né prudevano.
“Dicci, sei tu il Guerriero Millenario?”
“Saiyan, qual è il tuo nome?”
“Dove hai imparato a volare?”
“Saiyan, come hai fatto a fare quella cosa con la luce?”
“Ehi, ti piacciono i grandi Saiyan come me?”
Nonostante la distruzione, nonostante i migliaia di morti, erano tutti eccitati dalla battaglia che si era svolta, e da lei. Hanasia, non avendo mai viaggiato così lontano, sarebbe dovuta essere meravigliata dalla vista della capitale, e invece si stava internamente addolorando per le morti dei caduti.
Alzò la testa per vedere arrivare una strana coppia: un Saiyan che ne trasportava un altro in punto di morte.
“Il Re!” Esclamò un Saiyan proprio vicino a lei. La coppia discese verso il gruppo e il consigliere iniziò a parlare.
“Il Re ha qualche ordine da annunciare prima di morire. Dobbiamo portare i corpi degli invasori al castello. Quelli che sono sopravvissuti devono essere lasciati in vita. E infine, dobbiamo appropriarci di questo veicolo volante.”
Improvvisamente, la nave iniziò a tremare e a emettere un forte rumore. Stava per realizzare la sua fuga.
“Tutti! Afferratela ai suoi lati, ma non rompetela! Posizionatevi intorno ad essa per impedirle di andarsene!”
Tutti loro, entusiasti, si lanciarono sulla nave non appena decollò. Così, tutti quelli che vi erano sopra iniziarono a spingerla verso il suolo. Le pareti erano estremamente resistenti, visto che erano in grado di entrare nell’atmosfera. In quanto tali, non si dilaniarono sotto pressione. Parti di essa, comunque, si fletterono un po’. I Saiyan spinsero più forte e a un tratto ebbero la meglio, facendo schiantare la nave nella pianura più vicina alla capitale. I motori si fermarono e i navigatori rimpiansero di non avere Dèi o Demoni da pregare.
“Abbiamo molto da fare. Analizzate e decifrate qualunque cosa c’è da sapere riguardo al corpo del mostro. Rimettete in sesto i sopravvissuti se possibile, e interrogateli. Mettetevi in contatto con i sistemi esterni di cui ci possiamo fidare, formate un consiglio per decidere le nostre azioni future. Dichiareremo guerra aperta contro i Demoni del Freddo e sfoggeremo orgogliosamente i resti di uno dei loro, o seppelliremo tutto sotto la coperta, sperando di essere tranquilli per tutto il tempo che impiegheranno a indagare su questa storia…?”
Era vero, la vittoria era solo l’inizio. Gli altri Tsufuru pensavano a cosa poteva significare per il loro futuro…
“Nulla sarà più come prima.” Disse a se stessa Abricota.
I Saiyan che avevano circondato la nave come una rete vivente, come aveva disposto il consigliere, si fecero strada verso il mare in modo casuale, ma sufficientemente in linea con le sue direttive. Altri presero i corpi degli invasori, animali vestiti dallo strano aspetto, e li impilarono. Uno di loro, essendosi accorto che l’alieno appena recuperato stava ancora respirando, si guardò a destra e a sinistra prima di rompere il suo collo, sussurrando: “Prendi questo, mostro!” E gettò il cadavere in mezzo agli altri.
Se non fosse stato il Re, nessuno avrebbe fatto alcuna attenzione al corpo del Saiyan morente al suolo. Ma per via del suo titolo, alcuni dei Saiyan che ricoprivano una posizione nel castello lo circondarono. Hanasia li raggiunse e vide gli occhi del Re girarsi verso di lei. Era abbastanza ovvio che gli fossero rimasti solo pochi minuti. Ma il suo sguardo era potente, vivo e anche pieno di dolore alla luce delle circostanze. Era il Re. Era due volte più vecchio di lei ed era vissuto per combattere molte più battaglie. Nel guardarla, riconobbe la sua forza e volle spendere il resto del suo tempo da vivo con gli occhi su di lei.
Hanasia si abbassò sulle sue ginocchia vicino a lui per prenderlo dalla mano, un gesto solitamente riservato agli amici stretti o alla famiglia. La sua acutezza di Super Saiyan le fece apprendere con quel semplice gesto ancora più informazioni riguardo il Re morente. Poteva sentire ogni piccola parte di vita rimasta nel suo corpo, ogni pulsazione, i suoi respiri, il sangue scorrere per tutte le sue vene. Poteva sentire tutto. Conoscere le sensazioni di un uomo durante i suoi ultimi minuti era sia un dono, sia una maledizione che torturava il Saiyan empatico.
Il Re la vide piangere e morì con delusione.
“Tu sei la nuova Regina dei Saiyan”, disse una voce dietro di lei. Questo intruso sapeva che il Re era appena morto? O semplicemente non gliene importava di meno?
“No”, replicò Hanasia, girandosi intorno per vedere che era stato il consigliere del Re a parlare. “Non sono interessata.”
“Almeno resta qui per un po’.” Finì di dire, non appena si levò dal terreno. “Ti dobbiamo un banchetto, dopotutto. Sei più che benvenuta al castello.” Poi volò verso il mare.
Hanasia si alzò in piedi e volò via per evitare ulteriori domande e congratulazioni da altri Saiyan. Si mosse rapidamente verso un’altra parte della città e atterrò discretamente tra due strutture. Da queste parti nessuno prestava veramente attenzione a lei. Tutti gli altri stavano parlando di quello che era appena accaduto, o volavano verso il luogo di battaglia.
Qualcosa riguardo la capitale aveva appena riempito Hanasia di soggezione. Ogni casa toccava l’altra e ciascuna era strutturata in modo da lastricare appropriatamente vie e strade. Essenzialmente, tutte erano state progettate in modo efficiente. Inoltre, tutte le case sembravano essere identiche. Mentre in un villaggio avresti potuto trovare segni di incidenti spiacevoli, qui ogni casa era esente dalla più piccola spaccatura. Tutto era stato costruito per durare, ultimato e definito dai Saiyan più abili nella costruzione.
Ma la popolazione era fin troppo densa affinché la gente potesse cacciare in proprio. Le pianure circostanti dovevano essere state svuotate da qualunque preda, considerando la scala della popolazione. Chiaramente, la capitale era organizzata differentemente.
Hanasia aveva già raggiunto il suo terzo “spazio pubblico”. Tra le case, scoprì un’area aperta, quasi estetica, riempita con piante, posti a sedere e tavoli. Qui la gente si sarebbe incontrata fuori tutto il tempo, poiché la maggior parte sarebbe restata nelle proprie case solo per dormire, scappare dalla pioggia o passare del tempo in solitudine. In questo luogo, c’era giusto uno spazio libero, abbandonato da quelli che volevano vedere cosa era successo.
Anche se non c’era fuoco nell’area, vi era carne grigliata diversa da quella che aveva sempre visto, circondata da frutti di cui ignorava l’esistenza. Si avvicinò ad un tavolo e assaggiò.
“Ehi!” Urlò una piccola Saiyan poco lontana. “Chi ti ha invitata?”
Chiaramente, la ragazzina non sapeva volare e preferì trarre vantaggio dall’assenza di tutti per avere il banchetto per sé. Meglio di dover correre intorno alla città e rischiare di venire schiacciata sotto al suolo. Giusto ragionamento.
“Mi sono invitata da sola”, replicò Hanasia con la bocca piena, afferrando qualunque cosa potesse con la sua mano libera. Non sapeva cosa stesse mangiando, ma continuava a inghiottire ogni cosa senza ritegno.
“Vattene da qui, vagabonda di paese!” Strillò la piccola monella, sputando fuori uva ad ogni sillaba. “Questo è il mio compleanno, e tu non sei stata invitata!”
“Buon compleanno”, continuò Hanasia, alzando un bicchiere contenente un liquido non trasparente. Il vetro era sorprendentemente ben costruito, e lo stesso di poteva dire dei piatti sul tavolo. Nel villaggio di Hanasia, i recipienti erano fatti di qualunque cosa la gente potesse ricavare. Per i bicchieri intagliavano le corna delle bestie, infilzate poi su tavoli di legno, che presto diventavano inutilizzabili a causa di buchi, per cui dovevano essere costantemente sostituiti. Ma qui, il fondo era piatto e la capacità abbondante. Che efficienza! E iniziò a bere. Non aveva mai assaggiato niente di simile. Non era solo succo di frutta. Era un po’ speziato, ma comunque buono.
“Bene! Ti caccerò fuori io stessa!”
La piccola ragazza si scagliò su di lei, ma fu accolta dal piede esteso di Hanasia. Lanciò le sue braccia in ogni direzione, ma erano più piccole della gamba della donna. Tutto inutile. Il suo avversario non aveva difficoltà a mantenerla a distanza, muovendo il suo piede in base ai suoi movimenti, e intanto continuava a mangiare, irritando ancora di più la festeggiata.
“Uhm, degli altri bicchieri.”
Hanasia si alzò in aria, fluttuando, per mantenere la sua difesa impenetrabile e afferrare un altro bicchiere di vino, che era stato prontamente scolato. Sul bordo del tavolo c’era ancora altro cibo che non aveva incontrato in precedenza. Lo stava già masticando. “Urgh, non è buono.” Lo sputò fuori e agguantò un altro piatto, cercando tra le pietanze già assaggiate. Finì col masticare un osso, spaccandolo tra i suoi denti. Poi si fece strada verso un altro tavolo.
“Colpo segreto di Artemis!” Urlò la piccola ragazza di città, che approfittò della gamba di Hanasia come leva per lanciarsi verso di lei. Entrambi i suoi piedi andavano dritti verso le costole dell’avversario. Ma, rapidamente, Hanasia si era girata di lato e il vuoto fu colmato dai suoi piedi. Spinta via improvvisamente da una mano ferma, la monella si schiantò contro il terreno.
“È da stupidi urlare il nome del tuo attacco prima di eseguirlo”, commentò Hanasia, mentre raccolse due bicchieri di vino, per poi berli insieme creando una fontana di liquido tra lei e il terreno. Non importa, era già disseminato di avanzi e liquidi schizzati in ogni caso, come ci si aspetterebbe da ogni altro degno festeggiamento.
Hanasia cominciava a sentirsi strana. Non era solo l’attrazione per il nuovo cibo, e aveva già dimenticato le sue preoccupazioni riguardo al Re, che le sembravano come di molto tempo fa. Inoltre, si sentiva come se la profondità del mondo stesse fluttuando, come se le case si avvicinassero per poi allontanarsi, mentre niente si muoveva affatto, obiettivamente parlando. Raccolse un altro bicchiere, uno solo questa volta, per berlo lentamente. Non aveva più quel sapore speziato, sapeva solo di molto buono.
“Yaaaah!” Gridò la piccola festeggiata, caricando il suo nemico. Sperava di darle un paio di colpi, che furono sciattamente elusi. Continuò il suo assalto, sferrando qualche colpo, anche se la loro efficacia rimaneva in dubbio. Così, finì per aggrapparsi al braccio del suo avversario, iniziando a morderlo il più forte che poteva.
“Ahi!” Urlò Hanasia, lasciando andare l’ultimo bicchiere. Provò a roteare il suo braccio in ogni direzione, ma la ragazza non mollava la presa. Così la abbatté al suolo ancora, questa volta prima la testa, il che peggiorò solo le cose, spingendo la mascella della ragazza ancor più nel suo braccio e versando mezzo bicchiere. Entrambe le cose ebbero come conseguenza un insulto –non traducibile qui- da parte di Hanasia.
“Gnagnagnagna…” sogghignò la ragazza, senza mollare ancora, col sangue che gocciolava sul suo mento. Il suo respiro, poi, fu in breve interrotto, dopo che Hanasia conficcò il suo piede nel suo stomaco senza grande moderazione. Poi, tenendo giù la ragazza con il suo piede, provò a tirare via la sua mano con forza, il che non ebbe effetto. Il giovane cane d’attacco si sarebbe piuttosto fatto squartare piuttosto che essere costretta a mollare, ma presto sarebbe successo.
Hanasia svuotò il contenuto del suo bicchiere sul viso della ragazza, che gargarizzò e tossì, lasciando la presa e si fece indietro così forte che i suoi stessi denti le fecero male una volta che si toccarono tra di loro. Scuotendo la testa come avrebbe fatto un cane bagnato, la piccola Saiyan si liberò di tutto il liquido, prima di rialzarsi per continuare la sua lotta. Furiosa, si chiese dove fosse andato il suo avversario.
Hanasia era molto più indietro di lei, a un altro tavolo. Aveva appena trovato dell’altro cibo, masticandolo con la bocca spalancata, che risciacquò con un'altra bevanda. Avendo un talento nel fare più cose contemporaneamente, guardò la sua mano, che riportava i segni di un morso profondo. I suoi muscoli erano rossi e intorpiditi, e c’era anche un po’ di sangue. Se non avesse posseduto una terrificante resistenza naturale, metà della sua mano sarebbe ancora nella bocca di quella ragazza.
“Adesso sei la mia nemica mortale!” Annunciò la piccola ragazza, indicando Hanasia con il suo dito, alla quale non poteva importare di meno, avendo trovato un altro bicchiere. “Ti darò la caccia fino alla fine del mondo se dovrò farlo, in un anno, dieci anni o più, se è necessario. Io ti ucciderò, io ti… Papà!! Questa ragazza mi sta infastidendo!!!”
Alcuni Saiyan era appena tornati, delusi dalle poche informazioni che hanno potuto raccogliere. Erano arrivati e trovarono la loro figlia minore sputare sangue e sbatterlo via con nonchalance. Scoprirono anche che il loro banchetto era stato apparentemente attaccato (ad essere onesti, sarebbe stato difficile trovare la differenza, veramente), con una sconosciuta che masticava tutto quello che potesse trovare, e i suoi movimenti che chiaramente suggerivano un’intossicazione.
Le onde sarebbero passate sopra ad altre onde. Ah! L’oceano… Terrificante, incontrollabile, pieno di segreti… di cui i Saiyan non si erano mai importati. Stavano volando a circa 1 km sopra la superficie d’acqua, in una stretta formazione intorno al veicolo spaziale alieno…
I Saiyan stavano seguendo il consigliere. Li stava guidando usando l’informazione che il suo bracciale gli aveva dato. Erano già passate diverse ore. Niente di che per il gruppo, che con abilità manteneva la nave in modo che non provasse a scappare ancora. Ma si stavano iniziando ad annoiare. In più, non c’era nessuna costa da vedere entro l’orizzonte e potevano volerci ore prima che trovassero terra, spesso lontana svariate centinaia di chilometri, poiché non avevano nulla per orientarsi.
“Ci siamo quasi”, disse il consigliere, percependo il loro cattivo umore. “Ci siamo quasi, ma dove esattamente?” Chiesero a loro stessi. Nessuna isola, nessun posto dove mettere giù la nave.
E improvvisamente, tra le nuvole, emerse un gigantesco pavimento color cielo. Un enorme cubo volante, niente che qualcuno di loro avesse mai visto prima, tranne un soldato più vecchio o due. Da lontano, era quello di quando avevano combattuto il Guerriero Millenario vicino al villaggio di Hanasia. Un’apertura larga e quadrata li accolse. Il consigliere entrò. Loro seguirono.
“Stiamo atterrando!” Disse, prima che tutti loro iniziassero la lenta discesa. Quelli che si trovavano sotto si allontanarono dalla nave e fecero toccare terra al loro prigioniero.
“Fate attenzione…” Avvisò il consigliere. “Dividiamoci!” E tutti uscirono dal buco, che si stava già chiudendo. Nel momento in cui l’ultimo Saiyan uscì, la chiusura si velocizzò, in modo che la nave fosse lasciata al suo interno.
“Che cos’è questo?” Chiese un Saiyan.
“Questi sono segreti del Re”, replicò il consigliere. “Non preoccupatevi, nessuno sarà in grado di trovare la nave qui. Persino voi non potreste sperare di trovarla ancora. Andiamo, seguitemi. Conosco la via per tornare nella capitale. Non c’è bisogno di dirlo a nessuno…”
Il consigliere sapeva bene che non poteva ucciderli tutti, e in ogni caso questo tipo di storie sarebbero solo diventate indiscrezioni, rapidamente contraddette dai contastorie, che avrebbero sicuramente affibbiato alla storia qualche sorta di misticità dietro di essa.
All’interno della gigantesca nave Tsufuru, le luci si accesero e l’hangar fu invaso da soldati Tsufuru e robot armati. Entrano nella nave e presero i navigatori come prigionieri.
Una volta tornati al castello, il consigliere poté vedere la pila di cadaveri accatastata in una larga stanza, con la metà dei loro capi vicino a loro. C’erano anche due prigionieri, uno che si stava tenendo lo stomaco, fatto a pezzi, e un altro, un po’ meno ferito, tenuto fermo da un guardiano due volte più grosso di lui.
Gli Tsufuru sarebbero discretamente venuti a raccogliere tutti questi corpi durante la notte, ma questi due mostri dovevano andare in un’infermeria dotata di equipaggiamento e medicine Tsufuru in gran quantità, prima che morissero. Chiamò quei pochi Saiyan che, come lui, ne erano a conoscenza.
“Gli ordini 'del Re' sono rispettati. Adesso, devo trovare la ragazza.”
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