DB Multiverse

DBM Universo 4: Bu

Scritto da Arctika

Traduzione e adattamento di Crix


Parte 1 :0
Parte 2 :123
[Chapter Cover]
Parte 2, Capitolo 1.

Parte1 : L'inizio

Capitolo 1

Cinque milioni di anni prima della storia che conosciamo ...

In un mondo deserto, arido, in un angolo oscuro dell'Universo…

In un'ampia distesa di sabbia rossa, un piccolo essere si muoveva con difficoltà. Una tempesta si profilava all'orizzonte, sollevando in potenti raffiche i piccoli granelli dorati che costituivano la superficie di questo pianeta. Il cielo scuro era illuminato dal bagliore accecante dei lampi e risuonava della furia degli elementi.

Questo mondo era uno dei più solitari e caotici dell'universo conosciuto. Tutti lo evitavano il più possibile, e solo i peggiori criminali venivano mandati a ciò che era considerato letteralmente un inferno.

Il piccolo essere andò avanti per molto tempo. Avvolto in un grande telo, circondato da una barriera di energia, raggiunse un'ampia fessura circolare il cui fondo non era visibile. Finalmente, eccolo lì! Poteva sentire l'aura malvagia che emanava da quell’abisso. Solo un grande adepto delle arti mistiche come lui poteva rilevare una tale energia oscura e tenebrosa. Mentre perlustrava lo spazio per gli incantesimi proibiti, ne aveva trovato una potente fonte su questo mondo infernale. E adesso si trovava nel luogo preciso che aveva sentito dalla sua nave.

Il piccolo essere alzò il braccio ed esclamò:

“Ci siamo! Schiavi, al lavoro! Trovatemi tutto quello che potete!”

“Sì, Maestro Bibidi!”

Apparvero dozzine di individui, posizionandosi attorno al crepaccio. Si aggrapparono alla sporgenza e iniziarono a scendere lungo le pareti. Il cosiddetto Bibidi sbuffò. Questo mondo era il luogo ideale per rifornirsi di soldati devoti. I peggiori individui, pieni di una profonda oscurità, erano tutti perfetti per servirlo.

Per diverse ore, le pedine si spostarono, penetrando in caverne, incastonandosi tra le pareti. Alcuni morirono, schiacciati da enormi rocce. La natura cataclismica era spietata, persino in profondità. Bibidi, in grado di volare, si era messo in un angolo sicuro, un muro protettivo, dal quale osservava le sue pedine con una sfera di cristallo.

Fino alla tanto attesa chiamata.

"Maestro! Ho trovato qualcosa! È enorme! È ... Argh! "

Lo stregone fremeva dalla felicità. Finalmente!

“Parapappa!”

Con un incantesimo di teletrasporto, si unì immediatamente al suo soldato in fondo a un lungo sentiero roccioso. Lo schiavo era stato gravemente ferito, una pietra era caduta su di lui, ma a Bibidi non importava. La sua attenzione era interamente dedicata ad un tomo di incantesimi con una copertina scura, posta in primo piano su un piedistallo di osso. Non c'era alcun dubbio. La magia nera che proveniva dal burrone e dalla caverna inquieta era causata da questo libro misterioso. Bibidi lo vedeva bene, era opera di un potente mago, probabilmente di millenni, o anche di milioni di anni prima di lui. Un'aura malsana emanava da questo libro e avvolgeva la stanza.

Bibidi si avvicinò sospettoso. La roccia che aveva schiacciato il suo servitore non era caduta per caso. La grotta era piena di trappole magiche progettate per annientare chiunque cercasse di impossessarsi del libro. Una specie di barriera invisibile circondava il libro. Ma da quello che poteva vedere, non era un incantesimo particolarmente complicato da annullare. Era di alto livello, sì, ma poteva vedere quella protezione e la sentiva fragile. Persino i più grandi incantesimi perdevano potere nel tempo.

Estendendo le braccia di fronte a lui, incitò una potente maledizione che colpì l'intera grotta. Il soldato che si lamentava per terra ucciso, così come tutta la magia intorno. Bibidi cadde in ginocchio, esausto. L'incantesimo stava agendo su tutti i presenti, e ce n’erano così tanti che la sua forza era stata prosciugata dalla sua stessa magia. Guardò il piedistallo. Lo scudo si stava sbiadendo e scricchiolando a poco a poco, si frantumò.

Bibidi si prese un po' di tempo per alzarsi, poi si avvicinò al libro e lo aprì, incuriosito ed eccitato. Da quello che stava leggendo a prima vista, si trattava di un antico libro di incantesimi scritto da un gruppo di maghi in tempi sconosciuti. La collezione proibita presentava vari esperimenti e incantesimi che potevano essergli utili, ma molti dei suoi incantesimi erano molto più potenti. Tuttavia, una delle pagine attirò la sua attenzione.

Questi pochi paragrafi, circondati da diagrammi iconografici, presentavano un metodo sicuro per condensare il male negli esseri viventi, al fine di animare oggetti o entità e di scatenarli in seguito. Bibidi pensò per un momento, poi sorrise.

Avrebbe potuto fare qualcosa di interessante con questo incantesimo.

Combinato con alcune delle sue specialità, avrebbe potuto raggiungere i suoi scopi, una volta per tutte.

La creazione del suo sogno.

Lo schiavo perfetto.

Il suo Majin.

Alcuni mesi dopo, in un altro mondo…

In un sotterraneo illuminato da lanterne contenenti fiamme viola, il mago Bibidi era occupato. Lungo le pareti c'erano scaffali pieni di documenti polverosi, coperti di ragnatele e fiasche piene di liquidi viscosi verdastri. Le pietre che componevano le pareti curve erano intagliate e levigate, come un complesso segreto e solitario. Un luogo in cui Bibidi operava da anni conducendo esperimenti scientifici e magici proibiti. Disponeva di una tecnologia piuttosto sviluppata, che aveva per lo più rubato da diversi mondi, e che aveva poi modificato e imbevuto di incantesimi per migliorarla.

Il mago era impegnato su un tavolo su cui era posato un papiro che rappresentava un grande cerchio, oltre a incantesimi e simboli tutt'intorno.

Bibidi studiò il documento per un momento, in modo da essere sicuro di non mancare il colpo. Quando finì, respirò profondamente, e per l'ultima volta contemplò tutti quegli antichi testi che si trovavano nella sua biblioteca. Aveva attentamente studiato ciascuno di loro, instancabilmente, per procedere alla creazione di un ultimo rituale destinato a creare la più terribile delle creature. Costruire la vera incarnazione del male non era molto difficile. Assicurarsi l’obbedienza di una tale creatura invece, era tutt’altra cosa. Occorreva che non gli si rivoltasse contro. Aveva messo un accenno di caos nella sua formula magica, instillando una bestialità senza regole nel suo futuro schiavo. Di conseguenza, il suo soldato non avrebbe mai pensato di ribellarsi contro di lui, poiché non avrebbe mai avuto pensieri diversi dallo sterminio dell'Universo.

Sapeva già come chiamare il suo servo. Sarebbe stata la vera incarnazione dei vizi dell'Universo e il rappresentante del suo dominio. Il suo vero Majin, dotato di poteri straordinari, e una ferocia insuperata. E gli era venuto in mente un nome che suonava bene nelle sue orecchie. Associato a questo titolo che avrebbe diffuso il terrore nelle galassie.

Majin Bu.

L'ora era finalmente arrivata.

Al centro della stanza c'era un'enorme sfera rosa, che batteva come un cuore vivente. Era collegato da tubi piantati nella sua pelle esterna a vasche di metallo. Queste, contenevano un liquido molto speciale: energia, ma non energia qualsiasi. Aveva bisogno di pura energia da anime innocenti per creare la malvagia aberrazione che desiderava. La sofferenza causata dall'uccisione di questi esseri, così come il caos provocato nel processo, avrebbe rafforzato la forza del suo guerriero. Aveva messo a ferro e fuoco a un intero mondo per raccogliere tutte quelle risorse. Ma il suo operato aveva attirato l'attenzione di un Kaiohshin, dal quale era scampato per un pelo. Alla fine,si era inimicato un dio che vegliava sull'universo, ed era spaventato. Tuttavia, il suo schiavo doveva certamente essere in grado di resistere alle divinità. O almeno, sperava.

Majin Bu fu finalmente creato. Tutto ciò che restava era liberarlo. Tutti questi mesi di preparazione erano finalmente valsi a qualcosa.

“ Hahaha! Ce l'ho fatto! Questa creatura è la perfezione stessa! Porterò la vita! Porterò la morte!”

Ripensando a coloro che al momento dominavano l'Universo e che gli avevano messo i bastoni tra le ruote, aggiunse in tono ringhiante e sadico:

“E ... regnerò sopra gli dèi!”

Si voltò verso il bozzolo pulsante. Era un po' ansioso, ma tremante per l'emozione. Esitò un attimo prima di mettere la mano sulla palla. Chiuse gli occhi e, concentrando i suoi poteri magici, pronunciò l'evocazione per liberare la creatura. Seguì un breve momento di silenzio. Preoccupato, Bibidi deglutì. Aveva fallito?

All'improvviso, la sfera cominciò a tremare violentemente e un fumo denso fuoriuscì dai suoi interstizi mentre si apriva gradualmente. I due blocchi rosa che formavano la palla caddero a terra in un tonfo, facendo saltare Bibidi. Stava tremando in tutte le sue membra: si stava preparando per vedere un mostro dall’energia colossale, ma non avrebbe mai immaginato quanto avrebbe potuto essere alto e malsano quel potere. L'atmosfera era diventata di una follia sconosciuta fino ad allora. Persino lui, il grande mago delle arti proibite, era pietrificato da ciò che stava accadendo.

Il fumo gradualmente si dissipò, rivelando al centro della palla allentata un bambino con un corpo rosa, gli occhi chiusi, addormentato. Una piccola cresta ornava la parte superiore del suo cranio per perdersi dietro la testa, circondata da un cavo. Era a dorso nudo e indossava pantaloni bianchi e una cintura con fibbia raffigurante una M.

— Sì! È ... È il marchio del mio potere!- Pensò Bibidi mentre deglutiva.

Si avvicinò lentamente, incerto su cosa fare. Poi disse con voce debole:

“M ... Majin Buu?”

Quando allungò la mano, la creatura aprì improvvisamente gli occhi. Bibidi si affrettò a tornare indietro, spaventato. I rossi occhi iridescenti di Majin Bu si bagnarono in un oceano nero. Il mago era terrorizzato dal sordido bagliore che brillava negli occhi della creatura che aveva liberato.

Majin Buu inclinò la testa a destra e poi andò a sinistra, rompendo le articolazioni. Camminava lentamente davanti a lui, guardandosi intorno. Il suo corpo era un po' rigido, ma prendere le misure e abituarsi al suo corpo sarebbe stato molto veloce. Il tempo di abituarsi completamente ... a distruggere.

Guardò l'insetto di fronte a lui. Il piccolo verme stava tremando. Diceva qualcosa.

Majin ... Buu? Bu?

Era così che era stato chiamato?

Lo sentiva.

Era stato creato.

Da quell’insetto.

Quell’essere aveva dato luce a Majin Bu? Piccolo essere che lo aveva invocato? Hmm ...

Allungò improvvisamente la testa e la rovesciò, avvicinandosi allungando il collo a pochi centimetri dal viso di Bibidi, che cadde a terra, sorpreso e parlò balbettando:

— “Bu ... Majin Buu ... Sono Bibidi, il grande mago. Ti ho creato affinché tu mi serva per conquistare l'Universo e distruggere i miei nemici. Mi devi la libertà, tu ... Devi obbedirmi!”

Majin Bu continuò a fissarlo, gli occhi neutri. Non aveva davvero capito il piccolo essere. Aveva davvero sentito solo due parole: obbedire e ... distruggere. Distruggere!

DISTRUGGERE!

Obbedire sembrava una parola lontana nelle sue orecchie, un raro accenno di ragione, persino insignificante. Non gli piaceva dover ascoltare qualcuno anche se era appena nato. Il suo carattere caotico era al di sopra, più forte, più presente. Solo il suo istinto primordiale lo guidava e voleva divertirsi. Senza restrizioni. Ma questo piccolo essere parlava di distruzione. Lo aveva liberato. Avrebbe potuto ucciderlo in quel momento, ma ... Lo avrebbe usato come distrazione. Nei combattimenti, contro le prede.

Majin Buu riprese la sua forma normale e scoppiò a ridere con la sua aura distesa al massimo. Bibidi emise un grido di orrore e creò uno scudo. La sua tana fu completamente spazzata via dal potere di Majin Buu. Il mago fu scagliato lontano. Era scosso, ma non ferito.

“ Che potere!” disse, balbettando. “Cosa ho fatto? Mi ucciderà!”

Majin Buu riapparve di fronte a lui con un grande sorriso sul volto. Gli occhi di Bibidi si spalancarono, tremando. Stava già vedendo la sua fine giungere. Ma non era la morte a venire in contatto con lui. La mano di Majin Bu gli accarezzò la testa senza mezzi termini e alzò lo sguardo su di lui. Con l'altra mano, la creatura indicava lo spazio con uno sguardo che voleva dire tutto. Era pronto a combattere e a distruggere. Non avrebbe ucciso il mago e avrebbe seguito i suoi ordini, finché gli fosse stato utile.

Bibidi capì rapidamente il messaggio. Il djinn aveva accettato di combattere per lui.

Sorrise felicemente. Il suo regno sarebbe finalmente iniziato.

Per diversi mesi si è scatenò.

Pazzo di distruzione e rabbia.

Majin Bu era inarrestabile. Era così bestiale e imprevedibile che sfrecciava da un pianeta all’altro senza preavviso, lasciando il suo liberatore colto alla sprovvista. Quest'ultimo faticava a seguirlo con la sua magia.

Majin Buu amava uccidere. Divorare. Odiare.

Se non avesse distrutto il piccolo insetto, era solo perché gli portava l'intrattenimento. La sfida. Gli avversari.

Ma non abbastanza forti.

Di nemici, ne aveva visti molti durante quegli ultimi mesi.

Anche il più forte non era durato che trenta secondi.

Decine, poi centinaia.

Majin Bu stava diventando pazzo.

Desiderava battersi.

~ Dieci mesi dopo la nascita di Majin Buu. ~

Su un pianeta comune.

Bibidi ridacchiava, fluttuando sopra un cumulo di cadaveri. Erano smembrati, frastagliati. Era deliziato dalla svolta degli eventi. Anche se il suo schiavo non lo obbediva molto, la maggior parte del tempo poteva far devastare molti mondi che si erano opposti allo stregone. La maggior parte erano in angoli solitari dell'Universo, e debolmente abitati. Ma era l'inizio, anche se modesto, del suo nuovo impero.

D'ora in poi, il nome di Bibidi del grande mago, sarebbe stato conosciuto in molti sistemi. Con, ai suoi ordini una bestia selvaggia che distruggeva i pianeti e divorava le loro popolazioni.

Poco lontano da lui, Majin Bu schiacciava l'ultimo essere vivente di quel patetico pianeta. Era noto per essere il più forte combattente della sua razza, ma cadde a terra in soli due pugni. Majin Bu, irritato, aveva infierito per diversi minuti sul suo corpo, riducendolo a brandelli.

Bibidi ridacchiò.

“Bene, Majin Bu, molto bene! Mi servi meravigliosamente! L'universo sarà presto mio a questo ritmo, ah ah ah!”

Sentendo il mago, Majin Bu si fermò. Il mago si interruppe, stupito. Per alcuni secondi fissò il Djinn, che non stava più emettendo alcun suono.

“ Majin Bu? Cosa c'è che non va pe…”

Il mostro si teletrasportò improvvisamente di fronte a lui con uno sguardo demenziale. Spaventato, Bibidy sceso dal tumulo e corse giù per il pendio di cadaveri emettendo grida di spavento e dolore. Una volta a terra, tossì mentre Majin Bu scendeva lentamente il tumulo. Una volta arrivato vicino al mago, allungò la mano per l'insetto ancora a terra, e creò una palla viola di energia nel palmo della mano. Bibidi urlò di terrore.

“Che cosa stai facendo, Majin Bu?” urlò, agitando le braccia di fronte a lui. “Sono il tuo padrone! Perché mi stai minacciando ora? L'universo è quasi nostro!”

Gli occhi del mostro brillavano di una scintilla rossa. La cresta sopra la sua testa si allungò improvvisamente per afferrare qualcosa dall'altra parte della pila di corpi inerti. Prese il cadavere di un combattente e lo gettò accanto a Bibidi. Vedendo Majin Bu tremare di rabbia, con le vene in risalto, Bibidi capì. Il suo schiavo voleva combattere contro qualcuno forte.

“Io ... Capisco, Majin Bu ... Vuoi un nemico forte...”

Bibidi stava riflettendo intensamente. Nessun mortale nell'immensità dello spazio è stato in grado di dare una lotta di qualità al suo servo. Majin Bu si stava annoiando con lui e stava per pagarne il prezzo con la sua stessa vita. Non era più il momento di affrontare i patetici mondi sottostanti, ma per la guerra contro gli dèi dell'universo. Aveva lasciato che Majin Bu si scagliasse su decine di mondi insignificanti, poco importanti agli occhi dei pigri Kaiohshin, per garantirsi a poco a poco un territorio, l'inizio del suo impero e quindi per non essere attaccato.

Gli dèi preferivano divertirsi nel loro mondo celeste e non si preoccupavano veramente dei mondi mortali. Era tempo di costringerli a combattere. E morire per mano di Majin Bu. Non sarebbe stato difficile catturare la loro attenzione. Il massacro di un mondo densamente popolato sotto la loro sorveglianza avrebbe fatto al caso suo.

"Molto bene, Majin Bu," disse Bibidi, con voce incerta, ma piena di eccitazione. “Vuoi combattere? Ti porterò dai nemici più forti dell'universo! Se mi obbedisci, puoi divertirti quanto vuoi con loro!”

Majin Bu, come al solito, non capiva le parole del mago. Ma vedendolo con il sorriso sadico e il guizzo della voce , capì. Lui stesso ridacchiò e la sua faccia si oscurò.

Finalmente.

Era giunto il momento.

Il momento tanto atteso.

Il vero combattimento stava arrivando.

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