DB Multiverse

DBM Universo 19

Scritto da Foenidis

Traduzione e adattamento di Grinch

Questi guerrieri che utilizzano potenti armature hanno combattuto accanto a Goku e ai suoi amici, ma da dove vengono in realtà? Qual è la loro storia?
Scopri come tecnologia e coraggio possano diventare gli ingredienti del cocktail della vittoria nell'insolito Universo Helioriano, il cui destino ha più volte rischiato di finire in tragedia.

Questo fumetto è in pausa. La continuazione arriverà in futuro...

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[Chapter Cover]

Waals brontolò.

Irritato, utilizzò le Ultra-Waves per spazzare via la parte della massa bruna dalla quale erano partiti i laser che avevano ferito il suo braccio destro.

Ecco cosa ottenevi a restare col naso per aria in mezzo ad una battaglia!

Certo, le sue cellule modificate avrebbero curato velocemente la ferita, ma venire colpiti da un laser fa male, non importa quanto velocemente si guarisce.

L’arrivo della misteriosa corvetta era con tutta probabilità parte di un piano ben elaborato. Aveva anche notato che un gran numero di carri armati ammassati nella retroguardia Kollok si erano mossi in avanti, assieme a delle truppe che si erano allineate per liberare il passaggio. Questa battaglia non sarebbe finita in un lampo come aveva pensato. Quell’idiota di Galasir doveva aver preso una dose extra di vitamine il giorno in cui aveva pensato questa strategia!

All’improvviso, la voce di Wigner risuonò sulle sue tempie.

“I carri armati!” gridò.

Waals, che si stava occupando di uno squadrone di eroi impazienti di porre fine alle loro misere esistenze, ebbe appena il tempo di alzare lo sguardo prima di accorgersi delle bocche nei cannoni sui carri armati accendersi con un suono mortale.

Quegli idioti dalle teste suine non l’avevano accerchiato in quel modo senza ragione!

Uno sbalzo di rabbia prese il sopravvento e l’Ultra formò uno scudo frontale rivolto al terreno per volare verso le cannonate pronte a partire sulle truppe, lasciando dietro di sé scintille brillanti.

Più si avvicinava alla fila di carri armati, più aumentava il numero di aspiranti suicidi sul suo cammino. Sparando, trafiggendo, esplodendo, tranciando, ubriaco di furia e di sangue, si stava aprendo una via insanguinata tra i mostri, più combattivi che mai, mentre, sulla sua testa, proiettili costruiti per compiere traiettorie a campana curvavano in volo precipitando a raffica.

Dato che aveva abbassato gli scudi per maciullare con più facilità i Kollok che lo ostacolavano, Waals si ritrovò diverse ferite di varie profondità sul corpo. Non era in una buona situazione!

Mentre una selvaggia espressione adornava il suo volto, egli si posizionò alla sinistra dell’ultimo veicolo della fila. I diodi sulle tempie si attivarono ed estese il braccio destro subito prima di aprire le valvole delle Ultra-Waves.

Lo scudo attivato sul suo braccio sinistro poteva proteggerlo solo da un lato, mentre partivano gli attacchi indirizzati a lui. Sapeva che sarebbe stato doloroso; forse sarebbe morto, ma non gli importava. Non avrebbe permesso a quei degenerati di uccidere le truppe.

Era sul punto di sciogliere la sua arma da dieci tonnellate per la quarta volta quando una palla di cannone lo travolse in un’esplosione di scintille gridando “attenti!”.

Era Bragg, fiondatosi come un missile. Attaccato a Waals, attivò lo scudo sferico che li inglobò entrambi. Subito dopo, la bolla protettiva sparì sotto un inferno di fiamme.

Mentre l’esplosione si dissipava, invitò Waals a seguirlo, alzandosi nel cielo mantenendo quel sorriso spensierato che lo contraddistingueva.

L’aria fresca, l’improvvisa calma, entrambe le cose sembrarono far uscire Waals dal suo stato di trance. La frenesia sanguinaria era passata.

“Quegli affari non reagiscono molto in fretta, non si fermano abbastanza velocemente. Ti dirigi verso un gruppo di Kollok, viri in alto all’ultimo momento, ti levi da lì e il drone farà piazza pulita!” Iniziò a spiegare Braag. “Facciamo a cambio! Con questo ritmo ti prosciugherai in fretta, e io sono stanco di questi cosi.” continuò, indicando l’infinita danza tra i droni e Dirac e Bose.

Waals non era un allocco. Braag stanco, come no!

“Appena hai finito di ripulire i resti dei robot, ne rilasciano un’altra dozzina, tutti equipaggiati con degli scudi dannatamente buoni… Spero finiscano le scorte di quegli affari, altrimenti potrebbe essere un po’ dura.” concluse Braag con tono beffardo, nonostante la gravità della situazione.

“Non deve temere, poiché il grande Waals non è stanco. Io mi occuperò di codesti fastidiosi insetti” indicò Waals, giocando al gioco del partner. “Ma prima di ciò, sarà mia premura assisterti nella rimozione di una o due file di quei barattoli di latta.”

La proposta portò un gran sorriso sul volto di Braag. I due alleati batterono il pugno prima di partire in volo verso la prima linea di carri armati.

Waals a sinistra, Braag a destra, entrambi coprirono i propri fianchi esterni con un largo scudo, mentre muovendosi verso i mostruosi veicoli allineati tenevano il braccio libero steso, sparando un continuo fascio di laser soprannominato “Fendente Divino” dagli avversari. Chiaramente erano molte le specie aliene equipaggiate con armi capaci di sparare piccoli colpi laser, ma solo gli Helioriani erano riusciti a concentrare la tecnologia dietro i raggi continui dal potere devastante. Il raggio era impareggiabile in capacità di taglio, oltre all’essere virtualmente invisibile ad occhio nudo.

La scia luminosa dei due Ultra venne presto seguita da una catena ininterrotta di esplosioni. Dietro il muro di fuoco e le carcasse dei carri armati distrutti, il resto dell’armata di Galasir si stava fermando nel mezzo del caos.

Raggiunta l’estremità del campo di battaglia, i due tornarono indietro.

“Stavo per mandare tutto all’aria… Grazie.” Ammise all’improvviso Waals senza preavviso.

“Ringrazia Wigner, io ero troppo preso per accorgermi che eri uscito di senno. A proposito…”

“Sì, me ne occupo io! Farò passare le pene dell’inferno a questi aggeggi volanti!” Annunciò l’Helioriano barbuto prima di prendere il volo in una nuvola di scintille e con un fuoco negli occhi.

Nel frattempo che Braag raggiunse un paio di torrette per farle esplodere, Waals decise di avvicinarsi al fronte vicino alle truppe Helioriane per unirsi allo sciame di droni.

Molte granate si erano fatte strada all’interno causando grandi impatti e i soldati di fanteria non erano equipaggiati come gli Ultra. I loro scudi non erano in grado di resistere a esplosioni potenti, né tantomeno di coprirli in totale interezza. Non disponevano nemmeno di comandi telepatici impiantati nella mente come gli Ultra. Dover armeggiare un sistema di armi così complesso sarebbe stato un suicidio, per cui avevano a disposizione solamente due scudi di piccole dimensioni. Possedevano anche dei laser, oltre a delle Blast-Balls semplificate, molto meno potenti di quelle dell’unità élite.

Con l’efficienza di un cacciabombardiere, l’Ultra lasciò sul suo cammino una massa di cadaveri marroni sotto le grida entusiaste dell’esercito blu.

“Aspettami!”

La voce di Nim risuonò come una ventata d’aria primaverile nella mente agitata di Waals. La rigenerazione delle ferite non era semplicemente dolorosa… Dopo un po’ divorava avidamente la tua energia vitale con molto appetito e allo stesso tempo sovraccaricava il tuo organismo.

“Sei andato ad accarezzare i tuoi amici Kollok un po’ troppo vicino?” Scherzò la donna dai capelli scuri arrivando al suo fianco.

“Wigner ti ha chiesto di badare a me, vero?” borbottò Waals continuando a sparare.

La giovane ragazza gli rispose con un luccichio negli occhi, deviando raggi letali come fossero stati delle mosche.

“Nemmeno per sogno! Devo sostituire Dirac… Sai com’è fatto, danzare per aria non fa per lui. A lui serve combattere, serve il sangue, servono le grida. E poi, perché dovrebbe essere sempre lo stesso soldato a giocare coi droni, è ingiusto, no?”

La risposta di Waal fu un grugnito. Era come Dirac, distruggere l’attrezzatura nemica non era molto entusiasmante.

“Ho un’idea” continuò la mora “Devi solamente seguirmi quando ti darò il segnale… Credo che ti piacerà.”

Consapevole di aver attirato l’interesse del compagno, Nim si allontanò con una potente accelerazione, lasciando una scia di morte dietro di lei fino all’ultimo carro armato sfuggito alla devastazione di Waals e Braag.

Quest’impresa fu possibile grazie a due Fendenti Divini, che la giovane ragazza utilizzò contro lo sciame di droni ronzante attorno a due silhouette circondate da scintille.

Waals si accinse a seguirla, ma Dirac si mise sulla sua strada a tutta velocità grazie ai propulsori sonici, seguito a ruota da cinque mosche di metallo un po’ troppo appiccicose.

“Non così in fretta Waals” disse il grande guerriero Helioriano attraverso i dispositivi di comunicazione, “in tre siamo in grado di contenerli, ma se restiamo in due saranno guai!”

Waals osservò Dirac atterrare, causando molto movimento e panico nell’ammasso bruno, scosso da questa cavalleresca interruzione. Ebbe appena il tempo di vedere il titanico combattente proteggersi sotto uno scudo a semisfera che il terreno attorno a lui si ricoprì di fuoco in seguito a cinque esplosioni consecutive.

“Sveglia, Waals!”

Il giovane Bose aveva appena interposto uno scudo tra i laser dei droni e i capelli di Waals.

Lo sguardo verde smeraldo del turbolento Helioriano, assente fino ad un istante prima, tornò al bellicoso vigore. Un momento più tardi, tre carcasse di metallo caddero sotto i suoi colpi.

Più in là, Nim stava facendo meraviglie. Degno di nota il fatto che non fosse solo sveglia e vivace, ma aveva anche mantenuto l’agilità della campionessa ginnica che era prima di passare i test per la prestigiosa élite di guerrieri. Le sue piroette aeree non lasciarono via d’uscita ai droni che arrancavano coi loro propulsori. Waals si chiese per un istante perché Wigner aveva scelto Dirac invece di Nim per attaccare i droni… Ma il leader aveva sicuramente avuto delle ragioni per fare delle scelte simili sul campo di battaglia.

Laddove Waals e Nim erano occupati in un tiro al bersaglio con uno sciame di aggeggi volante, Bose si stava facendo strada verso il cuore dell’esercito Kollok, con sei droni a tallonarlo. Waals capì quel che intendeva Dirac. Parte della massa in movimento si separò dal resto e volò in picchiata verso le truppe Helioriane. Sparare con una traiettoria come questa non sarebbe stato semplice, finché un terzo compagno ti sosteneva.

Ma presto, la nuvola di droni ridusse l’inclinazione e gli Ultra poterono rallentare il loro fuoco.

Facile capire perché Wigner scelse questo momento per informare che aveva inviato Led e Feyn a cambiare l’accumulatore di energia. La procedura era poco comune, privare la battaglia di due Ultra era pericoloso… Ma l’estensione e l’asperità della battaglia costringevano ad anticipare ogni eventualità pur di mantenere il vantaggio degli Ultra fino alla fine.

Nello stesso momento Nim chiamò Waals. Con la voce e coi gesti, lo invitò a seguirla, partendo a razzo verso il boccaporto che si stava aprendo per rilasciare una nuova ondata di droni.

“Bella pensata!” gridò Waals, capendo che sarebbero passati attraverso la breccia nel campo di forza lasciata aperta per far passare i droni.

Nell’istante successivo, lui e Nim si stavano aprendo un passaggio nel fitto torrente di macchine per raggiungere la corvetta nemica.

Si aspettavano che i droni da poco rilasciati avrebbero cambiato direzione per affrontarli. Invece, le macchine atterrarono automaticamente prima di spegnere i piccoli propulsori. Il boccaporto si richiuse con un sinistro suono metallico. Il frastuono della battaglia lasciò il posto a un inquietante silenzio. Era una stiva abbastanza grande da contenere un carro armato.

I due Helioriani si scambiarono uno sguardo.

Con un sorriso, Waals alzò il suo braccio verso destra mentre i diodi situati sulle tempie segnalavano la preparazione delle Blast-Balls. Nim lo seguì a ruota, puntando il suo braccio verso sinistra.

Waals contò fino a tre, dopodiché entrambi gli Ultra liberarono i loro colpi in tutte le direzioni, proteggendosi all’istante con uno scudo semisferico.

Nonostante l’alta tecnologia del suddetto, riuscirono comunque a sentire il cocente respiro apocalittico dell’esplosione che avevano scatenato nella stanza.

Avevano chiuso gli occhi per istinto, ma necessitarono comunque di qualche secondo per riottenere la vista.

Intatta!

La stanza non aveva un graffio!

I droni erano stati disintegrati, ma le pareti non presentavano la più piccola ammaccatura. Un attacco del genere doveva avere la forza per tagliare la nave in due!

I due Helioriani si concentrarono.

Provarono a contattare gli altri, senza successo. La comunicazione non era in grado di passare oltre le pareti. Non potevano avvertirli della situazione. Controllarono l’area –probabilmente invano, ma non potevano arrendersi senza provare- cercando una qualche apertura nel campo protettivo della stanza. Lo schermo invisibile, a qualche millimetro dalle pareti, impediva il contatto con il bordo metallico, e non trovarono traccia di sistemi per aprire il boccaporto dall’interno. Sapeva dell’inutilità della cosa, ma Waals provò ad utilizzare le sue lame laser, senza alcun risultato. Peggio! Diverse piccole cavità sospette sbucarono fuori, disseminate attorno a loro. I volti della pimpante Nim e di quel diavolo del suo compagno sbiancarono.

Conoscevano le istruzioni. La loro cattura era pianificata, non c’erano dubbi! La potenza del campo di forza nella stanza impediva ogni evasione tramite armi, ed era improbabile che i rapitori corressero il rischio di mostrarsi direttamente a due Ultra in possesso di tutto l’armamentario. La possibilità di venire neutralizzati tramite gas era alta. Dovevano agire in fretta, molto in fretta prima che qualcosa di simile potesse accadere!

Nim si posizionò di fronte a Waals. I suoi occhi fissi su quelli dell’amico, sembrarono capirsi senza bisogno di parlare. Il silenzio regnò per un minuto, e presero entrambi coscienza di cosa fare. Ognuno appoggiò la mano destra sul petto dell’altro, i fori sulle mani dritti di fronte al cuore e ai diodi metallici.

“Mi spiace così tanto, Nim.” Sussurrò Waals con una voce che lei non riconobbe.

“La colpa è mia, Waals. È colpa di tutti. Avremmo dovuto capire che era una tattica strana quella di non liberare tutti i droni in una volta. Credevamo fosse per stancarci, ma non era così. Stavolta siamo stati stupidi.”

Qualcosa di salato scese sulla guancia della giovane ragazza. La vista di quella lacrima spezzò il cuore a Waals lo spaccone. Waals, il forzuto che mai veniva toccato da nulla. Era pronto a morire, non era quello il problema, ma dover uccidere Nim… E vederla soffrire nell’ucciderlo a sua volta… Non era quel che si aspettava accadere né essere così doloroso.

Fuori, il giovane Bose aveva dato l’allarme.

Paralizzato per una frazione di secondo a causa dell’informazione, Wigner si riprese in fretta e rifletté su quale strategia adottare per contattare Waals e Nim, ma senza successo.

Chiese alle truppe di dispiegarsi per coprire lo spazio che lui stava lasciando incustodito sul fianco sinistro e vista la mancanza di Led e Feyn, continuare a contenere i droni che davano la caccia a Bose, rimasto solo. Stava sfrecciando verso la corvetta nemica in una pioggia scintillante.

Perso nei suoi calcoli, aveva percorso appena metà del percorso quando una voce autoritaria risuonò nella sua testa. Il generale Maserf gli ordinò di tornare sulla nave coi suoi due uomini.

Non era il momento! Maserf non si era accorto del terribile sviluppo degli ultimi eventi?

Fu allora che quell’informazione cadde, fredda e brutale, come un immenso martello precipitando su di lui:

“Non c’è tempo per le discussioni, Wigner! Helior è sotto attacco!”

Disegni di:

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