DB Multiverse
DBM Universo 14 (dei Cyborg): One Way
Scritto da Foenidis
Traduzione e adattamento di Unochepassava
In seguito alla morte dei "Guerrieri Z", come raccontato in Twin Pain, gli Universi 12 e 14 hanno condiviso la loro storia per qualche anno, prima che tutto andasse a rotoli per quest'ultimo. Quali sono gli eventi che hanno portato alla vittoria di Trunks in uno e al trionfo degli androidi nell'altro?
Questo fumetto è concluso!
Parte 1 :123456789
Parte 2 :10111213141516
Parte 3 :1718
Parte 4 :192021222324252627282930313233343536
Traduzione e adattamento di Unochepassava, revisione di SuperBardack
"Va’ dove vuoi... Muori dove devi!"
Citazione anonima da un manoscritto francese del XV secolo
La natura rivendica con esuberanza i propri diritti sulle rovine di una megalopoli devastata.
Il verde ed il giallo dorato delle erbe selvatiche ora sovrastano il grigio dei blocchi di cemento e la ruggine delle carcasse martoriate… quasi nascondendo alla vista una moltitudine di crateri, resti del combattimento tra titani che una volta ha infuriato qui.
Qua e là, degli alberi hanno addirittura trovato la forza di estrarre trionfalmente della linfa da quel triste ammasso di macerie che sarebbe potuto sembrare sterile, e il colorato splendore dei fiori selvatici rischiara con gioia ciò che, da una ventina di anni, non è che tristezza e desolazione.
Uno stormo di passeri si libra in volo tra un fruscio di fievoli fru-fru… una sagoma atletica ha bruscamente fatto la propria comparsa nel mezzo di questo paesaggio reso ormai selvaggio alla vita.
Si tratta di un giovane uomo, la cui espressione grave contrasta con la leggerezza di una brezza vivace che sfida il liscio spessore dei suoi capelli color ametista.
Il suo sguardo scandisce lentamente quella che una volta fu una grande e frenetica città… poi, chiude gli occhi per un momento, come per godere della tranquillità e dell’armonia che si erano impadronite di quei luoghi.
Si dirige quindi verso un luogo molto particolare nella distesa fiorita… un’area circolare di dimensioni impressionanti e totalmente priva di vegetazione, per scendere direttamente al centro dell’enorme cratere.
Rimane per un momento immobile, assorto nei pensieri… una statua colorata eretta al centro della scura parabola rigata di nero.
Estrae quindi con un gesto lento e misurato la lunga spada dal fodero che porta sulla schiena; l’acciaio lucido riflette un intenso lampo di luce sul volto del giovane appena questi la porta davanti a sé.
Con un gesto netto, conficca con forza la lama dritta nel terreno.
L’istante dopo, un ginocchio a terra, accarezza con la punta delle dita il terreno duro, ad un tempo liscio e screpolato… il cemento, il metallo… ogni materiale è stato fuso, reso simile a vetro da un tremendo rilascio di energia. Poi pone entrambe le mani sull’elsa dell’arma, prima di piegare la testa per poggiarvi anche la fronte. Con gli occhi chiusi, come un cavaliere in preghiera, Trunks si concentra sui propri pensieri.
Pensa a quel padre quasi sconosciuto e all’incredibile potenza che questi ha dovuto sprigionare per generare un’esplosione di tale intensità.
Malgrado questo i cyborg gli sono sopravvissuti!
Sa quasi tutto dell’incredibile scontro che ha avuto luogo qui… quasi tutto tranne gli ultimi istanti del principe guerriero. Aveva dovuto essere fastidiosamente insistente perché il suo amico Gohan si convincesse alla fine a portarlo lì e a raccontargli quel tragico giorno.
La rievocazione del ricordo di quei momenti bui era stata difficile per il figlio di Son Goku, benché indurito da anni di lotta e sofferenze. E Trunks ricorda l’imbarazzo che sentì quando vide per la prima volta le lacrime scorrere sul volto di Gohan… il bambino che era allora non avrebbe mai immaginato che un guerriero così potente potesse piangere.
E adesso è lui ad essere sopraffatto dall’emozione… la dolorosa ferita aperta dalla morte del suo mentore ed amico non si è mai richiusa.
È in parte per questo motivo che ha preso la decisione di ritornare nel passato; vuole essere certo che lui e sua madre riescano a porre fine all’infernale massacro che sta ormai per trasformare il pianeta nella tomba dell’umanità.
Bulma, che all’inizio era stata a favore di questo secondo progetto di andata e ritorno, si mostrava adesso riluttante. Per lei, non c’era dubbio che, con Goku in vita, lui e i suoi amici avrebbero sopraffatto i due assassini bionici. E solo dopo diversi giorni di ostinate discussioni egli era riuscito a convincerla della necessità di questo nuovo viaggio. È opportuno che lui si trovi sul posto per assicurarsi che non si lascino sorprendere dall’inimmaginabile potenza dei cyborg; e poi magari potrebbero avere bisogno di una mano in più, senza contare le preziose informazioni che potrebbe raccogliere per cambiare il proprio presente… nel caso in cui, come Bulma pensava, questo cambiamento nel passato finisse col creare due spazi-tempi alternativi invece di cancellare l’incubo che pesava sulle loro vite.
La posta in gioco era troppo alta!
Comprendeva le reticenze della propria madre… non avevano modo alcuno di prevedere le eventuali conseguenze di una simile interferenza sul corso naturale della storia… ma dovevano affrontare la realtà, avevano già corso un rischio portando la medicina a Goku… un po’ di più o un po’ di meno… tanto valeva andare fino in fondo.
Il giovane si rende conto di quanto sia il peso che gli grava sulle spalle in questo momento…
Il cuore gli batte più forte al pensiero della terribile battaglia che si preannuncia, una battaglia che non potranno permettersi di perdere!
La prospettiva di poter passare più tempo con suo padre, di potersi magari battere accanto a lui, fa aumentare ancora di più il flusso di emozioni, che ora gli risuona fin nelle tempie.
Gohan parlava sempre con rispetto del guerriero… riguardo l’uomo, invece, era più discreto.
Sua madre lo aveva messo in guardia per il suo primo viaggio, Vegeta era un personaggio atipico e poteva sembrare profondamente ostile a prima vista… ma lui non aveva bisogno che lei gli dicesse altro per sapere che la realtà fosse completamente diversa.
Il giovane aveva un’opinione troppo alta delle capacità intellettive di Bulma per credere anche per un solo istante che fosse stata capace di provare dei sentimenti così intensi per un bruto senza cuore. Anche dopo vent’anni, l’emozione era ancora intatta e percepibile nel timbro che assumeva la sua voce o nella luce che brillava nei suoi occhi quando ne parlava, o anche soltanto pensava, a questo amore defunto.
Come facendo un profondo respiro, il giovane si rialza lentamente.
Rimane ancora immobile un istante, le mani ancora sulla guardia della spada… anche se ha a disposizione tutto il tempo che vuole davanti a sé, è inutile rimandare ulteriormente il momento della verità.
Con un gesto rapido, estrae l’arma dal suolo e, prolungando il movimento verso il cielo, la scaglia in alto sopra di sé facendola girare su se stessa.
Resta completamente fermo per un istante, lo sguardo ancora pensieroso, poi improvvisamente si piega verso sinistra… la spada, cadendo e roteando, trova il proprio fodero, producendo un cristallino suono metallico, con una precisione sbalorditiva.
Il suo viso ora cambia espressione ed i suoi occhi si irrigidiscono tradendo chiaramente un’intensa concentrazione.
Serrando i pugni, si raddrizza, lasciando andare un ringhio rauco… tutto il suo essere sembra tendersi in uno sforzo incredibile mentre uno strano vento si leva intorno a lui.
I suoi capelli si sollevano ancora di più nel momento in cui un’esplosione sorda accompagna la comparsa di un’aura dorata che si espande fino ai suoi capelli ora completamente dritti.
Sotto l’effetto di queste pulsazioni familiari, il Saiyan sembra mettere alla prova per un istante l’energia che gli circola dentro; fissa con lo sguardo i pugni chiusi, che ha sollevato come per assicurarsi della loro forza… Poi alza lentamente gli occhi nei quali ora brilla la scintilla di una determinazione implacabile mentre senza muoversi si leva in aria.
Un urlo squarcia improvviso la calma della landa mentre tutta la vegetazione si piega sotto il vento generato dall’incredibile rilascio di energia che il giovane ha appena sprigionato… quasi come una sfida!
Una sfida all’ordine stabilito… una sfida alla propria impotenza… una sfida al destino!
Non è più tempo di dubitare… l’ora è giunta!
In un istante, non rimane nulla della presenza del guerriero eccetto l’ellisse aerea di una lunga scia dorata che rapidamente si dissolve.
Bulma è preoccupata.
Lo è sempre quando sa che suo figlio è lontano.
Ha già rischiato così spesso la morte affrontando quelle due bestie.
Sospira. È stata costretta a farci l’abitudine… con del sangue Saiyan nelle vene, come avrebbe potuto questo bambino essere diverso da così?
Persino il docile Son Gohan, che sembrava detestasse a tal punto combattere, si era rivelato un guerriero formidabile.
È così, non c’è niente da fare.
Non si è proprietari dei propri figli, impedirgli di essere loro stessi è un insulto al buon senso.
Eppure, Trunks potrebbe avere un po’ più di riguardo per il suo povero cuore di madre.
Certo, è più forte, più resistente, meno fragile di chiunque altro su questo pianeta…chiunque eccetto i cyborg.
E questo non è un dettaglio da poco!
Si riprende… è sciocco farsi il sangue cattivo in questo modo, la macchina è finalmente pronta e Trunks sicuramente non rimanderà il suo viaggio programmato nel passato.
È un ragazzo intelligente… nessun rischio che possa compromettere questa missione andando, ancora una volta, ad affrontare la coppia infernale.
Il rumore familiare dell’apertura della porta blindata che conduce al rifugio sotterraneo sottrae Bulma ai suoi pensieri.
Quando Trunks finalmente la raggiunge, sua madre lo accoglie con un sorriso pieno di calore.
È solo dopo aver controllato che la minaccia sia ben lontana da lì grazie al gracchiare dell’apparecchiatura radio – ultimo mezzo di comunicazione in grado di funzionare – che la macchina per viaggiare nel tempo viene portata fuori dal laboratorio sotterraneo.
Bulma scruta il viso sereno e la statura fiera di suo figlio, come se volesse berne l’immagine.
Com’è cresciuto! È quasi un uomo adesso!
Sente una piccola fitta al cuore pensando a tutte quelle gioie dell’infanzia di cui quello spaventoso incubo, che li circonda sin da quando suo figlio era piccolo, lo ha privato.
Rivede il bambino forte e sorridente che è stato e la morsa del panico le stringe improvvisamente il petto con forza
E se non tornasse più?...
No! Non pensarci… soprattutto non pensare mai ad una cosa tanto orribile!
È tornato la prima volta… sì… ma ha anche corso senza dubbio molti meno rischi… è stata questa raccapricciante presa di coscienza a spingerla a tentare di fargli cambiare idea… lui è tutto quello che le resta.
Si sforza di sorridere per allontanare quella spaventosa angoscia, ma non basta… prova a ricordare la propria sicurezza passata per incoraggiarsi… inutilmente! Dov’è la Bulma senza paura di una volta? Lei lo sa: si è estinta poco a poco… con ogni sconfitta, con ogni fallimento… e con ogni morte che non ha smesso di aggiungersi ancora e ancora alle altre.
Si getta allora verso suo figlio per seppellire il proprio viso addosso a lui… almeno non vedrà le lacrime che lei non riesce più a trattenere.
Rimane per un istante sorpresa dal contatto con le sue spalle robuste… questa sensazione le ricorda…
Reprime un singhiozzo… non è il momento adatto!
In questo istante il giovane uomo, che ha percepito il fremito di sua madre, la avvolge tra le sue braccia protettive. Improvvisamente gli sembra così piccola, così fragile.
Non si rende conto di come quel gesto riaccenda il ricordo della culla piena di forza e di tenerezza delle braccia di un altro uomo.
Bulma non riesce a fare a meno di stringere la propria presa sul petto robusto contro il quale si tiene premuta… quel gesto involontario le fa riprovare la sensazione dimenticata dei rilievi fermi e solidi dei muscoli del corpo di un combattente.
Il volto di Vegeta si impone ora con forza nella mente di Bulma, mentre rinuncia a cercare di arginare l’emozione che travolge i suoi occhi chiusi.
Come le è mancato… come le manca ancora…
Immagini di sguardi di una profondità insondabile, il calore di un leggero sorriso che aveva soltanto per lei, le mille sensazioni di una passione profonda… tutto è incredibilmente dolce e doloroso allo stesso tempo.
La sagoma metallica della macchina si fa spazio nella sua mente… potrebbe essere così facile riavere tutto quello…
Un sorriso di gioia senza paragoni, il suono delle voci, il suono delle risate, altri volti familiari si sono affacciati ora nel flusso dei suoi pensieri.
Sarebbe talmente bello poterli rivedere tutti, stringerli fra le braccia, godere della gioia di questa riunione da sogno…
Ma è fuori discussione!
Oltre ai problemi di continuum spaziotemporale, i disturbi che la sua presenza incongrua non mancherebbe di provocare nelle loro menti potrebbero rivelarsi catastrofici.
Per Trunks, è diverso; dato che non conoscono il giovane uomo che è diventato, non saranno confusi dal vederlo battersi al loro fianco… e poi solo Goku sa chi sia veramente.
Come le è mancato anche questo amico di sempre, questo fratello…
Stretta contro il calore rassicurante di Trunks, Bulma non riesce a decidersi a staccarsi da quell’abbraccio… è lui alla fine a porvi termine con dolcezza mettendo le mani sulle sue spalle e spingendo piano piano.
Questa separazione forzata trafigge il corpo ed il cuore di Bulma come una lama di ghiaccio.
Ma lei sa che è inevitabile, qualsiasi fosse il prezzo da pagare, deve lasciarlo andare.
Si volta in fretta, non vuole che se ne vada con l'immagine del suo viso gonfio di lacrime.
Gli mormora con una voce quasi irriconoscibile dopo un gemito di singhiozzo che non è riuscita a trattenere:
“Ti aspetto tra tre ore… è l’intervallo minimo di sicurezza, non sarò in grado di aspettare di più…”
Trunks si fa avanti per stringere un’ultima volta le spalle di sua madre con gesto protettivo…
“Lo so… non ti farò aspettare, sta’ tranquilla… tu invece sii prudente, rimani al sicuro nel laboratorio… promettimelo…”
Bulma non può fare a meno di abbozzare un piccolo sorriso.
Incredibile, è lui a dare a lei dei consigli di sicurezza!
Gli risponde con una voce molto più sicura di prima:
“Ti prometto che sarò prudente… parti tranquillo…”
Il giovane, felice di sentire sua madre scherzare di nuovo, continua:
“Niente scampagnate al vecchio nascondiglio di Gero o altre sciocchezze del genere, capito?!”
Lei è cosciente di dover tagliare corto con questi addii… prima che diventino terribilmente intollerabili:
“Nessun pericolo… non mi muoverò da qui, promesso…”
Un breve silenzio e poi un singhiozzo soffocato:
“Va’ ora… prima che cambi idea!”
Un brivido attraversa tutto il suo essere quando sente il rumore caratteristico della chiusura della cupola di vetro rinforzato… l’istante dopo, una brezza appena percepibile dietro la schiena le conferma che la macchina è appena scomparsa nel nulla di un’altra dimensione.
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