DB Multiverse
DBM Universi 12-14 e "Mirai" world : Twin Pain
Scritto da Foenidis
Traduzione e adattamento di kibasennin, Prosavio, ValentDs, SonGoku94
In questo mondo alternativo "del futuro" da cui è venuto Mirai Trunks a bordo di una macchina del tempo, tutti i nostri eroi furono uccisi dai cyborg... Questa storia ne racconta i dettagli, con una parte narrativa comune per gli universi 12 e 14.
Questo fumetto è concluso!
Traduzione di kibasennin, adattamento di Prosavio
I guerrieri si girano bruscamente, osservando il pesante silenzio tra le rovine, scrutando tra la polvere e i vari cadaveri. È come se avessero sentito il soffio leggero dell’anima del vecchio che vola via.
Colto da un’intuizione tardiva, Crilin spicca il volo per poi atterrare vicino al corpo inanime della vittima anziana... i suoi occhi si riempiono di lacrime che non riesce a contenere, avendo la conferma che non restano altro che cenere e macerie in questa città ormai morta, che poco tempo fa era così gioiosa e rumorosa.
Vedendo questo piccolo uomo piegarsi a causa del dolore, della rabbia e della tristezza, il resto del gruppo lo raggiunge velocemente.
È la mano incoraggiante di Yamcha che tocca la sua spalla per primo... poi la voce profonda di Tenshinhan fa da eco, contrastando il silenzio ormai onnipresente:
“Abbiamo fatto tutto il possibile... era già troppo tardi...”
Crilin esplode di rabbia e frustrazione:
“Troppo tardi... troppo tardi... è sempre troppo tardi! Ne ho abbastanza!!!”
Poi, come svuotato, sfinito da quell’ultimo grido, il piccolo guerriero stramazza a terra, non riuscendo più a trattenere le sue lacrime che gli coprono ormai le guance, gemendo con una voce inudibile:
“Non è giusto...! Se solo fosse ancora qui...”
Il grande Namecciano, silenzioso e immobile fino a quel momento, reagisce subito:
“Quel ‘se’ non è più una possibilità... inutile lamentarsi su questo punto. E poi Vegeta ci ha appena dimostrato che non sarebbe cambiato nulla!”
La semplice irritazione di Piccolo si trasforma in una rabbia silenziosa, mentre raddrizza improvvisamente le sue antenne con spasmo, mentre la sua voce si fa ancora più rabbiosa:
“Se si fosse deciso prima...!”
Poi stringe i pugni, guardandoli, con impotenza:
“Ho passato una giornata nella stanza dello Spirito e del Tempo per niente!!”
Con un gesto pieno d’ira del braccio, spazza via le macerie vicino a lui.
“Senza questa perdita di tempo inutile, avrei potuto impedire tutto questo...!”
Yamcha, invece, sembra rivivere l’istante che li ha sorpresi tutti:
“Ancora non ci credo... Vegeta, un Super Saiyan! Com’è possibile?!”
Tenshinhan mormora:
“Quel bastardo... per qualcuno che aveva deciso che non avrebbe mai più combattuto… ha nascosto la sua vera potenza.”
Piccolo, con una faccia chiusa, ribatte:
“Non l’ha nascosta... quel progresso non aveva che uno scopo… uno scopo che è morto insieme a Goku...”
La conversazione sembra interessare Crilin, che si distrae dalla sua tristezza:
“Progresso… progresso… sei modesto… e poi credevo che servisse un cuore puro per ottenere quella forma...”
Tenshinhan, osservando il cielo nella direzione verso la quale Vegeta ha spiccato il volo, risponde con voce seria:
“Ti sbagli... non è il cuore puro ad essere necessario in quel caso... quanto invece la capacità e la volontà. Vegeta è un Saiyan come Goku, e come lui era motivato a vincere dalla rabbia...”
La spiegazione non convince Crilin, che borbottava:
“Sì, però mi hanno detto che di solito è un guerriero unico che appare ogni mille anni, e adesso ne abbiamo due in colpo solo… non è logico!”
Yamcha interviene:
“Logico o no, il fatto è lo stesso: neanche un Super Saiyan può farcela contro quei dannati cyborg!”
Crilin brontola ancora, mostrando evidente malafede:
“Vegeta non ha fatto… il salto di qualità!”
Piccolo, irritato da questa conversazione sterile, corregge a sua volta:
“Anche se ha smesso di allenarsi dopo la morte di Goku, Vegeta resta comunque un guerriero d’eccezione. Non c’era nessuna differenza fra la sua potenza d’oggi, e quella di Goku quando al suo ritorno.”
Ma Crilin non si arrende:
“Sì, ma Goku avrebbe continuato a fare progressi, lui!”
Tenshinhan, con uno sguardo cupo, dice freddamente:
“Ti sei scordato che quei due mostri sono stati creati apposta per uccidere Goku...? Ciò che resiste a Goku, per logica, resisterà anche a Vegeta.”
Yamcha, pensieroso, aggiunge:
“In effetti... bisognerà trovare un modo per metterli fuori gioco, dovremmo cominciare adesso, dato che si accontentano di distruggere soltanto le città piccole... anche se ciò non durerà molto...”
Tenshinhan lascia intravedere una rabbia amplificata da una pungente frustrazione, mentre ripensa ai due gemelli:
“Si accontentano...?!”
Puntando il dito verso i cadaveri sparsi intorno a loro, continua, perdendo il controllo della sua voce per via della collera:
“Quanti sono già morti?! E quanti ancora moriranno domani?!”
Crilin stringe anche egli i denti e i pugni, cercando di controllare la sua rabbia:
“Quel bastardo del Dottor Gelo… quell’imbecille! Liberare così quei due disastri ambulanti senza preoccuparsi delle conseguenze...!”
Tenshinhan, facendo un visibile sforzo per riprendere il controllo di sé, aggiunge con un tono più misurato:
“L’hai sentito anche tu come noi... sono sfuggiti al suo controllo... per poi ucciderlo...”
Piccolo sembra fare lo stesso ragionamento, parlando ora con una voce stranamente calma… e seria come l’espressione del suo volto… non apre nemmeno gli occhi, sembrando di voler restare al sicuro dietro le mura di un mondo interiore noto solo a lui:
“Uccidere sembra divertirli... per questo, ogni volta, si accontentano di umiliarci soltanto...!”
La calma del Namecciano si rivela essere solo apparente… improvvisamente riapre gli occhi per esprimere, stringendo i denti, i segni della rabbia interiore che stava provando:
“Ci prendono in giro, credendosi invincibili... è insopportabile!”
Crilin continua a brontolare, stringendo i pugni:
“Non me ne parlare... e poi ci sono i loro stupidi scherzi sui fagioli Senzu! Tra l’altro, come fanno ad esserne al corrente...?”
Piccolo, che non ha ancora allentato la mascella, risponde:
“Quel bastardo del Dottor Gelo ha preparato la sua vendetta contro Goku in modo dettagliatissimo... non ha lasciato niente al caso!”
Crilin, all’improvviso, cambia radicalmente il suo comportamento, sicuramente per rinforzare il morale dei suoi amici... finge ottimismo, ma il suo tono stanco tradisce quell'attitudine forzata:
“Un simile odio, per tutti questi anni... è incredibile pensare che qualcuno ne sia capace... però sono solo delle macchine... ci dovrà pur essere un modo per fermarli...”
Yamcha gli risponde senza prendere la minima precauzione per nascondere il suo scoraggiamento:
“Ognuno di noi ha superato i propri limiti, senza il minimo risultato...”
Lo sguardo di Crilin mostra una riflessione intensa, al punto che inizia a parlare con un tono meccanico, seguendo il filo dei suoi pensieri…
“Ovviamente non possiamo competere con loro, perché non sono umani, ma è proprio per questo che devono avere un punto debole... ogni macchina ha un bottone ‘stop’ da qualche parte… bisogna trovarlo...!”
Yamcha sembra deprimersi sempre più a ogni frase:
“Se ti stai riferendo ai documenti di lavoro del Dottor Gelo, puoi scordartelo... insieme a Bulma abbiamo trovato il suo laboratorio, ma i gemelli hanno ridotto tutto in polvere... non ha potuto ricavarne nulla...”
Il menzionare la sua amica fa sorridere leggermente Crilin, che visibilmente riesce a rilassarsi, cambiando per un attimo argomento:
“Bulma... che fortuna che sia qui... con Goku che non c’è più, è l’unica ad avere ancora influenza su quel testardo di Vegeta... e io che avevo paura che tornasse a fare il despota sanguinario...”
Yamcha sospira, approfittando di questa boccata d’aria:
“Hai ragione... d’altronde, mi domando ancora come abbia fatto a convincere quel testone ad aiutarci...”
Con un sorriso sarcastico, il piccolo uomo calvo ribatte:
“Quando la donna comanda...! Neanche il più macho fra tutti i Principi può sottrarsi … almeno c’è un po’ di giustizia!”
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