DB Multiverse

Hanasia, la Regina dei Saiyan

Scritto da Salagir

Traduzione e adattamento di Crix, Prosavio e ItsAMeLuigi

Questa storia si svolge sul pianeta dei Saiyan, ben prima che questi diventassero il popolo di sterminatori che portò terrore in tutta la Galassia all'epoca di Re Vegeta. Se ti sei mai chiesto in che modo queste persone così potenti vivessero in comunità, se vuoi conoscere le sorti dei Guerrieri Millenari che hanno preceduto Broly, se le avventure di una frenetica ed emotiva guerriera in un mondo crudele ti tentano…allora entra nel mondo della Saga di Hanasia!


Parte 1 :123
Parte 2 :4567891011121314151617
Parte 3 :18192021222324252627282930313233343536373839404142434445
Parte 4 :464748495051
[Chapter Cover]
Parte 3, Capitolo 22.

La corte dei massacri

Traduzione di Emperor Vegeta, adattamento di Prosavio

Il servitore entrò nella grande sala, ignorato dalle persone al suo interno, che stavano discutendo dei loro affari.

Mentre si affrettava verso il centro della sala, iniziò a sudare. La sua paura crebbe. Lui stesso aveva difficoltà nel credere alle notizie che stava portando. Si stava chiedendo se non stesse per scoppiare a ridere, vista l’assurdità della situazione. Non poteva immaginare la reazione di Blizzard: “Che cosa? Impossibile!”... Sarebbe stata comica. Blizzard, sorpreso? Inconcepibile. In ogni caso, forse per la sua mancanza di rispetto, per la collera del suo signore, o perché aveva iniziato a urinare nella corte dell’Imperatore, stava per morire, questo era certo.

Il loro capo, dio e demone di tutti, era come al solito seduto sul suo inamovibile trono e parlava col suo tono di voce regolare.

“Raddoppierai le offerte alla gente di Agrimmatt. Sono rimasti fedeli a noi durante la ribellione del loro sistema. Fa’ sapere loro l’idea di erigere una statua di Snower nella loro piazza più grande. Lo merita oltremodo e gli farà piacere. Inoltre, ricordati di…”

Un basso ufficiale stava prendendo nota delle sue istruzioni, in piedi su una piccola piattaforma galleggiante per raggiungere l’altezza di Blizzard, affinché l’Imperatore non dovesse alzare la sua voce. Non essendo in grado di guardare il suo signore negli occhi, teneva la testa bassa, non distogliendo lo sguardo dal bloc-notes elettronico.

“Imperatore Blizzard!” Gridò lo schiavo, gettandosi al suolo in ginocchio e scivolando sugli ultimi metri. “Porto notizie urgenti!”

Lo aveva interrotto. Sapeva di doverlo fare, perché per una simile notizia non si poteva attendere un secondo di più. Blizzard non avrebbe perdonato ciò che stava per dire. Comunque, si sentiva colpevole di un crimine immenso. Non attendendo una risposta da parte dell’Imperatore, che aveva smesso di parlare, continuò:

“Tuo figlio, Sire Chilled, è stato ucciso!!”

Il silenzio piombò sulla corte. Aveva gridato la notizia, agendo senza discrezione. Se un Signore fosse stato interessato, tutti avrebbero dovuto restare in silenzio e ascoltare. Come se la dichiarazione fosse incompleta, come se ascoltare della morte di suo figlio non fosse abbastanza per ucciderlo, Blizzard chiese semplicemente:

“Dettagli”.

“Vostra Altezza”, gridò lo schiavo il più rapidamente possibile, “so solo che stava combattendo su un nuovo pianeta e che è stato sconfitto in singolar tenzone!”

Tutti intorno rimasero a occhi spalancati di fronte a questa notizia. Sapevano che i Demoni erano mortali, anche se erano vicini allo status di divinità. Era sicuramente possibile ucciderne uno, anche se erano quasi invulnerabili a tutto. Era concepibile che un abile e organizzato gruppo di ribelli potesse attaccare la nave, guidarla dentro un buco nero mentre tenevano Chilled occupato, per esempio a osservare il posto… Scenario improbabile, ma neanche completamente impossibile. Qualche fortunato vince alla lotteria, di tanto in tanto.

Ma questo… in battaglia? Uccidere un demone in una battaglia uno contro uno??

Blizzard si alzò con un gesto improvviso, prendendo alla sprovvista la corte. Per anni era rimasto apparentemente incollato al suo trono, per così tanto che qualche membro della corte credeva avesse oltrepassato i suoi anni di mobilità. In piedi, adesso la sua voce riempiva la sala, ribadendo, se necessario, un eterno rispetto a tutti i presenti.

“Tutti i dettagli!”

Urlò in direzione lontana, riferendosi a tutti i suoi schiavi. All’istante, tutti i dispositivi in grado di mostrare immagini si accesero. Nelle sale tecniche del palazzo, tutti si affrettarono a mettere insieme il filmato captato dalla nave di Chilled. Il capo tecnico deglutì, fece un respiro, e accese l’audio per commentare l’azione.

“9 ore e 37 minuti fa, Sire Chilled è arrivato con un esercito di 200 soldati sul pianeta dal quale sono state scoperte strane onde d’urto, dimostrando che fosse abitato e producesse energia.”

Un primo schermo mostrava la città dei Saiyan avvicinarsi e un secondo una simulazione dell’atterraggio della nave. Poi entrambi mostrarono, da diverse angolazioni, l’esercito e l’episodio della loro sconfitta contro i nativi, inaspettatamente potenti.

“Si sono imbattuti in una grande città con una forza armata”, continuò il capo tecnico. “Anche se non hanno uniformi, è facile dire che in realtà i combattenti fossero parte di un esercito addestrato, come evidenziato dalle loro formazioni di attacco, e inoltre hanno un grande senso del combattimento.”

Adesso, gli schermi stavano mostrando l’entrata di Sire Chilled, e su ognuno di essi era possibile vedere diverse parti del suo massacro.

“Ovviamente, non sono stati una minaccia per Sire Chilled. Ma molto presto, il suo avversario è entrato in scena.”

Lo schermo principale mostrò Hanasia, e la battaglia poté essere vista dispiegarsi, da ogni angolo possibile, senza nemmeno un minimo taglio nella trasmissione. Non c’era bisogno di parole. Il filmato e il suono, provenienti da ogni direzione, erano convincenti a sufficienza.

Come la battaglia continuò, i respiri di tutti i combattenti presenti erano sincronizzati sull’azione. Vedere un Demone del Freddo alle corde era chiaramente irreale. L’Imperatore Blizzard era teso allo stesso modo. Sembrava pronto a divorare chiunque, e quell’indigena che combatteva con Chilled era di certo fortunata a non essere nella sua stessa stanza.

“Che forza. Non pensavo il nostro Imperatore fosse così potente”, pensò il Generale Chatterton, “e pensare che attualmente mi ritenevo più forte di lui… Posso vedere che sono ancora niente in confronto a quel vecchio.” Poteva sentire la pressione emessa dai pugni serrati di Blizzard. Se ci fosse stata una barra di katchin tra le sue dita, si sarebbe frantumata come vetro da due soldi.

Poi venne il momento in cui Chilled iniziò la sua trasformazione. Quelli presenti, tranne qualche altro servitore, sapevano che situazione critica richiedesse per lui il ricorso a tali misure. Alcuni si dilettarono all’idea di vedere Chilled nella sua forma originale, che non avevano mai visto prima. Altri si facevano una domanda: c’è una differenza significativa in termini di potenza tra le due forme. Quando stava perdendo lo scontro, non era di molto. Una volta trasformato, il suo avversario sarebbe stato carne morta. Potevano esserci altri del suo calibro a prendere parte al combattimento?

Ma erano passati a mala pena pochi secondi dall’inizio della trasformazione che il suo avversario lo aveva attaccato.

“Che disonore!!” Strepitò un combattente dall’adunanza, spinto da una voglia di fare il leccaculo.

Una terribile mossa da parte sua, poiché era chiaro che il silenzio andava rispettato in un momento come quello. “Anche il tecnico lo aveva capito!”, pensò il generale. Doveva uccidere quell’imbecille. O più tardi, o adesso, ma se quello fosse stato il caso, sarebbe stato fatto discretamente. Era uno di quegli arroganti leccaculo che aveva l’abilità di radere al suolo una città con uno schiocco delle sue dita. Una gemma rara, ma il suo errore non poteva essere perdonato.

Chatterton voleva assegnarlo ad Avoka, che conosceva la telecinesi e sarebbe stato più silenzioso di lui, ma capì che non sarebbe stato necessario. Infatti, il colpevole era già caduto sulle sue ginocchia. Si stava stringendo lo stomaco, provando a parlare, ma non ci riusciva. Il suo cuore e i suoi polmoni erano stati stritolati.

Il generale si rivolse ad Avoka, ma non era stato lui. Ad Avoka piaceva guardare le sue vittime morire, ma adesso era concentrato sulla scena che si stava svolgendo sullo schermo, con le braccia incrociate, librandosi a mezzo metro da terra. Non si stava perdendo un secondo dell’azione. Probabilmente non aveva neanche udito l’affronto del colpevole. Chatterton così si girò nella direzione opposta. L’Imperatore Blizzard aveva un braccio alzato nella direzione del combattente rumoroso, il cui dolore stava per cessare. Le sue dita esercitavano pressione nel vuoto con tale intensità che era chiaro che lui stesse giustiziando personalmente la frase del colpevole.

“Non sapevo nemmeno che avesse abilità telecinetiche!” Pensò il generale.

Il combattente impudente cadde a terra senza il minimo lamento, mentre la battaglia stava raggiungendo il suo apice.

Lo schiocco della colonna vertebrale di Chilled risuonò per la sala… E fece rabbrividire l’intera adunanza nell’udirlo.

Fu trasmessa la scena della decapitazione, e i video rallentarono. Blizzard era furioso, tanto era ovvio. Dalla sua bocca spalancata, emise un verso che solo i Demoni del Freddo potevano produrre.

Il generale Chatterton, Avoka e tutti i guerrieri e gli ufficiali presenti nell’adunanza capirono che stavano per morire.

 

 

“Risponderemo alle tue domande una volta che avrai risposto alla nostra.”

“No.”

Ci fu un po’ di disagevole silenzio.

Sarebbero stati necessari dei veri interrogatori se questo non fosse andato a parare da nessuna parte… Gli ispettori d’esperienza stavano arrivando, ma erano ancora sulla strada. Il soldato detenuto non poteva far continuare il silenzio.

“Ascolta, non hai veramente scelta nella questione.”

“Sire Chilled è veramente morto?”

Il comandante riacquistò un po’ di sicurezza vedendo che questi pacifisti erano in stato di agitazione. Probabilmente non sapevano molto della guerra.

“Dovresti averlo visto! È stato decapitato! Il tuo capo è morto.”

“Provacelo.”

E quella fu la fine della discussione.

 

Nella sala riunioni degli Tsufuru, gli ispettori erano arrivati ed erano stati ragguagliati sugli eventi recenti.

“I navigatori si rifiutano di parlare senza la certezza della morte del loro capo.”

“Non lo hanno visto decapitato?”

“Credono ancora che possa essere vivo anche in quel modo.”

“Allora ci hanno già dato un’informazione cruciale. Saremmo in una grave e pericolosa posizione se fosse ancora vivo. Siete stati in grado di confermare la sua morte, attraverso la sua attività cerebrale o qualcosa del genere?”

“Sì, un robot lo ha esaminato ed è veramente morto. Una volta che il suo cadavere ci verrà recapitato, saremo in grado di studiarlo da vicino.”

“Bene allora, mostriamo loro solo i risultati del robot e la prova video.”

Quando gli ispettori incontrarono i prigionieri, mostrarono loro le immagini e le commentarono. Non c’era motivo di credere che il demone avesse ancora vita rimasta in lui.

I piloti si guardarono tra di loro, annuirono, e il comandante parlò per entrambi:

“Risponderemo a qualunque domanda di cui vi possa servire una risposta. Vogliamo vivere, e siamo completamente dalla vostra parte.”

“Quella lealtà, tuttavia…”, sussurrò uno Tsufuru ad un altro alle spalle, ignaro che il loro filtro traduttore era equipaggiato con discreti microfoni.

“Non è mai stata nostra scelta guidare la sua nave, signore. Non siamo servitori leali dell’Impero, facevamo solo il nostro lavoro. Se fosse rimasta ancora vita in Chilled, sareste tutti condannati a una morte orribile. Sareste tutti massacrati, dopo di che, sarebbe tornato alla sua nave e ci avrebbe chiesto di farlo volare via. Ma se avessimo cooperato con voi nello stesso scenario, avremmo condiviso il vostro stesso fato.”

“Essenzialmente, vi abbiamo liberati.”

“Certamente, potremmo non tornare mai più alle nostre rispettive case, tanto è ovvio, ma almeno voi sembrate molto civili.”

“Credete veramente che una testa recisa ci avrebbe distrutti tutti?”

“Signore, siete chiaramente ignaro dei terrificanti poteri che possiedono i Demoni del Freddo.”

 

 

Crollata a terra, la metà dei guerrieri della corte cercava un modo per svignarsela. Ma… fuggire quando nessuno aveva ancora neanche alzato un dito? Chi poteva essere più codardo? Dalla prospettiva di un osservatore esterno, sarebbe sembrato come se stessero scappando da un rifugio di pace. Quello perché dovevi essere là, nei limiti della presenza del mostro gigante, i cui occhi erano fissi su un oramai statico schermo, realizzando la rabbia che gli stava ribollendo dentro, una così ardentemente bruciante che aveva perso le parole… o alcuna reazione. Segno che, tutto a un tratto, avrebbe ucciso tutti.

Alcuni si voltarono verso Avoka. Quelli compresero che aveva già accettato la morte. Se Blizzard doveva scatenare la sua collera su chiunque, allora così sarebbe stato. Capirono anche che sarebbe rimasto un fedele servitore e attendente dei Demoni del Freddo fino al suo respiro morente, e che, se avessero provato a scappare, li avrebbe fermati. Dijicharate, invisibile, ma qui nella sala, avrebbe fatto lo stesso. Qui tutti erano condannati ad essere usati come carne usa e getta, con nessuno che li avrebbe salvati. O no...?

Il generale Chatterton era in preda al panico. Non aveva paura della morte, ma uccidere l’intera corte non era la cosa giusta da fare. Questo avrebbe pesantemente indebolito la sua influenza regale, e adesso non era il tempo per quello. Avrebbe dovuto provare a fermare il suo Imperatore? Aveva il diritto di farlo? Anche se provava un totale rispetto verso Blizzard?

La coda senza fine del demone si dimenava. Poi si mosse. E infine si sollevò.

Così c’era ancora muscolo all’interno di quel colosso lungo venti metri che non si era mosso per anni? E con tutte le grida degli ufficiali, la coda nella sua intera lunghezza si alzò da terra, ricoprendo la sala. Poi, come una frusta, si mosse in direzioni arbitrarie. A una velocità talmente elevata che distrusse il terreno e tagliò di netto una guardia o due, muri e alcune statue circostanti.

Tutti si sparpagliarono per la sala per essere fuori dalla sua portata. Fortunatamente per loro, la sala era abbastanza larga. Ma i muri più lontani risultarono essere quelli dove tutti si erano radunati. Yikoun si era affrettato verso un fregio al quale si era aggrappato, graffiando qualcuno nel farlo. Avoka era già volato lontano abbastanza da non doversi muovere. Ma il generale era proprio accanto all’Imperatore e non lasciava il suo posto.

La coda era rapida, ma fu in grado di percepire i suoi movimenti. Si mosse un po’ qua e là per evitarla a mala pena.

Blizzard non stava provando a uccidere. La sua coda si stava semplicemente muovendo dallo stress. Il che era sufficiente a mettere a repentaglio la vita di molti.

 

Dopo la terribile sequenza di eventi che sembrò durare un’eternità, l’Imperatore riacquisì la sua compostezza e la sua coda fu di nuovo a terra. Le fatalità non furono così alte, e ciò diede lui l’opportunità di liberarsi in corso di alcuni dei membri più deboli della corte.

Si rimise a sedere.

Il silenzio perdurò… prima che della sua esclamazione:

“Questo video e tutti i dettagli riguardo questa storia sono confidenziali!”

Paura si diffuse sulla corte. Non si era mai in una buona posizione nel conoscere i segreti di un Demone del Freddo.

“Abbiate riservatezza sull’argomento della fine della nave di Chilled e fingete di non sapere se vi viene chiesto al riguardo.”

Sebbene, era ovvio che un’informazione di tale importanza sarebbe trapelata. I presenti capirono che Blizzard sapeva che tutto sarebbe saltato fuori, ma voleva attutire l’impatto e ritardare l’uscita delle notizie. Voleva un po’ di tempo e loro lo avrebbero assistito nel trovarlo. Poteva fidarsi loro… Giusto?

“Guerrieri della corte, ho abbastanza fiducia in voi da sapere che il vostro onore è sufficiente per assicurare che nulla trapeli. Non sibilerete mai, senza aggiungere che non c’è nessuno che possa forzarvi fuori le parole.”

Alcuni avevano già inteso il proposito dell’Imperatore.

Chi avrebbe fatto gli onori?

Avoka si era già fatto avanti. Era in grado di occuparsene da solo. Ma necessitava ancora dell’ordine diretto.

Blizzard alzò il suo pugno e lo chiuse con tale forza che l’aria che cercava di uscire dal suo palmo schioccò.

Tutti i servitori, gli schiavi e i semplici aiutanti caddero in ginocchio, soffocando. I mercanti, diplomatici e altri che avevano forza umana si appiattirono al suolo.

Tutti quelli che erano rimasti in piedi intorno all’Imperatore era i combattenti più potenti. Blizzard poi guardò Avoka.

Finalmente!!

Il potente guerriero telecinetico aveva inteso l’ordine datogli ed era felice di essere finalmente utile. Lui, dopo tutto, possedeva un potere di cui solo pochi nell’universo erano dotati. Poteva percepire l’energia. E sapeva dove ogni servo si trovasse nel castello! Ma la prima persona che avrebbe impiegato tale abilità sarebbe stata Dijicharate.

Questo perché anche lei aveva ricevuto quell’occhiata dall’Imperatore (che era l’unico in grado di vederla, e come tale, l’unico che poteva comunicare con lei tramite lo sguardo), e si era già allontanata verso le sale del palazzo. Così, Avoka iniziò a concentrarsi sul lato opposto del palazzo, individuando chiunque avesse potuto in alcun modo sapere qualcosa riguardo i contenuti della registrazione. E ciascuno di loro morì in un istante senza nemmeno sapere cosa li avesse colpiti.

A Dijicharate, comunque, non interessava veramente se i suoi bersagli corrispondessero al profilo. Se stavano respirando, erano altrettanto buoni come bersaglio. Cuochi, domestici, nemmeno uno solo fu risparmiato. Fu un massacro.

 

 

Un Saiyan atterrò vicino al banchetto.

“Il consigliere del Re sta cercando colei che ha ucciso il capo dei mostri”, disse. Poi, soddisfatto di aver recapitato il suo messaggio, si servì al tavolo.

“Buon per lui”, rispose il capo della famiglia che aveva accolto Hanasia.

“Sì… buonpelui!” Sbottò Hanasia.

Il banchetto era pieno di ricchi cibi, e lei si stava riempiendo, il che era un evento piuttosto raro. La bevanda aveva ancora un effetto veramente strano su di lei ed ebbe la chiara idea che non si sarebbe dovuta alzare affatto.

Così, guardò al cielo e, anche se girava alquanto, era comunque una rilassante e tranquilla vista da ammirare.

Si addormentò inconsapevolmente e, quando aprì i suoi occhi, era notte. Un Saiyan vestito abbastanza bene da essere notato tra gli altri si trovava lì. E lei notò, dietro, un viso che sembrava familiare… quel viso… Nizouki! Saltò quasi dalla sua sedia, il che le fece notare il suo doloroso mal di testa.

“Ancora Tu! Non dirmi che sei il responsabile anche di questo massacro!”

“Come può essere?” Rispose Nizouki. “Sono venuti giù dal cielo. Ma sappiamo chi sono. Vieni al castello, abbiamo molto da raccontarti.”

“Sì e cosa… no?”

“Per favore, Hanasia… È importante. Quel mostro non è l’unico che può venire giù dal cielo. Abbiamo bisogno del tuo aiuto”

“… Non è l’unico?”

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