DB Multiverse
Dragon Ball Multiverse: Il Romanzo
Scritto da Loïc Solaris & Arctika
Traduzione e adattamento di Transporter, ValentDs, BK-81, Crix, PGV 2
Riscopri la storia di DBM con più dettagli! Questo romanzo è verificato da Salagir e contiene anche aggiunte di suo pugno mai raccontate sul manga. Ciò rende questa storia un vero e proprio allegato al fumetto!
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Intro
Parte 0 :0Parte 1 :12345
Round 1-1
Parte 2 :678910Parte 3 :1112131415
Parte 4 :1617181920
Parte 5 :2122232425
Parte 6 :2627282930
Lunch
Parte 7 :3132333435Round 1-2
Parte 8 :3637383940Parte 9 :4142434445
Parte 10 :4647484950
Parte 11 :5152535455
Parte 12 :5657585960
Parte 13 :6162636465
Parte 14 :6667686970
Night 1
Parte 15 :7172737475Parte 16 :7677787980
Parte 17 :8182838485
Parte 18 :8687888990
Round 2-1
Parte 19 :9192939495Parte 20 :96979899100
Round 2-2
Parte 21 :101102103104105Parte 22 :106107108109110
Parte 23 :111112113114115
Night 2
Parte 24 :116117118119120Round 3
Parte 25 :121122123124125Parte 26 :126127128129130
Parte 27 :131132133134135
Parte 28 :136137138139140
Parte 29 :141142143144145
Parte 30 :146147148149150
Capitolo 118
Traduzione di Crix
Bu lasciò il posto per andare a vedere il giovane prodigio dell’universo 18. Questo ragazzo possedeva un potenziale ancora più forte di quello che credeva di possedere, essendo la reincarnazione di un essere dalla potenza distruttiva. Arrivato da lui, lo osservò attentamente. Quando lo aveva visto la prima volta, aveva immediatamente sentito la propria presenza in lui: ‘una parte di Bu’, come gli aveva detto al loro incontro. Ma quello che percepiva era la potenza della sua forma originale, quella dall’aspetto di un ragazzino totalmente incontrollabile e privo di una vera intelligenza. Percependola, Bu prese coscienza di quel che fu lui stesso un tempo. Dentro di sé era veramente contento di aver impedito a Vegeta, appena separatosi da Goku, di staccare il bozzolo contenente il Bu grasso rinchiuso nel suo corpo. Ritornare ad essere quel che era all’inizio era senza alcun dubbio il suo peggior incubo: non avrebbe più potuto apprezzare quel che l’universo aveva da offrire, i piaceri dei combattimenti e della vita.
Fortunatamente Ub era il contrario di questo orrore. Questo giovane uomo disponeva del potenziale distruttivo di Kid Bu senza i suoi inconvenienti, ed era al contrario dotato di un grande senso della giustizia e della pace. Così, il Djin s’era affezionato a quel ragazzo al quale aveva previsto di risvegliare tutti i poteri latenti insegnandogli le capacità inerenti ai Majin. Essendo la sua incarnazione, disponeva di queste facoltà senza alcun dubbio. Bu rifletté:
“Uhm, vediamo… Mi piacerebbe molto discutere con te. Penso che un amico d’infanzia farà al caso nostro, sotto forma di sogno non ci dovrebbero essere problemi.”
Senza attendere, la creatura di Bibidi trasferì la sua coscienza in quella del ragazzo, cercando scene della sua giovinezza. Analizzando i ricordi, Bu trovò una giovane bella ragazza per la quale Ub provava dei sentimenti più che amichevoli.
“Uhuh” sghignazzò Bu “ora si riderà…”
Prese l’aspetto dell’umana e si materializzò nel sogno di Ub, in cui quest’ultimo passeggiava nel suo deserto villaggio natale urlando:
“C’è qualcuno? Dove siete andati?”
“Non c’è nessuno qui, è un sogno.” Disse una voce femminile dietro di lui.
“Anju?” Esclamò Ub girandosi e vedendo davanti a lui la sua cotta fin dall’infanzia. “Che… Che succede?”
Realizzò subito che si ritrovava davanti a colei alla quale non era mai veramente riuscito a parlare, come constatò la sua interlocutrice, turbata:
“Ebbene, sei diventato adulto, indipendente, hai acquisito poteri stravolgenti e sei diventato l’essere umano più forte del mondo… ma ogni volta che torni al villaggio non osi rivolgermi la parola. Puoi parlarmi ora, è solo un sogno!”
“Uhh…” Fece Ub fissando il suolo e nascondendo lo sguardo.
“Basta fare così!” Fece Anju con tono brusco.
Ub alzò la testa all’improvviso. Alla fine la guardò negli occhi.
“So che sei timido” disse la sua amica d’infanzia “ma rifletti sulle conseguenze dei tuoi atti! Da quando il mio petto è cresciuto mi hai sempre evitato! È esasperante!”
“Sono desolato… è solo che….”
“Oh, lo so! Ti metto solo soggezione e vorresti rapportarti con me! Ma non lo fai! E non è colpa mia! Nasconderti dietro questo piccolo scudo di timidezza mi insulta e mi fa piangere!”
“Che…cosa? Non ti ho mai insul…”
“Ah sì? E quando passi al villaggio e mi vedi ma ti giri immediatamente, non mi saluti… Non è un insulto? Credo che tu mi detesti! Mi eviti!”
Ub restò ammutolito e con gli occhi spalancati. Non ci aveva mai pensato! In realtà non faceva attenzione alle conseguenze delle sue azioni… reagendo timidamente… era stato molto egoista! E per paura di approcciarla, le aveva semplicemente fatto del male.
“Bene, allora capisci.”
“Sì… sono desolato.”
“Bene. Ma ti scuserai con la vera Anju.”
Ub si grattò il capo guardandosi attorno, aspettandosi l’arrivo di un’altra Anju nel villaggio.
“Uhm…” disse.
“Siamo in un sogno!” Fece la sua amica con aria maliziosa. La vera Anju è ad anni luce da qui, in un altro universo…”
“Ma allora tu… chi sei?”
“Un’amica di passaggio nella tua coscienza. E siccome il tempo di un sogno è malleabile, abbiamo tutto il tempo per discutere, per apprendere l’uno dall’altro!”
“Ah sì?”
Ub sorrise. Quest’Anju l’aveva messo a suo agio e grazie a lei sapeva che avrebbe parlato sicuramente alla vera Anju al suo ritorno.
“Bene…. Possiamo sederci là….”
Il giovane uomo si sedette su una panchina e Anju si posò al suo fianco. Trasalì immaginando che si sarebbe potuta appiccicare a lui, ma si mise semplicemente a fianco, a rispettosa distanza. Non sapeva che dire e osservò per qualche secondo il suo villaggio così calmo senza cittadini. Il silenzio non durò. La falsa Anju gli chiese:
“Dimmi, sai fare magie come Bu?”
“Eh? No, sono un essere umano, questo non mi permette di…”
Ub era sorpreso. Quell’essere sapeva tutto di lui. Il suo villaggio, le sue origini… e gli sembrò che quella stessa domanda non fosse retorica. Quell’essere stava dirigendo la discussione su ciò che voleva. Quindi sapeva che non era in grado di farle. Ub aveva frequentato Bu nel suo universo e l’aveva visto fare magie: chiaramente ciò non era possibile per un essere umano!
L’essere i cui tratti erano uguali a quelli della sua amica d’infanzia non sembrava per nulla sorpreso dalla risposta. Sorrise e fissò i suoi grandi occhi neri in quelli di Ub in modo malizioso e scherzoso. Gli chiese a voce bassa, come per confidargli un segreto, se intendeva apprendere come farle…
“Euh…” esitò Ub. “Beh, non dirò di no… sapresti aiutarmi?”
Con uno schiocco di dita, la ragazza fece apparire coniglio tra loro e gli disse:
“Tendi le tue braccia verso di lui. Poi, concentrati su ciò che vuoi che si materializzi. Sentirai un certo malessere nel tuo corpo ma bisogna che tu l’accetti. È l’energia dei Majin che scorrerà in te. Non potrai rigenerarti come Bu ma potrai almeno rispedire al mittente i suoi attacchi magici. Andiamo, prova!”
Reticente e poco convinto, ubbidì, pensando con forza ad una carota. Un brivido attraversò il suo corpo, sentì una sorta di fluido strano traversare i suoi muscoli e i suoi nervi. Resistette con difficoltà ma continuò a concentrarsi. Una traballante luce viola apparì nel suo palmo aperto, facendo tremare il mago apprendista in tutto il corpo. Posando un ginocchio a terra, si afferrò un braccio con l’altro e fece spuntare una spirale magica che andò colpendo il coniglio. Quest’ultimo, piuttosto che trasformarsi in una verdura si mise a crescere in maniera esponenziale, fino ad essere più grande della casa a qualche metro da loro. Ub, agitato, si alzò in volo nel momento in cui il mammifero saltò verso di lui sicuramente con lo scopo di divorarlo. Il giovane uomo stava per lanciare un kikoho contro il mostro, quando questo fu colpito dalla stessa luce viola. Si trasformò in un biscotto gigante di cui solo un occhio estremamente allenato avrebbe potuto distinguere il viso di Bu incastonato all’interno, ma Ub troppo sbalordito, non se ne accorse. Anju si avvicinò a lui, delusa dal suo allievo ma fiera del proprio lavoro.
“Non è nulla, non ti preoccupare” disse lei, “continueremo a lavorare a meno che tu non riesca ad usare questo potere magico. Non ti resta che padroneggiarlo. Utilizzeremo tutta la notte se ce n’è bisogno, ma sei sulla buona strada.”
“D’accordo” sospirò Ub, ancora scioccato da questo potere che gli si stava risvegliando.
Se riusciva a controllare quel potere, un vasto orizzonte di possibilità si sarebbero aperte davanti a lui, e ciò non sarebbe stato trascurabile di fronte al suo maestro contro il quale si sarebbe dovuto battere, sempre a condizione che entrambi avessero vinto il loro prossimo combattimento. Sapeva bene che non poteva vincere contro Goku, conoscendo la sua enorme potenza. Ma con la sua nuova risorsa lo avrebbe sicuramente messo in difficoltà. Motivato, si esercitò di nuovo.
Dopo lunghe sessioni che impiegavano bene il tempo malleabile dei sogni, Bu uscì da Ub lasciando un proprio residuo sotto forma di Anju per continuare ad aiutarlo indipendentemente. In quel momento sentì un movimento al suo fianco. Spaventato, si teletrasportò nello stesso momento in cui Goku si alzava. Il sayan si guardò intorno senza comprendere la ragione del suo brusco risveglio. Anche Vegeta risvegliatosi, uscì dalla sua stanza, e con le sopracciglia aggrottate mormorò per non svegliare gli altri:
“Che succede, Kakaroth? Ho sentito che ti sei svegliato, c’è qualche problema? Hai percepito qualcosa di strano?”
“Non lo so” rispose Goku, con la sua solita aria smarrita. “Pensavo che qualcosa mi fosse passato accanto, ma sarà stata la mia immaginazione… Comunque Ub non ha l’aria di aver sentito qualcosa, dorme profondamente.”
“Uhm” grugnì Vegeta. “In quest’arena, può succedere di tutto, bisogna essere più diffidenti. Torno a dormire, stai più attento la prossima volta.”
Si chiuse nuovamente nella sua camera. Goku restò sveglio qualche istante ancora con la pelle d’oca per il suo brusco risveglio, poi si ricoricò. Bu, che aveva conservato una propria minuscola particella in una zona della stanza per sorvegliare il corso degli avvenimenti, tirò un sospiro di sollievo. Avrebbe dovuto sospettare che i Saiyan avrebbero potuto percepire istintivamente la sua presenza, era stato fortunato questa volta. Senza perdere un istante, riprese la sua strada. Con una certa euforia, il Djin si mise a canticchiare:
“Papparapaà… oh cari amici!
Indovinate chi, nei vostri sogni con buoni auspici
Viene a farvi visita senza preavvisi
Affinché domani la vostra forza s’elevi!
L'omino dei sogni è generoso,
vuole vedere dei combattimenti ambiziosi!
Dormite, Bu si prende cura di voi e vi viene incontro!
Lo spettacolo sarà durante lo scontro.
Il sangue colerà, la terra tremerà!
Il vostro corpo crollerà e la morte arriverà!
Ma non abbiate timore, il genio provvede all’equità!
Vi dà la chance di un combattimento che lui stesso equilibrerà!
Passando davanti agli universi 17 e 16, si disse:
“Attenzione, Cell non dorme mai, inutile avvicinarsi. Ad ogni modo saprà cavarsela da solo. Stessa cosa per la piccola furia dell’universo 16, non ha bisogno d’aiuto.”
Si ritrovò così nel corridoio del quindicesimo universo, nel quale si trovava la vecchia donna che non aveva più dato segno di vita da un bel po’. Il demone arretrò, pensieroso per un momento. Avrebbe potuto buttare un occhio per curiosità, ma non aveva tempo da perdere, doveva occuparsi ancora di molti universi, e quello non costituiva nulla d’interessante ai suoi occhi. Sentì manifestarsi una presenza, e in un centesimo di secondo si ritrovò dietro un pianta di liquido rosa dalla quale uscivano due occhi agitati che osservavano il Kaioshin del Sud guardarsi intorno prima di teletrasportarsi di nuovo. Bu fece un sospiro di sollievo riprendendo la sua forma. Quel pattugliamento notturno che Vegeth e il Kaioshin facevano era veramente fastidioso. Senza perdere un istante, entrò nel corridoio dell’universo 14 dove i due cyborg erano immersi in un sonno profondo. Si fermò al di sopra di numero 18, ricordandosi quel che aveva ascoltato qualche ora prima.
“Allora, sembra che tu abbia bisogno di qualche riparazione e di una ricarica!”
Bu indirizzò la sua cresta verso di lei e lanciò un raggio magico che avvolse la giovane donna, alla quale cominciò a luccicare la pelle. Soddisfatto, Bu esclamò tra sé e sé: “E voilà, come nuova!”
Si sarebbe potuto occupare anche di suo fratello gemello, ma quest’ultimo non avrebbe più combattuto, quindi non aveva più valore ai suoi occhi. Lei invece prometteva una bella sorpresa per il giorno successivo. Senza perdere altro tempo, passò all’universo successivo, cantando di nuovo e oscillando la testa in aria:
“Quando Bu scenderà dal cielo… con migliaia di poteri…. Non scordate di farmi vincere…!
Nel frattempo, nell’universo 1, i Kaioshin erano andati a trovare il proprio capo, il quale teneva imprigionato in mano, sempre con fermezza, il demone che sembrava guardare altrove.
Inquieto, quello del Nord chiese:
“Va tutto bene? Non ha tentato la fuga?”
“Ma no, tutto bene!” Rispose il grande Kaioshin, con un grosso sorriso. “Ho la situazione sotto controllo, non vi agitate. È ben piantato e immobile come la nostra sacra spada nella roccia.”
Sospettosi, i suoi compagni non proferirono parola, scambiandosi un veloce sguardo. Quello dell’Est aggiunse:
“Se permettete, vi consiglierei di farmi rimanere al vostro fianco per aiutarvi a sorvegliarlo.”
“Perché no?” Gli rispose, “mi farai compagnia, sarà di certo più piacevole.”
“Vi ringrazio.” Fece il giovane Kaioshin.
Sempre diffidente, lanciò ancora qualche occhiata all’essere rosa. Quest’ultimo non ricambiava lo sguardo, sembrando piuttosto sovrappensiero. Che collegamento poteva esserci tra i due? Era chiaro che il grande Kaioshin non era manipolato, ne era ormai certo. Nel dubbio, non osava chiedere al loro capo, ma lo teneva d’occhio.
Universo 13. Il solo combattente ancora in lista era Kakaroth. Secondo i calcoli di Bu, il Saiyan avrebbe dovuto combattere Vegeta dell’universo 18, di cui non dubitava affatto della potenza. Se avesse dovuto fare un paragone, il principe decaduto non ne avrebbe avuto che per qualche secondo. Doveva trovare qualcosa per rendere il combattimento un po' più equo e offrire a Vegeta una sfida.
“Vediamo” pensò il Majin “cosa posso fare per te… vediamo vediamo… Ho un’idea! Se ben ricordo, hai negli occhi queste mini lampade che ti permettono di trasformanti in scimmione. Mi sarà sufficiente farti ricrescere la coda e… tieni. Perché no, perché non trasformarti anche in Super Saiyan nello stesso momento? Potrebbe essere divertente!”
Passò direttamente negli appartamenti dell’universo 11, sapendo che Trunks e C-16 non erano più in gara dai dodicesimi di finale. Entrando nel salone, trovò il suo alter ego seduto con le mani sul tavolo, mentre guardava nel vuoto. Bu aveva bisogno di qualche secondo di riposo, e ciò non avveniva spesso. Si ritrovava per molto tempo solo, attendendo che il suo padrone si risvegliasse. Da anni, Babidi aveva insistito molto affinché Bu restasse inattivo in quei momenti. Non voleva ritrovare di nuovo il mondo sotto sopra con dolcetti al posto degli alberi!
Il Djin sospirò a quella vista: come poteva, un tempo, avere una forma simile a quella? Maledisse interiormente il grande Kaioshin che aveva drasticamente ridotto le sue forze e lo aveva privato della più piccola particella d’intelligenza. Nonostante ciò, paradossalmente, era grazie a lui che aveva finito per essere ciò che era oggi, affrontando avversari gli uni più forti degli altri fino ad essere diventato l’entità più forte mai esistita. Tuttavia, quello che si trovava davanti era in ogni caso il se stesso di un’altra dimensione, e non poteva lasciarlo solo alla mercé dei trucchetti del suo futuro avversario. D’altra parte, il prossimo avversario era il suo erede, il giovane ragazzo che si stava allenando nei suoi sogni ad esercitare la magia. Doveva quindi fare in modo che quello scontro non finisse prematuramente a causa dell’ingenuità della sua controparte. Quest’ultima, infatti, vide la testa fluttuante e gridò gioiosamente:
“Amico!”
“Shhh!” Mormorò Bu agitato. “Fai meno rumore, nessuno deve sapere che sono qui!”
“D’accordo, d’accordo!” Fece il Bu grasso con aria ingenua. “Allora, si gioca? Giochiamo a nascondino! Tu ti nascondi e io ti devo trovare. Allora, va bene?”
La testa fluttuante abbassò gli occhi, scoraggiata. Non sarebbe stato facile, ma lo avrebbe aiutato malgrado tutto.
“Abbassa la voce” mormorò l’altro Bu. “Allora, ascolta, ti spiegherò meglio le regole del torneo, altrimenti farai un casino di sicuro…”
Nei minuti successivi, gli precisò le regole alle quali avrebbe dovuto fare attenzione. Bu dell’universo 4 aggiunse dei giochi tra le sue parole e seppe come attirare l’attenzione dell’ingenua controparte affinché potesse memorizzare i consigli. Forte delle tecniche d’insegnamento di numerose civiltà che provenivano dai numerosi professori assorbiti, faceva in modo che quel che entrava da un orecchio non uscisse dall’altro! Gli consigliò di fare come aveva fatto lui, cioè disseminando particelle di sé su tutta la superficie dell’arena. Così, non avrebbe dovuto temere se il suo corpo principale fosse stato disintegrato e fatto scomparire. Malgrado qualche interruzione che il grosso demone provocava applaudendo talvolta rumorosamente, e nonostante la sua apparente ingenuità, sembrava aver assimilato tutto ciò che aveva bisogno di sapere. Un po’ rassicurato, l’avventuriero dell’universo 4 lasciò la stanza con un po’ d’apprensione. Una volta nel corridoio, si fermò e si rigirò. Nel momento in cui aveva attaccato tutta l’arena, aveva letteralmente mostrato a Bu dell’universo 11 come fare per sbarazzarsi di Babidi… ovvero impedirgli di parlare e farlo fuori! Ma la sua controparte, evidentemente, non aveva compreso l’allusione ed era destinato a rimanere sotto quel potere ancora per centinaia d’anni. Avrebbe quindi dovuto spiegargli chiaramente cosa fare? Ma no, la sua avventura notturna aveva un solo scopo: rivelare qualche capacità ai combattenti ancora in gara. Non doveva distrarsi da quell’obiettivo.
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