DB Multiverse

DBM Universo 16: La Fusione di Due Vite

Scritto da Syl & Salagir

Traduzione e adattamento di Son Broly, Prosavio, Edge2721

Quando Vegeth entrò nel corpo di Bu, fece una scelta: mantenere la sua barriera (U16), o lasciarla (U18). Questa è la storia di quello che è successo dopo ... Anche se Vegeth ha salvato l'universo, Goku e Vegeta sono completamente scomparsi...

Questo fumetto è concluso!


Parte 1 :12345678
Parte 2 :91011121314
Parte 3 :15161718192021222324
[Chapter Cover]
Parte 3, Capitolo 18.

La mafia universale

Capitolo tradotto da

Edge2721

Parte 1

A quanto diceva il dottore, Bulma era incinta da qualche settimana. Qualche mese prima, aveva usato gli ultrasuoni per scoprire che stava aspettando una femmina (Beh, Vegeth usò la risonanza del ki per star certo che non si sbagliasse) e Vegeth stimò la potenza di quel bambino. La madre era fortunata, in effetti i calci del piccolo erano molto deboli.

Vegeth se ne sarebbe andato per un po’ di giorni, ma era determinato a tornare in tempo per il parto. A quei tempi stava cercando nei meandri più profondi di diversi pianeti un certo animale. Alla fine arrivò anche a dubitare della sua effettiva esistenza. I Kaiohshin delle volte gli davano delle missioni così strambe! Ad ogni modo… Dato che il nostro guerriero non è il tipo d’uomo che ritorna a casa dopo 8 ore di lavoro, mangia una bella zuppa e va a dormire in un soffice letto, lavorò 24 ore al giorno sperando di farla finita il prima possibile.

Tanto la sua assenza non avrebbe mica messo in pericolo la Terra…

O no?

Goten si stava prendendo gioco di suo fratello. Quest’ultimo era davanti la sua scrivania, nascosto dietro una pila di libri, blocchi note e il suo laptop.

Ma la cosa più importante è che indossava gli occhiali!

“Sei miope! Miiiiopeeeee!”

“Dai, piantala! Ho letto molto e i caratteri erano molto piccoli. Ecco perché i miei occhi sono stanchi e ho bisogno degli occhiali!”

“Gohan è un secchione! Gohan è un secchione! Dì un pò Gohan, se continuerai a lavorare in ufficio, diventerai grasso, non è vero?”

“Beh… Anche se non mi alleno, il mio corpo non cambia… Sono ancora forte come quando… quando il vecchio Kaiohshin mi potenziò…”

Gohan rimase perso nei suoi pensieri per un po’. Poi, all’improvviso, captò un’ aura maligna molto potente.

Si stava alzando sotto lo sguardo confuso di Goten. Ma l’aura era scomparsa.

“È stato un sogno? Ero perso nei miei pensieri e magari…”

Si risedette, ma rimase all’erta.

Se la forza che aveva sentito era vera, allora la Terra era in pericolo.

Goten stava cominciando ad annoiarsi così lasciò la stanza del fratello e andò in cucina, con la speranza di trovare una bella torta lasciata incustodita sul tavolo.

Poco dopo, Gohan aveva finalmente ripreso a studiare, quando sentì di nuovo quell’aura. E questa volta era più di una! Delle braccia sbucarono dalla finestra e lo bloccarono da dietro!

Goten era in giardino e questa volta sentì anche lui che qualcosa non andava. Sì voltò e vide delle grandi e funeste ombre proprio dietro sua madre. Si lanciò su di lei.

“Mamma!” Urlò. Ma ricevette un calcio e deviò. Si trasformò quindi in Super Saiyan e cominciò a tirare pugni contro colui che lo aveva attaccato.

Colpì l’extra terrestre che sputò sangue e cadde al suolo morente. Il giovane allora si voltò verso un altro extra terrestre e la sua faccia mostrava tutti i segni della sua rabbia. Una delle ombre si lanciò verso di lui, ma il ragazzo la schivò e la sbatté per terra. L’alieno più alto era ancora di fianco sua madre. Chichi non si azzardava a muoversi di un centimetro dato che il suo rapitore la stava tenendo stretta fra i suoi artigli.

“Lascia andare mia madre, o ti ucciderò!” minacciò Goten.

Suo fratello arrivò dal cielo. Beh, dalla finestra in realtà. Stava portando il corpo senza vita di due mostri, uno per mano. Li lasciò cadere al suolo.

“Come puoi vedere, non hai alcuna possibilità contro di noi.” Disse al mostro rimanente. “Perciò lasciala andare e vattene via con i tuoi amici.”

L’alieno stava ancora tenendo stretto il suo ostaggio. Era impressionato e continuava a fissare Gohan. Il loro guerriero più potente a quanto pare era stato sconfitto facilmente dal giovane.

“Leeeei vieeeene con meeee.” Sibilò il mostro.

Goten stava per lanciarsi all’assalto, ma suo fratello lo fermò. Gli artigli erano affilati come rasoi ed erano posti sul collo della loro madre. Ecco perché lei non si muoveva! A causa degli artigli sul collo, Chichi non si azzardava neanche a parlare, per paura di tagliare la sua stessa gola.

Gohan non voleva neanche pensare cosa sarebbe successo se avesse mancato il bersaglio. Fece un profondo respiro e accumulò energia…

Il vento lo circondava.

“Noooon… avvicinartiiiiii…” Il mostro si stava visibilmente preoccupando sempre di più.

A Gohan sembrò che tutto era al rallentatore mentre stava andando a salvare sua madre alla velocità della luce. Rimase concentrato perché se fosse rimasto nel panico, sapeva cosa avrebbe rischiato. Il mostro stava lì, fermo, mentre Gohan subito era lì, aveva già preso gli artigli più vicini al collo della madre e li stava staccando. Tuttavia, il movimento fu talmente veloce, che l’alieno non se ne accorse subito. Prese gli artigli e tirò, strappandoli come se fossero di carta. Continuò fino a quando tutti gli artigli erano stati distrutti. Quando aveva finito di strappare l’ultimo, il primo era appena caduto per terra.

Il mostro aveva iniziato a reagire e avrebbe contrattaccato, ma Gohan era all’erta e percepì ogni movimento che il mostro faceva come se fosse a rallentatore: stava cercando di prenderlo ma Gohan bloccò due delle braccia e cominciò a staccarle. Poteva sentire il rumore di ossa e muscoli andare in frantumi e lacerarsi; ma non gliene importava nulla. Sua madre non aveva avuto il tempo di fare nulla, e neanche di guardare nulla, avendo chiuso gli occhi per il forte vento causato dalle mosse fulminee di Gohan. Non appena fu liberata, il figlio la porto via in volo. L’unica cosa che Chichi aveva visto era suo figlio che scompariva e poi, si ritrovò in aria. Solo in quel momento sentì tutti gli artigli cadere a terra e il mostro urlare di dolore.

Ce l’aveva fatta!

Gohan abbassò il braccio e lanciò un’enorme sfera di energia che disintegrò completamente l’avversario lasciando un piccolo cratere nel terreno. Voleva veramente distruggerlo fino a non lasciarne traccia.

Stava mettendo giù la madre mentre un felicissimo Goten correva verso di lei.

“Oh, figli miei…” disse, abbracciandoli mentre delle lacrime uscivano dai suoi occhi. Anche se erano molto più forti di lei, era più in pensiero per loro che per se stessa.

Gohan guardò in alto.

“Questo è Trunks.” Annunciò Goten che aveva riconosciuto l’aura del suo amico. E per giunta si era trasformato in Super Saiyan, per cui la sua energia poteva essere sentita da ogni parte della Terra.

“Goten, tu rimani qui!” gli ordinò il fratello maggiore. “Raggruppa quei mostri e continua a sorvegliarli. Non dare loro il beneficio del dubbio: se provano a muoversi, colpiscili. Ah, e rimani trasformato.”

Lasciò le braccia della madre e volò a massima velocità verso l’aura di Trunks, verso la Capsule Corporation.

“Oh no...”

Non si stava più combattendo, si sentiva solo la forza di Trunks. Girò intorno all’edificio e vide che parte del tetto era stata completamente distrutta così come le stanze adiacenti...Alla fine trovò Bulma che giaceva in un letto. Se questo mostri si fossero azzardati ad attaccare una donna incinta senza difesa, allora…

Poi si voltò, e vide alcuni corpi di extra terrestri bruciati stesi sul giardino della grande casa… E Trunks al centro della stanza. Allora non era indifesa. Alcuni mobili e pareti erano distrutti, ma altri non avevano neppure un graffio. Gohan capì cosa era successo non appena notò che le cose ancora integre erano come circondate da una specie di cerchio perfetto. Probabilmente Trunks aveva eretto una barriera per proteggere la madre da una o due sfere di energia.

Trunks era ancora trasformato in Super Saiyan, ma non si muoveva di un centimetro. Era come se fosse paralizzato.

Gohan atterrò di fronte a lui.

“Grandioso, Trunks. Hai difeso valorosamente tua madre.” Lanciò uno sguardo a Bulma che rispose con un sorriso, dicendogli che stava bene.

“No, ce n’è ancora uno.” Avvertì Trunks, ancora concentrato.

Gohan cominciò immediatamente a cercarlo. Nulla si muoveva. Il più forte del gruppo che aveva attaccato la sua famiglia era riuscito a nascondere la sua energia. E, a quanto pare, lo aveva fatto anche quest’altro…

Tuttavia, in una frazione di secondo, Gohan lo trovò e preparò una sfera di energia. La lanciò alla sua destra senza nemmeno voltarsi. La sfera fece esplodere il muro e colpì il mostro. Solo allora Gohan si gettò verso di lui e lo uccise con un pugno ben assestato.

Trunks si concesse un grande sospiro e cadde sulle ginocchia. Poteva essere abituato al combattimento, ma non a quello psicologico e i suoi sensi erano meno affilati di quelli di Gohan. Oltretutto, non si era allenato abbastanza da essere in grado di percepire aure represse.

Dato che i sopravvissuti erano troppo potenti per essere rinchiusi in una prigione, Gohan e Piccolo li sorvegliavano costantemente. Ogni qual volta che uno di loro si azzardava a parlare, Piccolo li elettrizzava con una scossa creata dalle sue antenne o dagli occhi. Era intransigente e Gohan non ne era certo contrariato. Dopotutto, questi mostri aveva attaccato la sua famiglia!

Quei guerrieri erano di certo esterrefatti dal fatto di essere stati battuti così facilmente. Come se non bastasse, avevano paura dei loro due carcerieri. Tuttavia, al ritorno di Vegeth, la paura si trasformò in terrore.

“Chi vi manda?” ruggì appena arrivato.

Uno di loro rispose facendo il segno del silenzio. Ovviamente, Vegeth non ne era molto compiaciuto. Così, lanciò una sfera di energia ad un alieno uccidendolo sul posto.

“CHI?”

Alla fine, ci volle l’aiuto di Dende, e poi dei Kaiohshin, per estrapolare delle informazioni da questi guerrieri. I Kaiohshin erano anche riusciti ad interrogare alcuni di loro che erano stati uccisi, prima di essere spediti negli inferi…

Tra coloro che desideravano la morte di Vegeth, c’era una specie di gruppo interstellare mafioso. Se l’erano passata brutta già in precedenza a causa delle azioni dei Saiyan nell’universo.

Uno dei capi più importanti, chiamato il ‘Don’ aveva fatto delle ricerche piuttosto approfondite su quel ‘Vegeth’. Non aveva esitato nell’usare metodi paranormali, come medium e streghe. E così, dopo diversi mesi spesi a raccogliere informazioni, sapevano tutto a proposito di Vegeth: sapevano di Vegeta e di Kakaroth, rinominato Son Goku. Vennero a sapere che avevano ucciso Freezer, Cold e Cooler. E che poi, alla fine, questi due guerrieri si erano fusi per combattere un avversario molto potente.

Infine, cosa più importante, seppero che aveva due famiglie sul pianeta Terra.

Una volta accertatisi che quest’invincibile dio era in missione in un pianeta remoto, mandarono la loro unità d’elite, i cui componenti erano forti come quelli dell’unità Ginew. Era stato ordinato loro di catturare le famiglie per mettere sotto pressione il guerriero.

E così, allo stesso modo di Goku, Vegeth mise in pericolo la Terra per il semplice fatto che ci viveva.

Una volta ottenute queste informazioni, Vegeth uccise senza pietà gli ultimi sopravvissuti.

Il Saiyan fuso comiciò a pensare al da farsi.

Quel Don doveva pagarla cara! Anzi, l’intera Mafia!

Si teletrasportò nel regno dei Kaiohshin. Come aveva tempo addietro promesso, sarebbe andato da loro per chiederne il parere.

“Accadrà di nuovo, non è vero?” disse. “Se non faccio qualcosa, attaccheranno di nuovo.”

I due dei non sapevano cosa dire, e così rimasero in silenzio. Questo fece inquietare Vegeth.

“Mi rifiuto di pensare che la Terra e la mia intera famiglia, composta per la maggior parte da umani e deboli, sia stata presa di mira da tutti questi bastardi sparsi per l’universo!” urlò Vegeth.

“E cosa hai intenzione di fare?” chiese il vecchio Kaiohshin, che si stava già preparando al peggio. “Vuoi sfidare la Mafia? Lo sai che ci sono diramazioni da ogni parte.”

“Non mi importa se sono in mille o in un miliardo,” disse, dando loro le spalle. “Ho già ucciso bambini, donne, uomini… popolazioni intere. E posso farlo di nuovo!”

I due Kaiohshin erano preoccupati.

L’ex Kaiohshin dell’Est iniziò a leggere la mente di Vegeth. Era una cosa che il vecchio Kaiohshin non era in grado di fare poiché quella tecnica venne creata durante le quindici generazioni in cui fu prigioniero. Soprattutto per rispetto, Kibitoshin non leggeva più la mente dei suoi ospiti. Lo faceva solo con persone che conosceva molto poco, per comprenderne la natura. Ma adesso, aveva la necessità di sapere e di conoscere i pensieri e i dubbi che provava quella fusione, perché non poteva credere che Vegeth aveva davvero intenzione di commettere un genocidio.

Non so cosa fare, pensò Vegeth, senza però ammetterlo. Tutto ciò che so fare è uccidere persone a caso. Ma non voglio farlo. Trova una soluzione. Non vuoi che uccida migliaia di persone, no?

Così, questo era ciò che Vegeth voleva che capissero. Questo era il suo modo per chiedere aiuto, anche se era un modo piuttosto brusco… e decisamete non convenzionale.

Kibitoshin fece un lungo respiro e alla fine disse:

“Vegeth, ogni organizzazione ha i suoi capi e leader. Dovrai trovarli e farli arrendere. In questo modo, i loro seguaci seguiranno le loro decisioni.”

“Se li avessi uccisi, o anche spaventati, non sarebbe stato di alcun aiuto: sarebbero stati semplicemente rimpiazzati.”

“Esattamente. Ma tu puoi fare di molto meglio, Vegeth. Puoi lasciare un’ impronta permanente sulle loro menti. Qualcosa che non scorderanno. Mai. Ma senza ferirli. Perchè tu sei Vegeth. E puoi fare qualsiasi cosa.”

“Oh? E a cosa stai pensando, esattamente?”

Kibitoshin gli diede molte idee, con diversi dettagli. Era divertito dal piano che stavano complottando. Idearono per molto tempo e alla fine Vegeth trovò un piano che lo soddisfava molto. Dopodiché, i Kaiohshin andarono ad indagare le anime dei seguaci che aveva attaccato le famiglie di Vegeth.

E così, alla fine, vennero a conoscenza di tutto ciò di cui avevano bisogno, specialmente della locazione del Don.

Disegni di:

Eiki       45

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