DB Multiverse

DBM Universo 16: La Fusione di Due Vite

Scritto da Syl & Salagir

Traduzione e adattamento di Son Broly, Prosavio, Edge2721

Quando Vegeth entrò nel corpo di Bu, fece una scelta: mantenere la sua barriera (U16), o lasciarla (U18). Questa è la storia di quello che è successo dopo ... Anche se Vegeth ha salvato l'universo, Goku e Vegeta sono completamente scomparsi...

Questo fumetto è concluso!


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Parte 2 :91011121314
Parte 3 :15161718192021222324
[Chapter Cover]
Parte 1, Capitolo 5.

CAPITOLO 5: UN GIORNO DA BULMA

Capitolo tradotto da:

Edge2721

“Ragazzi,” disse Vegeth dal corridoio. “Sbrigatevi, stiamo andando!”

“Grandioso!” esclamarono Goten e Trunks mentre scendevano di corsa le scale.

Erano passati tre mesi da quella discussione. Ora le cose erano più facili. Goku e Vegeta erano ormai considerati ‘morti’ da un bel pezzo. Tutti se ne erano fatta una ragione e avevano accettato, chi più chi meno, Vegeth come una persona a parte, che piaceva a tutti per le sue qualità. Aveva ereditato la gentilezza e la pazienza di Goku così come la suscettibilità e il particolare senso dell’umorismo di Vegeta.

“Dove state andando?” chiese Bulma.

“Al parco a tema. Saremo di ritorno per l’ora di cena.” spiegò il Saiyan.

“Siate prudenti, va bene?” si raccomandò Bulma con fare materno.

“Andrà tutto bene, non preoccuparti.” Vegeth sorrise, quando baciò d’istinto la sua amata sulle labbra. La quale fu lasciata… senza parole.

“Ci vediamo stasera.”. Il mezzo-principe si affrettò insieme ai ragazzi che erano rimasti stupiti.

Vegeth maledisse l’usanza che condividevano Goku e Vegeta. Oh beh, i cromosomi sono imprevedibili come il lancio di una moneta: una chance di 50:50… Si alzò in volo per dimenticare quei ragionamenti matematici, ma stando attento ai due bambini. In aria, dimenticò tutto. Il vento sul suo viso lo calmò, così che sorrise involontariamente.

Bulma, a casa sua, era confusa. Era un’usanza prenatale il fatto che Vegeth l’avesse baciata o era perché lo voleva lui? Voleva parlarne con qualcuno per togliersi il peso, ma anche per chiedere aiuto. Di sicuro non avrebbe chiamato Chichi, sarebbe successo un putiferio. Non c’era neanche verso di dirlo a Gohan… Crilin non avrebbe saputo cosa dire e questi argomenti avevano sempre imbarazzato C-18. Yamcha era sparito dal giorno della vittoria dei Guerrieri Z… Era rimasta solo una ragazza con la quale andava d’accordo e che abitava vicino a lei. La chiamò.

“Pronto?” sentì la voce di Videl.

“Videl? Sono Bulma.” la dirigente della Capsule Corporation si presentò.

“Ah, Bulma! Come stai?”

“Bene! Ma ho bisogno di qualche consiglio, e ho pensato a te. Ti dispiacerebbe venire a casa mia?”

“Ora? Hm… molto bene, sto arrivando!” disse Videl dopo una frazione di secondo di esitazione.

Riattaccò. Intanto Bulma stava preparando del caffè e mettendo un tavolo da giardino sul terrazzo, per essere più adagiati. Quindici minuti più tardi, Videl arrivò dall’alto.

“Hey, Bulma!” salutò mentre atterrava.

“Videl! Prego, siediti, ho preparato del caffè.”

La giovane donna la ringraziò mentre si sedeva, poi chiese:

“Allora, cos’è che ti preoccupa?”

“Beh… Poco fa, Vegeth ha portato i bambini al parco a tema…”

“È fantastico! È davvero un padre premuroso.”

“Sì… Ma quando stava per andare, mi ha baciata.”

Videl quasi soffocò. Tossì rumorosamente e, tra due colpi di tosse, riuscì a dire:

“Co… Cosa?!”

“Quindi, come vedi, non so come prenderla.”

“Ma se ti ha baciata, significa che prova qualcosa per te, giusto?”

“Beh, penso di sì, ma anche Vegeta lo faceva, in passato. Quindi mi chiedo se non sia solo una vecchia abitudine .”

“Ma, anche se si tratta di un abitudine lo ha fatto di sua spontanea volontà, questo gesto ti fa vedere cosa prova veramente per te!” affermò Videl.

“Come puoi dirlo?” chiese Bulma, confusa.

“Beh, ce lo ha chiaramente dimostrato, anche se possiede memorie di ciò che è accaduto prima, si muove e agisce di sua spontanea volontà. Quindi, se non gli piacevi non l’avrebbe fatto! Poi, potrebbe anche aver ripreso il gesto dal suo antenato, ma sono stati i suoi sentimenti a farglielo fare!”

Bulma rimase a pensarci.

“Sì, ma… E se…” iniziò.

“Se i ‘se’ e i ‘ma’ fossero pentole e padelle, non ci sarebbe bisogno di calderai… Fa qualcosa, chiediglielo, perché se non lo fai le cose non cambieranno…”

“Ma… e Chichi?”

“Se non la ama, non dirgli nulla per non confonderlo ancora di più in memoria di Goku. Gohan mi ha detto che Vegeth fa loro visita una volta ogni due giorni! Non è niente male, non ti pare? Conosco parecchi uomini che non farebbero lo stesso.”

“Io… credo che tu abbia ragione…” concluse Bulma.

“Certo! Ho spesso ragione, se non sempre.” scherzò Videl.

Passarono il pomeriggio insieme, parlando del più e del meno. Si era fatta sera, e Vegeth e i bambini apparvero all'orizzonte. Quando vide Bulma, il Saiyan diventò un po’ agitato, ma riuscì a non farlo notare. Atterrarono, e Videl li salutò.

“Hey, ciao ragazzi! Avete passato una bella giornata?”

“Sì, è stato…” iniziò Trunks.

“…davvero grandioso!” finì Goten, alzando un pugno in aria.

I due piccoli ragazzi risero. Vegeth disse:

“Voi due piccoli mostriciattoli, andate dentro e fatevi una doccia!”

I due ragazzi corsero all’entrata. Bulma rispose con un sorriso:

“Non ti hanno fatto arrabiare, vero?”

“Beh, a dirti la verità, mi sono divertito anch’io…” ammise Vegeth.

Bulma abbozzò un sorriso. Videl, capendo di essere di troppo, disse:

“Beh, allora io vado! Ci vediamo!”

E immediatamente volò via. Bulma fece la prima mossa.

“A proposito di prima… Il bacio…”

Anche Vegeth si sentì imbarazzato, ma non cambiò discorso.

“L’ho fatto perchè… lo volevo…” spiegò.

Bulma gli lanciò uno strano sguardo così decise di continuare.

“In realtà… ho preso una decisione da molto ormai, ma tu e Chichi avete bisogno di più tempo per conoscermi… Quindi, non so se tu mi ami… davvero…”

Bulma si sentiva davvero attratta da Vegeth. Per lei, era l’uomo perfetto: un mix dei due estremi che erano Goku e Vegeta poteva solo dare vita ad un uomo incredibilmente bilanciato. Disse:

“Beh, anch’io…mi sento attratta da te.” scelse attentamente le sue parole. “Ma è passato ancora così poco tempo, solo tre mesi…”

Vegeth sospirò.

“Ho capito! Aspettiamo ancora un po’. Mi dirai cosa ne pensi… Quando sarai pronta.”

Bulma annuì e, tramite tacito accordo, non dissero più nulla a proposito.

“Allora, mio caro, com’è stato il tuo week-end con Trunks?” chiese Chichi, mentre stava pulendo i piatti.

“È stato fantastico! Papà ci ha portati al parco a tema! E ha baciato Bulma.”

Si potè sentire il rumore di un piatto rotto.

“Cosa?!!!” Strillò sua madre.

Anche Bulma stava lavando i piatti, fischiettando, quando squillò il telefono.

“Pronto?” disse senza pensare, mentre si portava il portatile all'orecchio.

Fu in quel momento che sentì la voce stridula e non molto amichevole di Chichi.

“Bulma, che diavolo hai combinato?!!”

Bulma si chiese per qualche secondo se sarebbe diventata sorda dopo quella chiamata. Chichi stava letteralmente urlando dall'altro capo del telefono.

“Goten mi ha detto tutto! Così, ti ha baciata!”

Bulma emise un suono simile ad un gorgoglio. Quella piccola spia!

“Sì, è vero.” Ammise.

“E perchè l’ha fatto?”

“Mi ha detto che…gli andava…”

“Ma…ma… la mia famiglia allora?” balbettò Chichi, sul punto di piangere.

“Non ti abbandonerà, non preoccuparti! Ma gli ho detto di aspettare. E' ancora troppo presto e…non voglio decidere velocemente, così da ferire tutti noi…”

Chichi non diceva più nulla. Bulma era preoccupata.

“Chichi? Chichi, mi senti?”

Poi, sentì il solito « biiip... biiip... biip... » Bulma riattaccò come aveva fatto la sua amica. Preoccupata, chiamò Vegeth.

In realtà, era una vittoria per entrambe le famiglie il fatto che nessuna delle due era riuscita ad appropriarsi di Vegeta e Goku: cosicché potesse essere chiamato in ogni momento, infatti, aveva sempre con sé (nella sua tasca o nella sua cintura) un cellulare.

“Sì?” disse la sommessa voce del Saiyan.

“Vegeth, sono Bulma. Sono preoccupata per Chichi, Goten le ha detto delle cose…”

“Non aggiungere altro, me ne occuperò io…”

Riattaccò senza salutare e si teletrasportò sul luogo. Apparve di fronte ad una Chichi piangente.

“Chichi! Che cosa succede?”

Lo abbracciò e singhiozzò.

“Ti prego, non lasciarci…” gemette.

“Ma…chi ha detto che vi sto lasciando?” chiese Vegeth.

“Se…se tu ti metti con Bulma…ci abbandonerai e…”

“Cosa?” gridò Vegeth. Non riusciva a credere che una donna così forte e sicura potesse avere delle paure così infantili. Mise le mani sulle sue spalle e disse:

“Chichi, anche se mi metto con Bulma, non ti abbandonerò!”

Chichi lo fissò con occhi speranzosi. Vegeth aveva uno sguardo profondo.

“E comunque come hai potuto pensare ad una cosa del genere? Tre mesi non sono certo abbastanza per conoscere qualcuno… Chichi, voi siete la mia famiglia, non farei mai una cosa del genere…”

Chichi cercò di calmarsi, ma non riusciva a smettere di piangere. Vegeth la guardò ancora più intensamente.

“Dai, basta piangere…” disse, asciugando le lacrime dal viso di Chichi con la punta delle dita.

Chichi assunse un sorriso stanco.

“Hai ragione. Cosa vado a pensare…” sussurrò, con un debole sorriso sulle labbra. ”Guarda, ti cucinerò il tuo piatto preferito stasera. Rimarrai?”

“In questo caso, penso di sì!” rispose Vegeth, attirato dall’aspettativa di un buon pasto…

Chichi rise e iniziò a cucinare. Vegeth sedette sul divano e iniziarono a parlare un po’ di tutto: la giornata con Goten e Trunks, i prezzi esorbitanti delle città, il bel tempo d’estate, gli strani animali che Goten ogni tanto portava dalle sue scampagnate nella foresta… Beh, parlarono proprio di tutto, più o meno come in una normale famiglia. A Vegeth piacque quella chiacchierata con Chichi. Anche se era una donna di campagna, era veramente acculturata e aperta al mondo. Anche Chichi aveva trovato piacevole la discussione. Suo marito non aveva mai iniziato un discorso, quindi in quel momento l’ambiente nella casa era differente. Un’ora dopo, la cena era pronta.

“Fantastico!” disse Vegeth mentre sedeva.

“Aspetta, maleducato di un uomo! I ragazzi non sono ancora arrivati!”

“Ma ho fame!” protestò il Saiyan.

“Aspetterai come tutti!”

Vegeth concentrò la sua energia sui suoi figli. Erano ancora in mezzo alla foresta. Pensò a loro:

« Gohan, Goten, è ora di mangiare. Sbrigatevi! »

Gohan e Goten si affrettarono. Erano troppo spaventati al pensiero di cosa avrebbe potuto fare loro padre se avessero prolungato ulteriormente il tempo di attesa della cena. Cinque minuti dopo, erano arrivati:

“Ci stavamo allenando un pò…” spiegò Gohan.

“Mamma, ho trovato una tartaruga!!” disse Goten, mostrando il piccolo rettile.

“Bravo, ma lasciala andare adesso! Deve vivere nel suo habitat!” disse Chichi.

“Sì, mamma…” borbottò Goten, deluso.

E la cena poté finalmente iniziare.

Vegeth divorò tutto ciò che si trovava nel suo raggio d’azione così velocemente, che persino Gohan e Goten rimasero a guardarlo, senza parole.

“Posso averne un altro po’?” chiese Vegeth; la sua bocca era piena, mentre stava porgendo il piatto.

“Sì…” rispose Chichi, perplessa.

Gohan e Goten si sbrigarono a mangiare subito prima che loro padre finisse tutto.

“Posso averne un altro po’?” chiese Vegeth per la settima volta.

“Non è rimasto più niente…” disse Chichi. Era la prima volta che vedeva qualcuno mangiare così tanto, e se era lei che lo diceva! Aveva vissuto con i Saiyan per così tanti anni…

Gohan fissò curioso il suo vecchio.

“Papà, c’è qualcosa che non va?”

“No, ma sono ancora affamato… sento che ogni volta sono più affamato…”

“Va’ da Bulma, qui non c’è rimasto molto…” suggerì Chichi.

Vegeth si alzò.

“Tornerò domani per passare la giornata con voi! Buona notte!”

E scomparve.

“Hey, Bulma. Non è che avresti qualcosa da mangiare? Sto letteralmente morendo di fame…”

“Ma lo sai che ora è?” lo rimproverò Bulma prima di sospirare. “Vieni, ti preparerò qualcosa…”

E un’ora dopo, accadde di nuovo la stessa cosa.

“Vegeth, sei sicuro di stare bene?”

“Sì, eppure… è strano…” disse Vegeth.

“Vai a far visita a Dende… forse ne saprà di più…” disse Bulma, preoccupata.

“Va bene. Tornerò tra due giorni per passare del tempo con te! Ci vediamo!”

E scomparve senza dire nient’altro. Una volta arrivato nel palazzo, si precipitò immediatamente al cospetto di Piccolo e Dende.

“Dende, ho…”

“Lo so.” lo interruppe il piccolo namecciano. “L’ho visto da qui…”

“Sai che cosa sta succedendo?”

“Ne so quanto te, ma a quanto pare il cibo terrestre non è più abbastanza … sin dalla tua nascita, ogni volta hai sempre mangiato di più della precedente…”

“Ma…cosa devo fare? Non è che morirò di fame vero?” esclamò Vegeth in preda al panico. Dopo essere sopravvissuto a tanti pericoli, questa sarebbe stata la cosa più stupida che gli potesse capitare!

“Ho un’idea.” disse Piccolo. “Va’ da Karin e chiedigli dei senzu.”

“Grandioso, grazie Piccolo!”

E volò via. Karin lo stava aspettando, sull’estremità della piattaforma.

“Karin, io…”

“Lo so…” lo interruppe il gatto.

“Le notizie si spargono velocemente, a quanto pare…” borbottò Vegeth.

“Ho tre senzu con me…Prendine uno.”

Vegeth mandò giù il piccolo fagiolo e si sentì un po’ meglio.

“Posso averne un altro?” chiese in modo imbarazzato.

Sospirando, il gatto gli diede il secondo senzu che Vegeth ingoiò all’istante.

“Mi sento veramente meglio. Grazie, Karin!”

“Ma cosa farai se ti succede ogni volta con tutti i pasti?”

“Ah…er…” balbettò Vegeth. “Non lo so… non potremmo coltivare più senzu?”

Karin rimase un attimo a pensare.

“Guarda,” disse il felino. “Ci penserò su. Per ora va’ a casa. Ti contatterò appena avrò trovato una soluzione al tuo problema.”

Vegeth si congedò, preoccupato per ciò che gli sarebbe potuto capitare. Tradito dal cibo… Chi l’avrebbe mai detto…

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