DB Multiverse

Hanasia, la Regina dei Saiyan

Scritto da Salagir

Traduzione e adattamento di Crix, Prosavio e ItsAMeLuigi

Questa storia si svolge sul pianeta dei Saiyan, ben prima che questi diventassero il popolo di sterminatori che portò terrore in tutta la Galassia all'epoca di Re Vegeta. Se ti sei mai chiesto in che modo queste persone così potenti vivessero in comunità, se vuoi conoscere le sorti dei Guerrieri Millenari che hanno preceduto Broly, se le avventure di una frenetica ed emotiva guerriera in un mondo crudele ti tentano…allora entra nel mondo della Saga di Hanasia!


Parte 1 :123
Parte 2 :4567891011121314151617
Parte 3 :18192021222324252627282930313233343536373839404142434445
Parte 4 :464748495051
[Chapter Cover]
Parte 2, Capitolo 5.

Il Saiyan empatico

Traduzione e Adattamento di Prosavio

Nizouki aveva visitato diversi villaggi, ma non aveva trovato niente di interessante. Nessun abitante dotato di forza smisurata, né Saiyan abbastanza pazzi da interessarsi all’amore per gli uccellini, per i fiori, e per i bambini. Aveva l’impressione di averne già visitati centinaia, quando si avvicinò al villaggio che abbiamo appena lasciato. Si trovava molto lontano dalla città del Re.

In questi luoghi più remoti era successo che l’autorità del Re venisse contestata. Infatti, essa doveva essere rinnovata ogni volta che attendeva qualcosa da un luogo lontano. C’era una ragione per cui i messaggeri incaricati di condurre il censimento erano membri di alto grado dell'esercito: dovevano sottomettere gli abitanti dei villaggi e ricordare loro quanto fosse potente la capitale.

Del resto, molti generali andavano di villaggio in villaggio chiedendo ai Saiyan di entrare nell'esercito, ma questo non succedeva più da 340 anni, quando il Re aveva deciso di andare all'attacco dei territori Tsufuru. Dopo alcune settimane di ricerca volando al di sopra del mare, l'armata Saiyan aveva, in quel tempo, distrutto una grande isola vuota, credendo che gli Tsufuru vivessero là sotto. Oggi, invece, il Re addestrava un'armata per affrontare il Guerriero Millenario, anche se la sua esistenza non era ufficiale.

 

Era un villaggio di medie dimensioni, con case ben tenute e strutture organizzate (come quella situata al centro, per le feste e le riunioni dei Saiyan), e faceva supporre che il Capo fosse intelligente ed efficiente.

Nizouki scese e atterrò ai piedi del villaggio, poi si diresse verso il centro.

Con la sua armatura splendente, non passò di certo inosservato – dopo tutto, l'obiettivo era questo – e i Saiyan lo guardarono, seguendolo con lo sguardo. Come spesso accadeva, il suo passaggio venne fermato da una persona audace. Una giovane Saiyan era sul suo cammino, e lo stava chiaramente sfidando. In effetti, quell'uomo era venuto di sua volontà, senza essere invitato. Era visibilmente vecchio, così lei aveva qualche possibilità. La ragazza sputò per terra e non appena girò la testa verso di lui vide la mano del suo avversario fiondarsi verso di lei. L'attacco raggiunse la sua spalla e la ragazza venne gettata all'indietro prima ancora che potesse reagire. Fu così che Nizouki la fece volare via per diversi metri, tra le risate degli abitanti del villaggio. Poi riprese la sua strada.

 

 

Hartich aveva notato il trambusto, e stava aspettando lo sconosciuto al centro del villaggio. Quando vide la sua armatura, riconobbe immediatamente la sua funzione.

“Sei un grande generale del Re. Benvenuto nel nostro villaggio.”

Non sempre veniva accolto così. Questo Capo era chiaramente molto più educato degli altri che aveva incontrato durante i suoi viaggi.

 

Venne improvvisato un banchetto per discutere col nuovo arrivato – non si poteva discutere senza mangiare – e arrivarono tutti coloro che non avrebbero voluto perdere l'occasione di mangiare.

Nizouki spiegò di punto in bianco che cercava un allievo, un guerriero da formare.

“È un onore che non possiamo rifiutare.” Disse Hartich “Vuoi mettere alla prova alcune persone che sembrano avere del potenziale?”

“Beh... tu sei il Capo. Mostrami chi è il più forte del vostro villaggio.”

Hartich esitò per un secondo, poi si alzò, subito dopo aver inghiottito l'ultimo pezzo di carne.

 

Per la quarta volta di fila, Hartich fu gettato a terra dal generale. Si rialzò rimuovendo la polvere e pulendosi un po' di sangue che colava. Si rimise in posizione con dignità. In piedi, di fronte a lui, Nizouki non era stato colpito nemmeno una volta.

Gli abitanti del villaggio rimasero stupefatti. Erano orgogliosi del loro leader: il loro Capo, infatti, era davvero molto forte! E lo sapevano bene, visto che aveva sconfitto i Capi dei villaggi confinanti in seguito a dei problemi di vicinato. Mentre ora, questo abitante della città lo stava sconfiggendo senza difficoltà.

“Sei davvero molto forte” disse Nizouki. “È sorprendente in un luogo così lontano. Hai viaggiato molto, non è così?”

Gli spettatori rotearono gli occhi dopo questo commento.

“Temo che tu non sia quello che sto cercando. Penso che ti ucciderò.”

E lentamente creò una palla di fuoco nella sua mano.

 

Tutti erano col fiato sospeso. Uccidere qualcuno in un combattimento amichevole non era certo gentile, ma in fondo non erano abbastanza interessati per intervenire. Quanto ad Hartich, non aveva intenzione di morire in quel modo, perciò si precipitò con rabbia verso il suo avversario, e lo attaccò.

Ora motivato, Hartich era più forte e Nizouki venne colpito, facendogli cadere la sua palla di fuoco. Ma il generale riuscì a prendere il sopravvento e a liberarsi.

I due avversari erano di nuovo a distanza, e mentre il Capo esitava, Nizouki verificò se tra la folla ci fosse qualche Saiyan intenzionato a fermare la lotta.

Non si dovrebbe mai uccidere in un match amichevole, e solo un Saiyan empatico, o interessato, reagirebbe di fronte a una tale ingiustizia. Data la differenza di livello tra loro, solo un codardo farebbe fuori qualcuno più debole di lui in queste condizioni.

Ci fu un'interessata che reagì. Si trattava di una giovane Saiyan dell'età di Hanasia, che aveva cercato, dal momento in cui era libero, di vivere col padre della ragazza e diventare sua moglie. La differenza di età non era mai stata un criterio tra i Saiyan quando si trattava di mettersi insieme.

“Lui non è il più forte del villaggio.” disse la ragazza.

“Ah bene.” rispose Nizouki “C'è forse qualcun altro che merita maggiormente di combattere contro di me?”

“O qualcuno che merita di più di essere ucciso?” ribatté Hartich maliziosamente.

Nizouki rifletté su cosa quelle parole potessero significare. La ragazza contava su qualche altro per cercare di salvare il Capo, mentre quest'ultimo sembrava voler mantenere nascosta l'identità di questa persona, per evitare che venissero uccisi, se quello fosse stato il piano del suo avversario.

Era necessario conoscere le loro motivazioni.

“Ucciso? Dipende. Molto probabile. Anzi, in realtà sì. E se non c'è un'altra persona, allora toccherà a te.”

Hartich si mise in posizione di guardia. “Qui nessuno è più forte di me.”

E Nizouki sorrise dentro di sé per questa frase che chiaramente era una bugia! Stava proteggendo quest'altra persona, così come la ragazza stava proteggendo lui.

Quando un Saiyan aiutava qualcuno, era perché gli obbediva (come nel caso degli ufficiali di alto rango, o come i sottoposti), o perché lo amava profondamente.

In tutti questi casi, quando si trovavano di fronte alla morte, i Saiyan cambiavano idea.

Tranne, come aveva appreso in biblioteca, quando era uno strano essere che non poteva sopportare il dolore degli altri! E la sua forza veniva dalla motivazione di proteggerli. Quindi, ora non doveva fare altro che continuare la farsa.

Si voltò verso la ragazza, pronto a sfidarla, ma non c'era più.

Hartich approfittò di questo movimento per attaccarlo, e il combattimento riprese. Nizouki prese ancora qualche colpo ma il Capo del villaggio finì a terra, domato dal guerriero di città.

Stava per sferrare alcuni calci su Hartich, steso a terra, quando fu interrotto da una voce rabbiosa:

“Stooooooooooooooooooooop!”

 

 

Era un'altra giovane ragazza, condotta lì da quella che si era appena allontanata. Questa nuova arrivata fece subito una grande impressione su Nizouki.

Nella sua ormai lunga vita di guerriero, aveva incontrato numerosi Saiyan, e poteva facilmente intuire la loro forza, il loro livello, la loro esperienza e il loro potenziale dal modo in cui si presentavano, e dalla tensione intorno ai loro occhi. Era lei la più forte del villaggio, non c'erano dubbi a riguardo. Ma in questo caso, allora, perché non era lei il leader? C'era solo una ragione a cui poteva pensare.

“Lascia in pace mio padre.”

Sì, un'unica ragione possibile. Nei villaggi lontani succedeva che i genitori non venissero deposti dal loro figlio solo per rispetto, o almeno non prima di qualche anno. Perciò, aveva un terzo sospetto.

La prima ragazza si era allontanata e distoglieva lo sguardo, come per dire “ora non è più un mio problema”. Mentalmente tolse il suo nome dalla lista della piccola famiglia a cui era interessato.

Questo padre che stava proteggendo sua figlia... la sua reazione era come quella di un Saiyan verso il suo unico figlio, ma non si era mai arrivati a questo punto.

“Uno di voi due morirà. Chi vuole combattere contro di me?”

“Io!” risposero il padre e la figlia, allo stesso tempo.

Nizouki gongolava. A quanto pare, l'empatia era ereditaria. Qualcosa attirò la sua attenzione: si girò verso la ragazza, per analizzarla al meglio, e vide che i suoi occhi erano rossi. A quanto pare aveva pianto.

Le usanze dei Saiyan cambiavano di zona in zona, ma Nizouki non aveva mai visto in nessuna parte del Mondo un Saiyan che osava apparire con segni di tale debolezza in volto.

“Perché hai pianto?” Chiese l'uomo di città con calma.

“Questo non è affar tuo.” Rispose lei, con altrettanta calma.

“Mi interessa perché potrebbe farmi cambiare idea riguardo il vostro destino. Sempre se mi dici la verità, naturalmente.”

“Eh?”

Hanasia era perplessa per l'atteggiamento di quello sconosciuto. Stava nascondendo qualcosa, e li stava mettendo alla prova, per cercare chissà che.

E di certo non avrebbe potuto sconfiggerlo.

“Mia madre è morta.”

“E allora?”

“Ho pianto perché mia madre è morta.”

Nizouki non riusciva a capire. Era un concetto che non poteva comprendere. Per lui, come per tutti i Saiyan, la morte di una persona cara poteva causare una leggera nostalgia...al massimo! Cercava il rapporto tra questo e il fatto di soffrire per gli altri... I defunti non potevano più soffrire, in quanto morti! Perciò sembrava fondamentale, ora, concentrarsi sul suo potere nascosto, che potrebbe essere rilasciato dal desiderio di aiutare qualcuno.

“Ti sfido. Se non riesci a fermarmi, ucciderò te e tuo padre.”

Hanasia corse verso lo straniero e cercò di sferrargli un pugno, ma lui lo schivò. Attaccò ancora una volta e Nizouki si limitò a schivare e a parare tranquillamente ogni colpo.

Il generale era rimasto impressionato dalla sua forza, non era affatto male. Decise di colpirla duramente, ma, con sorpresa, lei evitò il colpo. Aveva pensato che, non avendola attaccata per un po', la ragazza avrebbe abbassato la guardia, ma invece ebbe i riflessi pronti.

Nizouki continuò ad attaccare e rapidamente Hanasia si trovò in una brutta situazione. La ragazza non aveva mai combattuto con qualcuno così forte. E non era solo una questione di potenza: lui aveva una tecnica praticamente perfetta, rapida, ed efficace... i suoi colpi raggiungevano sempre l'obiettivo.

Le sue mosse erano... oltre la comprensione, e il suo modo di combattere non era come quello degli abitanti del villaggio, e nemmeno quello degli abitanti dei villaggi vicini.

Hanasia stava cominciando ad ansimare e Nizouki ritenne che fosse il momento di metterla nuovamente alla prova.

“Sei già stanca? Mi pare di sì.” Così, ad alta velocità lanciò una palla di fuoco verso il padre della ragazza.

Il Capo, con gli occhi rivolti verso la figlia, capì che l'attacco era rivolto a lui, e che era troppo tardi: non avrebbe avuto il tempo di reagire. Hartich volò in alto a causa dell'esplosione, poi cadde al suolo, gravemente ferito.

Quando Nizouki si voltò per vedere la reazione della ragazza, la vide fiondarsi verso di lui con grande furia.

Non ebbe il tempo di mettersi in guardia e incassò, per la prima volta, un colpo molto potente. Il guerriero venne gettato via all'indietro, e qualche goccia di sangue cadde dalla sua ferita. Nizouki sorrise come venne scagliato a terra, senza reagire, così felice di aver trovato il Saiyan che stava cercando da tanto tempo.

Venne schiacciato a terra da un altro colpo violento, e Hanasia lo schiacciò con tutto il suo peso (si può dire che stesse “volando” verso il suolo per tenerlo in trappola, altrimenti l'avrebbe facilmente sollevata così come un Saiyan che solleva un grosso masso) e lo colpì in volto con diversi pugni.

Non avrebbe dovuto distrarsi in quel modo. Ora aveva ricevuto troppi colpi e non poteva più reagire. Dannazione: si era spinto troppo oltre, e ora stava per morire a causa del suo errore.

 

 

Hanasia alla fine si fermò e mollò la presa su Nizouki. Avrebbe potuto ucciderlo. In effetti, visto quel che era successo, era strano che non l'avesse fatto. Lui aveva chiaramente minacciato lei e suo padre. Era logico che lo avrebbe fatto fuori.

Anche perché era sicuramente più forte di lei, e se si fosse ripreso avrebbe potuto mettere in atto la sua minaccia.

Anche gli altri pensavano che lo avrebbe ucciso, ma non dissero nulla.

“Ho vinto.” Disse Hanasia “Ti proibisco di minacciare gli abitanti del nostro villaggio.”

“Tu mi lasci vivere?” pronunciò con difficoltà Nizouki, guardando verso il cielo. “Sei veramente quella che sto cercando.”

Dopo un instante di stupore, Hanasia si voltò e corse verso il padre.

“Stai bene?” gli chiese.

Hartich non rispose alla domanda, a causa dell'assurdità (alla quale era abituato) di quello che stava accadendo (ovvero, che un Saiyan possa interessarsi alla salute di un altro) e si alzò. Era stordito, ma doveva riprendersi velocemente.

“Rispetto la tua decisione, ma sarebbe stato meglio ucciderlo.”

“Non sarà necessario. Ehi vecchio!” gridò Hanasia, verso la sua direzione. “Fuori dal nostro villaggio. La nostra piazza centrale non è un dormitorio.”

Gli abitanti ridevano con cattiveria, e sapevano che, se lo straniero, così ferito, non se ne fosse andato da solo, Hanasia non avrebbe esitato a prenderlo per i capelli o per la coda e a buttarlo fuori.

Nizouki si alzò lentamente e si mise in piedi con dignità. Poi se ne andò dal villaggio. Una volta lontano, cercò un po' d'acqua per lavare il suo viso ferito e partì alla ricerca di cibo. Dopo qualche giorno si sarebbe ripreso e sarebbe tornato.

Quando la sua missione era cominciata, non credeva nemmeno lui all'esistenza del Saiyan che stava cercando. Ma ora che aveva veramente incontrato questo essere così strano, voleva assolutamente sapere se il suo potere poteva aumentare al punto di dominare tutti i Saiyan...

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