DB Multiverse
DBM Universo 14 (dei Cyborg): One Way
Scritto da Foenidis
Traduzione e adattamento di Unochepassava
In seguito alla morte dei "Guerrieri Z", come raccontato in Twin Pain, gli Universi 12 e 14 hanno condiviso la loro storia per qualche anno, prima che tutto andasse a rotoli per quest'ultimo. Quali sono gli eventi che hanno portato alla vittoria di Trunks in uno e al trionfo degli androidi nell'altro?
Questo fumetto è concluso!
Parte 1 :123456789
Parte 2 :10111213141516
Parte 3 :1718
Parte 4 :192021222324252627282930313233343536
La mano di Bulma rimane sospesa sopra la tastiera.
L’angoscia palpabile della storia del suo caro Gohan ha la spiacevole conseguenza di rianimare anche l’ansia di lei.
Allunga per un istante l’indice per far riapparire l’orologio sul schermo… poi ferma di nuovo il proprio gesto tremando leggermente.
Con un movimento repentino afferra la propria mano destra con l’altra mano per fermare questa testimonianza fisica della propria angoscia.
La sensazione di malessere che l’attraversa in questo momento le lacera i cuore… le ricorda un’altra angoscia… un altro malessere le tormenta il petto con una morsa gelida…
L’ombra fredda del presentimento della morte di Vegeta le oscura il viso e le annebbia la vista con un’onda umida… reprime la marea di singhiozzi che sente salire facendo appello a tutta la sua volontà.
Le sue dita si lanciano all’improvviso per far apparire il fatidico orologio!
Dopo un piccolo istante che a lei pare un’eternità il sangue di Bulma sembra smettere di scorrere… poi la donna si scioglie letteralmente sulla propria sedia…
Non c’è più alcun dubbio… il tempo non è ancora passato, restano ancora più di cinque minuti… era stata veramente stupida ad astenersi dal controllare!
Davvero non valeva la pena di mettersi in condizioni simili… la serpeggiante angoscia della minaccia latente nel racconto di Son Gohan era quindi il vero colpevole di questa spaventosa sensazione.
Bulma tuttavia non si pente di essersi lanciata nella trascrizione di questa storia… il tempo è volato… poco più di cinque minuti prima di ritrovare il calore rassicurante della presenza di Trunks.
E poi lo deve a tutti quegli eroi che hanno sacrificato la loro vita per la sopravvivenza dell’umanità… lei era l’ultima custode della loro memoria… è importante che la loro storia le sopravviva… non meritano affatto che quel poco che resta di loro scompaia nell’abisso dell’oblio.
A lavoro!
Visto il poco tempo rimasto… meglio non dilungarsi se vuole finire prima del ritorno di Trunks.
È poco probabile ci riesca… ma questa piccola sfida le ridà vigore e sollievo al cuore…
Mentre il Saiyan analizzava con calma l’interno degli emisferi senza mostrare reale sorpresa o traccia di paura, interrompendo addirittura il flusso di emissioni dorate che lo avvolgeva… Babidy cominciò con enorme sforzo a strisciare verso di lui e il globo aperto issandosi su quello che restava delle sue braccia mutilate…
Fu con curiosità che Son Gohan osservò il doloroso strascicamento di ciò che restava dell’ignobile gnomo che gemeva mentre avanzava lentamente:
“Buu… rispondimi… sono Babidy, il figlio del tuo creatore… sono io che ti ho permesso di tornare in vita… Buu-buu?...”
Giunto vicino ai due emisferi… Babidy si incurvò cercando di raddrizzarsi e di tirarsi più su che poteva… serrò i denti come concentrandosi, tendendo il moncone del suo braccio destro…
Sorpreso, il giovane guerriero lo guardò soffrire e sudare per lo sforzo e capì che non aveva più l’energia necessaria per vincere la gravità… cercava di far oscillare i gusci per potervi guardare dentro…
Ma non aveva la forza.
Mosso a compassione, Son Gohan inclinò quello che gli era più vicino… l’atteggiamento di quella misera creatura gli confermò, se ce ne fosse stato bisogno, che non c’era più alcun pericolo da temere.
Appena il bordo fu vicino al suolo… una densa melassa rosa ne colò fuori lentamente con un suono viscoso… quello strano materiale emanava un forte odore simile ad un misto di caramelle e muffa.
Mentre Son Gohan si guardava bene dal toccare quella roba, sollevandosi di qualche centimetro dal suolo per evitare che la marea appiccicosa gli prendesse d’assalto i piedi… Babidy vi immerse con forza quello che restava delle sue braccia, singhiozzando:
“No… no… no… è impossibile… perché?!...”
Benché non avesse la minima idea di che cosa si trattasse che aspetto avrebbe dovuto avere se l’operazione avesse avuto successo… Son Gohan aveva comunque intuito qualcosa: la somma delle forze vitali dei due malcapitati guerrieri offerti in sacrificio si era evidentemente rivelata insufficiente!
Rabbrividì pensando in retrospettiva alla quantità di energia che sarebbe effettivamente stata necessaria per risvegliare il misterioso mostro… forse sarebbe stato necessario sterminare l’intera popolazione terrestre quando era ancora al suo massimo!
Dunque Babidy non esagerava affatto quando parlava della forza potenziale della creatura… così tanta energia concentrata in un solo guerriero… roba da far venire le vertigini.
Fu perciò con sollievo che Son Gohan guardò lo strano materiale sciropposo espandersi sotto di sé… felice anche di poter evitare di averci i piedi dentro… il solo odore che saliva fino alle sue narici già bastava a dargli il voltastomaco.
In quanto allo gnomo, sembrava ormai aver perso completamente la ragione… farfugliando una serie di suoni completamente incomprensibili, immergeva la faccia e quel che restava del suo corpo in quella melassa nauseabonda con movimenti convulsi.
Son Gohan sospirò… anche se conosceva la vera natura di quel piccolo essere, o meglio di quello che ne restava, provava in quel momento un profondo sentimento di pietà.
Posò delicatamente l’emisfero che stava sostenendo prima di lasciarlo andare per dirigersi verso il cielo senza una parola.
Babidy sembrò non notare la sua partenza… sguazzava gemendo nello spesso strato appiccicoso che ricopriva il pavimento.
Col cuore pesante, il giovane Saiyan si sollevò lentamente al di sopra del cratere che ora sfigurava la valle… salì ancora, portandosi esattamente sopra al grande buco, senza mai perdere di vista i due emisferi pieni di colla rosa e la sagoma strisciante che si contorceva con difficoltà sul fondo dell’impressionante fossa.
Si fermò all’altezza voluta e si prese del tempo per guardarsi lentamente attorno… una piccola parte del paesaggio di questo mondo che amava tanto… chiuse gli occhi per sentire le palpitazioni dell’energia degli esseri viventi più vicini, poi lo riaprì dopo aver strizzato per un breve istante le palpebre.
Non gli piaceva affatto quello che stava per fare…
Ma non poteva permettersi altra scelta!
Sollevò quindi la testa per tuffare lo sguardo nell’infinito del cielo…
Avrebbe tanto voluto ricevere un’approvazione, un incoraggiamento che l’aiutasse a portare a termine ciò che andava fatto…
Ma era disperatamente solo, non era mai riuscito a stabilire il benché minimo contatto con il lontano Kaio con cui suo padre conversava invece così facilmente… abbassò tristemente la testa… ogni traccia di presenza divina sembrava essere morta con Kamisama qualche anno prima.
Avrebbe dovuto trovare altrove la motivazione necessaria che gli desse una mano a superare questa orribile sensazione di ribrezzo che amplificava la nausea provocata dallo strano odore della sostanza rosa confetto.
Son Gohan chiuse di nuovo gli occhi… come per pregare…
In realtà si stava immergendo nel profondo della sua memoria per cercare dei ricordi… e non tra i migliori!
Si costrinse a rivivere la morte di ciascuno dei suoi amici… rivide uno per uno Yamcha, Jiaozi, Tenshinhan, Piccolo cadere di fronte a Nappa ed ai Saibaiman… Crilin esplodere nella presa di Freezer… Vegeta ridere quando credeva suo padre morto su Namecc… il grande corpo inerte e pallido sdraiato sul suo letto di morte… la bara di Tenshinhan… i corpi insanguinati di suo nonno e di Yamcha… il lenzuolo bianco sopra Piccolo… il povero Mr. Popo, le ceneri di Kamisama, la faccia del povero Jiaozi… il corpo martoriato di Vegeta, ed infine, l’immagine del suo amico Crilin, con uno strano sorriso fissato per sempre sul suo viso sempre allegro.
E le lacrime, ancora lacrime, sempre più lacrime, singhiozzi e dolori sul volto di quelli che restavano… che crudele spettacolo è assistere impotente alla disperazione di quelli che si amano quando è già così difficile sopportare la propria sofferenza!
E ciascuna di queste immagini lo trapassava nel più profondo del suo essere come altrettante lame incandescenti… il dolore cresceva in lui come una marea inesorabile… uno tsunami emotivo che gli spazzava la mente, cancellando ogni altro pensiero.
Aveva sfortunatamente imparato a convertire questa orribile sofferenza in rabbia… e con un tale livello di emozione… fu profonda la collera in cui si costrinse a scivolare.
Trasformare tutti quegli anni di pena in odio non era per nulla piacevole… ma era la chiave che gli aveva lasciato in eredità Vegeta durante la loro permanenza nella Stanza dello Spirito e del Tempo… ci aveva messo molto tempo per imparare a servirsene in modo efficace… ma la lotta impossibile contro i cyborg era stata un’eccellente motivazione.
Ancora sperava di acquisire un giorno la capacità di potersi superare ancora, di migliorare ancora di più per riuscire finalmente a surclassare e vincere questi demoni meccanici.
Con il viso trasfigurato, riaccese la propria aura, che crepitò con intensità per i numerosi bagliori che ne salutavano il ritorno…
Urlò a lungo piegandosi per lo sforzo e stringendo i pugni per concentrare più energia che poteva… poi allungando le mani direttamente di fronte a sé… senza alcuna pausa questa volta… lo sguardo aggrottato da determinazione spietata, pronunciò nuovamente le preziose sillabe… con una voce roca ed implacabile che non sembrava più neanche la sua:
"Kameha-MEHAAAA !!"
Questa volta non rilasciò la propria energia in un flusso continuo… ma la concentrò in una grande sfera compatta che precipitò ad una velocità vertiginosa spinta da un potente flusso che le scese appresso per poi estinguersi subito…
Non appena la sfera di pura energia toccò il fondo dell’immenso cratere… esplose con un boato in un spaventosa cupola di luce accecante che rapidamente si tramutò in un doppio fungo che salì ad un’altezza spropositata nel cielo!
Son Gohan, pur non trovandosi direttamente sopra al punto in cui cadde il suo attacco, indietreggiò proteggendosi il viso con le braccia incrociate davanti a sé per sfuggire alla folata incandescente che spazzò brutalmente l’area circostante.
Il suonò dell’esplosione squarciò l’atmosfera prima di trasformarsi in un impressionante rombo che sembrò scuotere la terra fin nelle viscere più profonde… il paesaggio stesso sembrò tremare mentre frastuono si mutava in lungo fischio decrescendo lentamente…
Son Gohan ridiscese per osservare il risultato del proprio attacco con un piccolo dolore nel cuore…
Non solo ciò che aveva appena fatto lo faceva stare male… ma a questo malessere si aggiungeva inoltre l’angoscia di aver calcolato male l’angolo di tiro e la concentrazione del colpo.
Un rilascio di energia di tale entità non accettava approssimazioni…era necessario stare attenti a non penetrare la crosta terrestre per scongiurare danni dalle conseguenze catastrofiche… e sarebbe pure dire poco!
Una leggera brezza si occupò di dissipare i resti della polvere sollevata dall’incredibile deflagrazione…
Il cratere aveva assunto delle dimensione ancora più impressionanti!
Non c’era più traccia di Babidy, della melassa e dello strano bozzolo… tutta la superficie colpita dall’esplosione era liscia e pulita.
Solo uno strano rilievo attirò tuttavia lo sguardo di Son Gohan verso l’erba carbonizzata che circondava la ferita aperta al centro della valle…
Volò verso questo dettaglio incongruente col resto per atterrargli accanto.
Un frammento del bozzolo marrone… unico resto del passaggio degli invasori, sera stato spazzato via dalla folata generata dall’enorme attacco per ricadere lì… Son Gohan si chinò per raccoglierlo ma lo lasciò andare subito… scottava talmente tanto che il calore era riuscito ad attraversare la sua pelle di Saiyan… Sulla superficie brunita non c’era più il minimo segno della sostanza rosa.
Bulma sorride teneramente… sa che, nonostante il suo desiderio di andarsene da quel posto che lo metteva così a disagio, il suo giovane amico aveva pazientemente atteso che questo strano materiale si raffreddasse per poterlo portare a lei.
Conosceva, senza dubbio, meglio di chiunque altro questo giovane uomo che aveva guardato crescere con affetto e immaginava di quanto coraggio avesse avuto bisogno per andare oltre la propria natura profonda e trovare la forza di finire il ferito sul fondo del cratere.
Una forza che forse il suo stesso padre non avrebbe avuto, il generoso Son Goku, la cui inalterabile fiducia nella natura umana gli era quasi costata caro in più occasioni.
Ma la spietata crudeltà dei cyborg era stata una dura scuola che aveva costretto Son Gohan a respingere costantemente i limiti della sua sensibilità naturale.
Non tutto il male viene per nuocere, dicono… almeno in questa occasione, le circostanze che avevano indurito il dolce cuore di Gohan li avevano forse protetti da un flagello ben più atroce di quello che stava straziando lentamente l’umanità
Difficile credere che la situazione potesse essere più catastrofica di così… ma l’esperienza ha insegnato a Bulma che al peggio non c’è mai fine!
E parlando di situazioni… lo struscio dell’apertura della porta blindata dovrebbe da un momento all’altro precedere finalmente la voce gioiosa di Trunks impaziente di raccontarle le proprie avventure nel passato.
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